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Radiocivetta pubblica il testo integrale dell' Interpellanza Parlamentare chiesta dall'Onorevole Marco Boato in riferimento alla detenzione in carcere dell'Avvocato Giuseppe Lupis , arrestato il 22 Luglio 2004 per presunto reato di calunnia. Art.p.p n.368.
Ministero destinatario : MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Attuale Delegato a rispondere MINISTERO DELLA GIUSTIZIA ,

data delega 12/10/2004
 
Termini di classificazione dell'atto secondo lo standard Teseo :
 
CONCETTUALE : SIGLA O DENOMINAZIONE : GEO-POLITICO :

INTERPELLANZA 2/01335 CAMERA
 
Stampato il 08/04/2008 Camera dei Deputati

Legislatura 14 ATTO CAMERA Sindacato Ispettivo


INTERPELLANZA : 2/01335 presentata da BOATO MARCO il 12/10/2004 nella seduta numero 526 Stato in corso

iter : IN CORSO AVOCAZIONE DI PROCEDIMENTI, AVVOCATI E PROCURATORI, CUSTODIA
CAUTELARE, DIFFAMAZIONE E INGIURIA, MAGISTRATI DIREZIONI DISTRETTUALI ANTIMAFIA
LOCRI, REGGIO CALABRIA - Prov, CALABRIA


Pagina 1 di 2 Atto Camera Interpellanza 2-01335 presentata da MARCO

BOATO
martedì 12 ottobre 2004 nella seduta n.526

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia per sapere -
premesso che:
l'avvocato Giuseppe Lupis - noto penalista del Foro di Locri, con 37 anni di carriera professionale alle spalle, nonché cofondatore e collaboratore del periodico «Giustizia giusta», rivista che da più di un decennio denuncia episodi di «mala giustizia» -

si trova attualmente agli arresti domiciliari, dopo essere stato detenuto per quarantanove giorni, prima presso la casa circondariale di Reggio Calabria e dopo presso quella di Vibo Valentia, in forza di ordinanza di custodia cautelare richiesta dalla dottoressa Mariacarla Sacco, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, e adottata in data 23 giugno 2004 dal presidente del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, dottor Baudi;

l'arresto è stato eseguito il 22 luglio 2004 per il reato di calunnia (articolo 368 C.p.), caso singolare, forse unico nella storia giudiziaria italiana, «...per avere, con istanza indirizzata al Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, al fine di richiedere l'avocazione del procedimento penale n. 121 del 2004 R.G.N.R., incolpato il dottor Francesco Mollace sostituto procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, di aver posto in essere nei suoi confronti condotte riconducibili ai delitti previsti e puniti dagli articoli 310, 368, 595, 328, 323 del codice penale...» (così recita testualmente il provvedimento del presidente del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro);

il procedimento del quale richiedeva l'avocazione al Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria aveva avuto origine da una vicenda di cui era stato protagonista lo stesso avvocato Lupis in data 11 gennaio 2004; l'avvocato Giuseppe Lupis veniva fermato l'11 gennaio 2004 all'aeroporto di Reggio Calabria, in seguito al rinvenimento di una pistola in un borsone che egli stesso aveva personalmente sottoposto al controllo del metal detector;

nonostante l'arresto fosse facoltativo, il pubblico ministero della Procura di Reggio Calabria ordinava alla Polaria l'arresto del penalista, che veniva, nei giorni successivi, posto agli arresti domiciliari e successivamente scarcerato con obbligo di firma;

le vicende che hanno coinvolto l'avvocato Lupis, che è tuttora agli arresti domiciliari, si inquadrano in una situazione conflittuale con alcuni magistrati calabresi - già sollevata in precedenti atti, di sindacato (XIII legislatura: senatore Dolazza, n. 4/19115; XIV legislatura: onorevole Cola, n. 3/3051) - la quale ha avuto origine nel 2000, allorché la signora Enrichetta Lucifero, difesa dall'avvocato Lupis, denunciò un magistrato della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, dottor Salvatore Curcio, accusandolo di essersi impossessato in modo illecito di un appartamento venduto all'asta, già nelle disponibilità della stessa signora Lucifero;

a seguito di tale denuncia, il magistrato della DDA veniva inquisito dal Giudice per le indagini preliminari di Salerno, competente a giudicare i reati ascrivibili ai giudici del distretto calabrese, «... per aver procurato a sé e ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale di rilevante gravità...»;

l'arresto per calunnia dell'avvocato Lupis ha suscitato i rilievi e le gravi perplessità dell'Ordine degli avvocati di Locri; su deliberazione del Consiglio dell'Ordine, in una nota diffusa agli organi di stampa si afferma che, «a prescindere dal merito della vicenda e dai risvolti ad essa connessi che troveranno soluzione nelle sedi giudiziali competenti», il Consiglio «esprime disappunto e perplessità circa la singolare e inopportuna applicazione, nel caso, dell'estrema misura cautelare custodiale»;

appare, infatti, ancora più inquietante, come emerge dai fatti sopra citati, che il reato contestato all'avvocato Lupis sia stato quello di una pretesa calunnia effettuata il 12 gennaio 2004, mentre in realtà si fa riferimento all'azione dell'avvocato in difesa della sua cliente, avvenuta il 22 settembre dell'anno 2000;

se al Ministro risulti che il citato magistrato della DDA presso la procura di Catanzaro sia in servizio nonostante risulti indagato dalla procura di Salerno;

se al Ministro risulti che siano mai stati avviati procedimenti disciplinari di fronte al Consiglio Superiore della Magistratura, giacchè il magistrato della DDA presso la procura di Catanzaro non risulta, a quanto è dato conoscere, né destinato ad altra Procura né ad altra funzione;

se, al fine di dissipare qualsiasi dubbio circa l'ipotesi di un accanimento strumentale nei confronti dell'avvocato Giuseppe Lupis, e nel rispetto dei principi sanciti degli articoli 13 e 111 della Costituzione, il Ministro non ritenga di disporre un'ispezione tesa a far piena luce su quanto sopra esposto. (2-01335)«Boato».

INTERPELLANZA 2/01335 CAMERA

Stampato il 08/04/2008 TESTO ATTO Pagina 2 di 2