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RedoCivetta ancora una volta, per amore della trasparenza, pubblica integralmente altra interpellanza parlamentare per chiarimenti sull'operato del "Limpidissimo"
pm Francesco Mollace, Magistrato della Locride, Regione definita disagiata


Allegato B Seduta n. 564 del 21/12/2004 -------------------------------------------------------------------------------- Pag. 16926


ANGELA NAPOLI. -

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Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: la Gazzetta del Sud, in data 8 dicembre 2004, ha pubblicato che, in occasione di una udienza tenutasi presso la Corte di Assise d'Appello di Reggio Calabria, sarebbe emerso, nel corso dell'escussione del collaboratore di giustizia Paolo Iannò, che il dottor Vincenzo Macrì, sostituto procuratore presso la D.N.A, aveva effettuato colloqui investigativi con il detto collaboratore, senza che il fatto venisse regolarmente annotato sui registri del carcere presso cui il collaboratore è ristretto; analoga circostanza è stata riferita dal collaboratore Giuseppe Morabito, nel corso della stessa udienza, a proposito di recenti colloqui investigativi da lui effettuati con il dottor Francesco Mollace, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria; colloqui in occasione dei quali non sarebbe stata effettuata la rituale annotazione;
risulta, da quanto comunicato dal Ministro della giustizia in risposta all'interrogazione parlamentare n. 4-06195,

che il dottor Francesco Mollace, nonostante l'intervenuta decadenza dall'incarico di Sostituto D.D.A. per decorso del termine massimo di quattro bienni di permanenza, ha continuato, in palese dispregio dei ripetuti interventi e diffide dello stesso Procuratore della Repubblica e del Procuratore aggiunto, coordinatore della D.D.A., a svolgere attività di stretta competenza della Procura Distrettuale Antimafia, incompatibili con la sua funzione di Sostituto addetto alla Procura ordinaria, violando, sistematicamente, anche le disposizioni dettate dal Procuratore della Repubblica al fine di regolamentare la procedura connessa alla gestione dei collaboratori e testimoni di giustizia;

risulta, da quanto comunicato dal Ministro della Giustizia in risposta all'interrogazione parlamentare n. 4-04780, che, nei confronti del dottor Vincenzo Macrì, magistrato attualmente in servizio presso la Procura Nazionale Antimafia, sarebbe stata promossa azione disciplinare per essersi reso responsabile della falsificazione di un provvedimento giudiziario;

alla luce delle gravissime condotte di cui i magistrati Mollace e Macrì si sono già resi responsabili secondo quanto comunicato dal Ministro della Giustizia nonché di quanto ora riferito dai collaboratori Iannò e Morabito, appare inquietante che i detti magistrati abbiano effettuato dei colloqui investigativi con dei collaboratori di giustizia senza che il fatto sia stato regolarmente annotato;

i due magistrati sono persone offese in un procedimento penale incardinato presso la Procura della Repubblica di Catanzaro dove certamente, almeno il collaboratore Iannò, ha assunto il ruolo di testimone (vedi stampa nazionale); ad avviso dell'interrogante è grave ed illegittimo, a tacer d'altro, che un magistrato abbia contatti con un collaborante utilizzato in un processo nel quale esso magistrato ha un diretto e personale interesse e per giunta non faccia notare il suo accesso al luogo dove il collaborante è ristretto benché la legge lo imponga -:

se non intendano, al fine anche di salvaguardare l'immagine della Magistratura e delle Forze dell'Ordine, avviare una adeguata azione ispettiva per accertare la corrispondenza al vero dei fatti esposti, la loro esatta dinamica e ogni eventuale responsabilità. (4-12173)