Era l'anno 1961. Dalla Calabria, lasciata a 16 anni, a Milano con un inizio da manovale in un cantiere. E poi a risalire la china. Oggi affermato scrittore 

Milano e dintorni anni 1960 e anche a seguire: “si affittano appartamenti ma non a meridionali”. Viva i "Fratelli d’Italia”. Viva ’”l'Unità d’Italia”. 

dsc 8812-800pximage025Lasciare la madre, il padre i fratelli, la propria terra per un mondo sconosciuto "oltre le colonne d'Ercole" é un'impresa che richiede coraggio e disperazione. Nel cuore e nella mente. Non tutti ce la fanno. Ci vuole determinazione e una grande volontà. A sedici anni, quando ancora non si é maturi, quando si ha bisogno del caldo nido di casa spiccare il volo significa esporsi a pericoli e sorprese che a volte possono essere fatali. Il rischio di imbattersi in cattive compagnie e prendere strade sbagliate.

Antonio Fortunato Aloi, esattamente cinquantuno anni fa, oltre mezzo secolo fa, nell'agosto del 1961, affidato al papà di un suo compagno di scuola inizia la sua avventura alla ricerca di un futuro migliore di quello che gli puó offrire la sua madre terra, la Calabria. Cosí un pomeriggio d'estate sale su un lungo treno che lo porta a Milano. La città dove molti meridionali vanno a cercare fortuna. Trova un mondo bello, pieno di luci e opportunità, ma trova anche tanta arroganza e rifiuto. Ma ce la fa! Piano piano, una strada quasi sempre in salita, ma arriva. Conquista con la fatica di ogni giorno la fiducia dei milanesi, la fiducia in se stesso che é l'impresa piú ardua e  determinante. Quella fiducia che in germe era presente dentro di sé già da bambino che gli ha consentito di affrontare l'avventura nella verde età dell'adolescenza.  A Milano era atteso da sua sorella Francesca, da suo cognato, giovani sposi, che con un amore infinito e una dedizione straordinaria per la famiglia gli hanno consentito di non perdersi. Lo hanno ospitato e trattato come si tratta un fratello pur vivendo di un lavoro semplice in un piccolissimo appartamento con un figlio di pochi mesi. Ma era dentro di sé la sua forza. Presente nel suo intimo a permetterli di non arrendersi mai. Di essere un vincente.

Nell'anteprima della presentazione del suo ultimo libro dal titolo "Damatrà" che significa in dialetto milanese " ascoltami, dammi retta", evento avvenuto nel suo paese natale Galati di Brancaleone, nei pressi di Capo Spartivento, il 10 agosto scorso, giorno di San Lorenzo, racconta del suo passato. Di come è arrivato nella metropoli lombarda. Di cosa ha trovato. Cosa i suoi occhi da giovanetto hanno visto. E racconta del tempo in cui a Milano trovava cartelli affissi sui muri dei palazzi con la scritta: "affittasi appartamento ma non a meridionali". Deve essere stato terribile vivere sulla propria pelle "nera", come tanti altri fratelli meridionali, questo rifiuto. Confrontare la grande generosità dei calabresi specialmente verso lo straniero con la chiusura senza appello nei confronti di persone che avevano il solo torto di provenire da una terra un tempo ricca e prosperosa razziata proprio da gente del Nord povera e indebitata che si é rifatta predando il Sud.

Con l'Unità di Italia si é affamato il Popolo del Regno delle Due Sicilie ad opera dei piemontesi, in combutta con gli Inglesi, e si assiste all'opera criminale di umiliare e calpestare quei "fratelli d'Italia" che vanno a cercare quello che era loro. Dignità carpita come il lavoro. Meridionali costretti a vivere ai margini di una società. Sentire il dolore  di un rifiuto immorale, trovare una realtà razzista del "civile" e avanzato Nord. Quel Nord che é vissuto sul lavoro umiliato dei meridionali trattati come i negri d'America ai tempi dello schiavismo.

