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A proposito dei rifiuti, che per mano di certi “sozzoni” stanno proliferando nell’incantevole territorio di Capo Bruzzano, e che l’attento giornalista Agostino Belcastro ha denunciato in un suo condivisibile articolo dal titolo " La scogliera perla dello jonio abbandonata al degrado"( cliccando sul titolo si aprirà l'articolo - ndr ), sento anch’io il bisogno di perorare una nobile causa a favore di coloro che amano il rispetto e il decoro. Infatti tutti i calabresi che, come me, sono nati lungo l’affascinante bassa costiera jonica reggina, sanno bene che il culto dell’educazione per il rispetto dell’ambiente urbano e dei relativi suburbi, purtroppo, è stato da sempre un tabù incarnato nella mentalità di molti cittadini.


Comunque se, cinquant’anni orsono, l’acqua e la corrente elettrica erano dei beni appena conquistati nelle nostre povere case, e i mezzi meccanici, che sollevano l’uomo da immani fatiche, scarseggiavano ancora nel parco macchine di molti comuni, in quel tempo, una giustificazione a tanti disservizi poteva anche essere plausibile. Oggi, invece, la società moderna dispone di attrezzature tecnologiche universali e non è più accettabile che le vie dei nostri paesi, le nostre spiagge, i letti delle fiumare, e certi caratteristici angoli di campagna prospicienti il mare, siano divenuti il ricettacolo di ogni sorta di rifiuto.
Certo, il malcostume non è un male soltanto meridionalista, perché io vivo da molti anni in una metropoli settentrionale e, anche nell’eldorado delle città italiane, sono annidate menti distorte di persone incivili, e pertanto nei condomini e lungo i marciapiedi si possono riscontrare tassi di inefficienza e biasimevoli menefreghismi.
Tuttavia, durante l’estate appena trascorsa, nella mia frazione di origine – Capo Spartivento – , nel comune di Brancaleone che la gestisce, e in altri paesi limitrofi, ho avuto modo di constatare che ormai ho perso ogni speranza di poter camminare in futuro su strade e spiagge non contaminate dall’impudicizia e dallo stomachevole squallore.


Non si offendano gli amministratori, con i quali mi sono pure confrontato sul persistere di tale disdicevole andazzo, ma io non accetto più di seguire la Madonna in processione sfilando tra fetidi bidoni ricolmi di putridume. Oppure di dover camminare per le vie principali del mio comune di nascita, o, sul suo bel lungomare, ed essere quotidianamente costretto a calpestare un tappeto d’immondizia e, anziché respirare il salubre profumo del mare, dovermi intossicare con ripetute boccate mefitiche.


Vorrei ricordare ancora che, nei giorni culminanti con il picco del periodo estivo, per manifestazioni di carattere culturale, religiose, o di altri eventi legati alle tradizioni dei nostri paesi, le strade e le piazze sono state battute da sindaci, da assessori provinciali e regionali, e anche da qualche rinomato onorevole che sa ben predicare…
E allora mi viene spontaneo chiedermi: ma è possibile che nessuno di loro si sia mai accorto di ciò che insudicia e deturpa il territorio urbano, e offende in maniera aberrante i cittadini?
Io voglio un gran bene a tutti gli amministratori, e riconosco anche quanto sia difficile per loro operare in ambienti prigionieri di annose complicità(!?); ma la prossima volta che domanderò per quale motivo la nostra Santa Patrona, Maria SS. Addolorata, debba essere portata a spalla per le viuzze cittadine “addobbate”, ahimè, da cassonetti stracolmi di sacchi neri ripieni di nauseabonda spazzatura, non abbia più a sentirmi rispondere: <<sapete, a Samo il sabato pomeriggio la discarica è chiusa…>>.
Ma diamine, su: visto che sarebbe stata una cosa fattibile, era stato più giusto aver mandato una ruspa per far spostare, anche provvisoriamente, fuori dal centro abitato i pochi cassonetti che giacevano lungo la strada!
E poi mi chiedo inoltre: in queste importanti circostanze culturali e religiose, così sentite e partecipate dai cittadini e anche dai tanti turisti che popolano la nostra riviera, e in presenza di una crisi di lavoro latente sbandierata su tutti i mezzi d’informazione, è una cosa così difficile poter precettare una mezza dozzina di operai per imporgli di fare qualche ora di straordinario, sia in discarica e sia nei paesi, per ripulirli in modo più decoroso? Mi risulta anche che i comuni abbiano a disposizione del personale da impiegare per i cosiddetti “ lavori socialmente utili”! Caspita: più utili di quelli…
Oppure tutto ciò è vietato e rigorosamente scandaloso, soltanto perché siamo perennemente in balia dell’ostruzionismo fumoso della triade sindacale?
Dai signori della giunta: <<non facciamo addolorare ancor di più la nostra cara mamma Celeste!>>.

Io trascorro la maggior parte dell’anno lontano dalla magica terra calabrese che mi ha dato i natali. Da adolescente transitai giornalmente in treno e, diverse volte, anche a piedi, lungo la strada tortuosa di Capo Bruzzano che Agostino Belcastro con il suo articolo cerca di difendere dall’incuria e dal lassismo di gente selvaggia e vandala; ma quel mirabolante tratto di costa, dono gratuito della natura all’uomo, lo voglio sempre ricordare così com’è immortalato in questa suggestiva immagine.