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Ferruzzano (rc)/ Il professore Romolo Marando come lo ricorda la scrittrice, saggista, antropologo e critico letterario, Rosa Marrapodi

18 maggio 2017    10:28

Posted by Domenico Salvatore

IL RICORDO  DEL  PROF.  ROMOLO  MARANDO  DI FERRUZZANO

di Rosa Marrapodi

 Marando Romolo copy

Nella foto sopra, il professore Romolo Marando di Ferruzzano (rc)
   
Non mi sarei sentita in pace con la mia coscienza ed i miei principi morali e civili, se oggi, giorno della ricorrenza del suo trigesimo sia pure con involontario ritardo, non avessi dedicato, attraverso questo mio breve discorso, la dovuta attenzione alla scomparsa del prof. Romolo Marando, figlio illustre di Ferruzzano, al quale ero legata da puri sensi di amicizia e di profonda, incondizionata stima.
 
Non potevo e non dovevo restare indifferente, infatti, di fronte alla dipartita non solo di un egregio collega e caro amico ma innanzitutto di un intellettuale gentiluomo d’altri tempi qual era il prof. Romolo Marando, del distinto e raffinato signore di buona famiglia, simbolo identitario dell’antico e nobile paese di Ferruzzano, qual era Romolo Marando.
Uno studioso ed un “attento ricercatore di storia locale”, un pensatore, un inventore, un noto ed apprezzato scienziato, a scanso di ogni equivoco, con sopra il timbro del Ministero dell’Industria e del Commercio, “Ufficio Centrale Brevetti”, alla continua “ricerca e scoperta di nuovi orizzonti”col solo scopo di rendersi utile agli altri, non può, infatti, lasciare indifferente la nostra sensibilità di convinti estimatori della sua eccezionale capacità creativa.
Dopo aver letto e riletto, naturalmente con il cuore, come garbatamente suggerito nell’avvincente prefazione dalla nipote Ernesta Adele, il libro “Memorie nei paesi del terremoto”di Francesco Attilio
Romolo Marando a casa sua
Marando, farmacista e maestro di Ferruzzano, padre del prof. Romolo, “d’animo buono, curioso ed intelligente,…rapito dal mondo e dalle cose”, uno studioso ed uno scrittore anche lui, ho capito da chi il prof. Romolo avesse ereditato “la sua visione del mondo”, il suo estro, il suo cuore e la sua brillante fantasia.
Il ricordo di quel padre “ingegnoso”che gli trasmise l’amore per la lettura dell’universo e della natura in chiave scientifica accompagnerà il prof Romolo per tutta la vita e da esso trarrà ispirazione e forza per continuare lungo la non facile strada della ricerca e dell’invenzione, costellata da pregiudizi, incomprensioni e solitudine.

marando scarpa vigevano 200pxEra solo di fronte ai suoi esperimenti, come soli sono tutti i grandi, custodi d’idee geniali che si traducono in invenzioni utili all’umanità. Soltanto l’affettuosa osservazione di qualche anima semplice lo gratificava di tanto lavoro e sacrificio : “ Don Romulinu è prejatu ca fici a scarpa cu rihjatu!”, (don Romolino è contento, perché ha fatto la scarpa che respira).
 
Appassionato di meccanica, fin da piccolo armeggiava coi vecchi moschetti della guerra del 1915/18, appartenuti al nonno Menotti. I fucili da lui preparati con piombo e polvere, la messa in fase dei motori a scoppio nel frantoio meccanico di famiglia, non più a trazione animale, l’attenta osservazione e lo studio di ogni congegno meccanico qualunque fosse a portata di mano, costituirono per Romolo Marando il retroterra propedeutico alla sua prima Invenzione, nel 1956, presentata alla Mostra Internazionale di Vigevano, Calzatura con camera d’aria con Brevetto rilasciato dal Ministero dell’Industria e del Commercio, Ufficio Centrale Brevetti, di grande successo.
Ad esso farà seguito, nel 1961, il secondo Brevetto per Invenzione Industriale dal titolo “Dispositivo Elettro- Automatico per Arrestare o Deviare le Navi in Piena Velocità Evitando Ogni Sorta di Collisione”, rilasciato dall’Ufficio Centrale Brevetti del Ministero dell’Industria e del Commercio.
 