"La Calabria la ritrovo purtroppo in regresso rispetto agli anni '60 perchè tornando indietro ( allora - ndr) c'era un barlume di speranza. A Brancaleone c'erano tre lidi, c'era qualcosa che si muoveva. Invece, cominciando dalla metà degli anni '70, tutto si è bloccato. Anzi è tornato indietro. Qui secondo me  non c'è speranza per i giovani... " Ecco cosa risponde lo scrittore Aloi alla mia domanda come trova la Calabria oggi. Le considerazioni che Aloi fa sono amarissime. Si commentano da sole. Il mio commento condiviso da una moltitudine, basta andare su Facebook, è che abbiamo un governo di tecnoboss che sa solo applicare tasse a Cittadini strozzati. Un governo i cui rappresentanti, incuranti delle necessità di un intero popolo hanno anche la tracotanza di andare al mare con la scorta a decine di migliaia di euro al mese di stipendio, quando la disoccupazione è alle stelle e i pensionati "normali" non riescono ad arrivare a due settimane dopo avere ritirato quella miseria di pensione. Governanti che vivono alle spalle di contribuenti ormai in ginocchio. Un Sud bollato come terra di " 'ndrangheta" e messo all'embargo. No strade, no autostrade, no linea veloce internet. Nè niente! Questo nella stragrande maggioranza del territorio del Sud. Un'Italia "unita" che ha permesso il formarsi di una Lega Nord che ha sbeffeggiato il popolo del Sud chiamandolo  "terrone". Quei "nordici" che hanno fatto i signori alle spalle del lavoro "nero"eseguito dai meridionali, i negri d'Italia. Una Lega che ha pagato caramente la sua arroganza. Chiamava ladrona Roma e ladrona si è ritrovata. Diplomi truccati e soldi pubblici impiegati non si sa bene come e perchè. Questo è il Nord! Parla bene e razzola malissimo.

L'altra sera Antonio Fortunato Aloi era emozionato. Intorno a lui la sua famiglia, i suoi amici, i suoi estimatori. Ha scelto la data del dieci di agosto per la presentazione di questa sua ultima fatica letteraria  per rimanere fedele al suo primo appuntamento col pubblico. Stesso luogo, stesso giorno, dieci agosto di tre anni fa infatti presentava proprio nel suo paese natale, Galati di Brancaleone, il suo primo libro il cui titolo é "I miei ricordi, sulla punta dello stivale". Un grande successo editoriale.

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Hanno onorato lo scrittore Aloi, il Sindaco avvocato Francesco Moio, l'Assessore alla Pubblica Istruzione, Cultura e Spettacolo il Dottor Antonio Mediati, il giornalista de "Il Quotidiano di Calabria" dottor Agostino Belcastro, di Brancaleone, lo scrittore Professore Francesco Politanó di Ferruzzano che ha scritto "Ricordi d'infanzia e di gioventú", la professoressa Laura Toscano di Galati - Capo Spartivento. Hanno reso omaggio all'illustre scrittore corregionale ognuno di loro con un piccolo discorso.

Presente l'emittente televisiva di Telebruzzano e il nostro Radiocivetta.

Ricordo che la casa editrice di "Damatrà" é " La memoria del mondo" mentre quella di "I miei ricordi, sulla punta dello stivale" é Albatros.

I nostri migliori auguri all'Autore. Ecco una mia piccola intervista video fatta allo scrittore durante la presentazione di "Damatrà". E alcuni brani letti dal libro dalla dottoressa Laura Toscano durante la presentazione:

{youtube} Bisogna attendere...

Nota di Redazione:Ci scusiamo ma non é possibile vedere la video intervista perché la sua pubblicazione su You tube non é riuscita. Dove attualmente ci troviamo, Ferruzzano marina, costa ionica calabrese in provincia di Reggio Calabria, la connessione ad internet avviene attraverso la chiavetta, non essendoci la linea veloce ADSL.  Dopo 11 ore si era solo caricato il 30 per cento di 20 minuti di registrazione e consumati circa 30 euro di ricarica telefonica ( di tale cifra residuati 0,92 cent.). Pertanto l'operazione è stata annullata. Il video sarà messo online appena ritorneremo nei territori dei tempi moderni. Quando sarà disponibile lo pubblicheremo su questo giornale online nella Sezione " VIDEOTECA " Categoria "Servizi e Interviste". Vi consigliamo pertanto di  "affacciarvi" ogni tanto su questa sezione e categoria. Apparirà. Grazie

Se cliccate sulle immagini inserite nell'articolo queste si apriranno ingrandite permettendo una migliore visione.

Post: 8 Settembre 2012. Ecco finalmente il Video con l'intervista:

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