Ne seguiranno innumerevoli altre Invenzioni, tutte corredate da Brevetto  ministeriale, l’ultima delle quali risale al 2009, ma per esigenza di sintesi in questa sede mi fermo alla seconda, suggerendo, a chi volesse approfondire, di consultare il sito www.ernestamarandomedico.it/articoli/66-romolo-marando-di-ferruzzano-una-vita-nel-mondo-magico-delle-idee. Il prof. Romolo, in ogni caso, ci teneva tanto che io ricordassi a tutti che “per ogni brevetto d’invenzione non si fermava alla sola relazione tecnica, ma la faceva seguire dalla realizzazione pratica”.

La sua, una vita intensamente vissuta “nel mondo magico delle idee”, appunto, nella costante familiarità con termini come massa, velocità, tempo, idrogeno, aria e loro combinati, non proprio sulla bocca di tutti. Una vita, la sua, quindi, non tesa ad arricchirsi ma ad inventare soluzioni meccaniche e scientifiche mirate al miglioramento delle condizioni di vita della collettività, dei contadini, della gente del suo Ferruzzano, quel paese che gli ha dato i natali, al quale era visceralmente legato ed in cui è sempre vissuto, attaccato alla sua “sena”, ascoltando la voce del mare e delle cicale, sul cui canto ha condotto un interessante studio.

Ogni volta che andavo a fargli visita, anche negli ultimi tempi, sebbene sofferente, lo trovavo al computer con degli occhiali speciali che il figlio, ing. Beniamino, gli aveva mandato, intento a parlare su skipe con ferruzzanoti emigrati oltre Oceano, in Australia o in America. “Con chi state parlando, professore? “ e lui di rimando: “Con un ferruzzanoto amico mio, che vive in Australia, signora. E’ Roccuzzegliu …, è stato alunno mio ed ancora si ricorda di me e mi chiama spesso.” E gli occhi appannati gli si inumidivano di gioia. Questo era il prof Romolo Marando! Grande, non comune, il suo senso del dovere!

romolo e teresina 1951 200pxLo ricordo presente ai funerali di paesani di qualunque ceto sociale, anche ultimamente, nonostante fosse quasi cieco, aggrappato al braccio della sua diletta signora, donna Teresina Romeo, perché si sentiva parte dell’anima di questo suo caro paese, nel bene e nel male.
Amava, infatti, Ferruzzano ed i ferruzzanoti con tutto il suo cuore di figlio devoto, ligio ai doveri di paesano e di cittadino. Il prof. Pasquale Mollica nel suo libro “Cera una volta Motticella” lo colloca accanto ad Edward Lear per quel suo scritto inedito che amabilmente il prof. Romolo gli aveva fornito come fonte attendibile di interessanti notizie, frutto di studio e di ricerca personale sul territorio magno-greco.

Non è necessario che io lo faccia, tuttavia mi permetto di ricordare alla sua squisita famiglia, particolarmente a Luciana che gli è sempre stata accanto, la pubblicazione del prezioso scritto, più volte citato da Pasquale Mollica nella sua opera, in modo che tutti possano beneficiare delle appassionate ricerche del dotto prof. Romolo sulle origini storiche dei nostri paesi.”Non è stata fatica gettata al vento”, quella di Romolo Marando!

I suoi studi, i suoi scritti, le sue invenzioni parlano di lui e per lui, infatti, e lo collocano tra i “forti” di foscoliana memoria, sulla cui tomba “l’amistà raccolga/ non di tesori eredità, ma caldi/ sensi e di liberal carme l’esempio”.
Personalmente m’inchino dinnanzi al ricordo dell’insieme semplice e prestigiosa figura di Romolo Marando, a cui va il mio doveroso rispetto ed il mio affettuoso omaggio.
Rosa    Marrapodi                                                           

Ferruzzano,  17 Maggio 2017    
 
deliapress
Nota di redazione di radiocivatta: Articolo inviato dall'Autrice Professoressa Rosa Marrapodi anche alla Redazione di RadioCivetta