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A Tirana Martedi 23 ottobre nell’Aula Magna dell’Università “Nostra Signora del Buon Consiglio”, il Mercoledi 24 dalle ore 17.00 presso un’aula dell’Università di Valona ho l’onore e il piacere di presentare il libro della Professoressa di italiano Concetta Marotta “Anjes – Segni particolari: 32 centimetri, bellissima”. Casa editrice Il margine.

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Jeta. Vita. Un dono straordinario. Nascere e vivere sono avventure straordinarie. Ma per nascere e vivere abbiamo bisogno d'amore. Ho incontrato la giovane professoressa Concetta Marotta una mattina di giugno in Albania. Io uscivo dall'aula dopo avere svolto la lezione agli studenti di Fisioterapia all'Università "Nostra Signora del Buon Consiglio" a Tirana; lei attraversava il cortile per venirmi a cercare. Il Dr. Natale Capodicasa le aveva parlato di una neonatologa italiana e Concetta mi veniva a cercare per chiedermi di presentare quel libro scritto da lei su un evento eccezionale: La sua drammatica interruzione di gravidanza alla 24a settimana di etá gestazionale e la nascita prematura della sua seconda figlia. Io sono un medico pediatra neonatologo e Concetta ha pensato che potessi capire quanto aveva personalmente sperimentato avendo io lavorato una vita in ospedale proprio in terapia intensiva neonatale, patologia, sala parto.

Ma una cosa non sapeva Concetta. Che io stessa sono nata gravemente prematura in un tempo e in un luogo dove era possibile sopravvivere solo facendo ricorso alle proprie risorse interne e all'amore dei genitori e della famiglia in generale. Tempi in cui non esisteva l'incubatrice. Non esisteva dove sono venuta al mondo io, nei primi anni cinquanta del secolo scorso quando sono nata in casa, in un paese affacciato sul mare Jonio, in Calabria. In una gelida notte di fine febbraio. Ero talmente piccola che misuravo due palmi delle piccole mani della mia allora giovanissima mamma, di nome Teresa. Aveva poco più di diciotto anni quando divenne madre per la prima volta con la mia nascita molto prematura. E suo marito di nome Romolo, mio padre, di quasi ventiquattro. Due ragazzi con davanti un compito più grande di loro. Fare sopravvivere una figlia non pronta ancora per affrontare la vita. Pesavo un chilo e duecento grammi. Mia madre mi ha scaldato al calore del suo corpo. Come un pulcino senza piume accucciato sotto la chioccia. Ho dormito per settimane rannicchiata accanto a lei in un letto immenso. Fino all’arrivo della primavera. E quando venivo deposta nella culla ero circondata da una serie di bottiglie piene di acqua calda che fungevano da riscaldamento. Alla nascita sono stata avvolta con l’ovatta tanto ero piccola, i vestitini pronti per me risultano enormi. Sono stata battezzata due volte. La prima appena nata quando pensarono che stessi per morire. La seconda volta fui battezzata con grandi festeggiamenti familiari più tardi, quando ormai ero una bimba gracile ma sana e fuori pericolo. La mia nascita prematura, la mia lotta per la vita hanno fatto nascere in me la vocazione per la medicina. Sono diventata medico con determinazione e poi neonatologa. Proprio per aiutare i più deboli.

Un'altra cosa non sapeva Concetta. Ma i fili sottili e invisibili che ci legano per le affinità ci portano dove il nostro destino è comune. Il nostro comune amore per Madre Teresa. Io ormai è da otto anni che vengo in Albania, attratta da questa terra proprio da Madre Teresa che in questa terra è nata. Concetta ha guidato i suoi passi e mi è venuta incontro perché attratta da tante similitudini. Lei è madre. Madre Teresa è stata Madre di tanti. Io con il mio amore e sapere cerco di imitarla molto umilmente. Veniamo alla storia di Concetta. Concetta vive a Tirana. Una scelta d'amore. Ha incontrato il compagno della sua vita, Muharrem, albanese, a Trento dove entrambi frequentavano l'università. Incontro destinato a durare una vita. Si sono sposati. È nata Francesca. Dopo cinque anni l'attesa di Anjes. La seconda figlia di Concetta affidata a Dio e alla Madre Teresa perché potessero con il Loro intervento divino accompagnarla nel suo percorso.

Concetta nell'agosto del 2008, come ogni estate trascorreva brevi vacanze con la sua famiglia di origine in Italia. A Trento. Il giorno in cui cominciò il dramma si festeggiava il trentacinquesimo anniversario di nozze dei suoi genitori e in cuor suo festeggiava anche il suo settimo anno di matrimonio. Muharrem era lontano, a Tirana, nella loro casa. Rimasto in Albania per lavorare. Una tavolata serena e gioiosa. Genitori, figli, nipoti e nipoti in "arrivo". Non solo Concetta aspettava la sua seconda figlia anche sua sorella era in attesa del suo terzo figlio. Dopo pranzo Concetta ha una sensazione terribile. "Sente" che qualcosa le sta accadendo. Va in bagno. Ha la certezza. Sangue. Impallidisce. Mantiene la calma e va dal padre. "Accompagnami al pronto soccorso" gli sussurra. E come sempre è accolta e sostenuta. Insieme a mamma e papà, sempre con lei nei momenti più significativi della sua vita. Anche in quel momento angoscioso le sono accanto. Arriva in ospedale e li, con il suo ricovero immediato, comincia una sua "seconda vita" nella vita. Altalena di emozioni. Paura, angoscia, fede. Abbandono. Quasi nessuna speranza le viene data dai medici per la sopravvivenza della piccina che porta dentro di se. Ma Concetta non si arrende. Prega. Chiede che sia fatta la volontá di Dio. Affida la piccola Anjes, come ha deciso di chiamare la figlia, a Madre Teresa il cui nome era proprio Anjes prima di diventare Madre Teresa. Concetta è affranta e sola nel suo lettino d'ospedale. Sola con la sua anima. Con la parte più profonda e insondabile del suo essere. Attraversa ogni scalino della sofferenza e della speranza. Francesca la sua adorata primogenita è lontana, con i cuginetti. Ignara. Concetta si tormenta. Quante decisioni la attendono. Suo marito arriva qualche giorno dopo. Il tempo di chiudere tutto e raggiungere la sua sposa.

Concetta è stata ricoverata alla ventiduesima settimana di gravidanza. Se la bambina nascesse adesso nascerebbe senza vita. Bisogna superare la barrire delle ventitré/ventiquattro settimane per avere una esile speranza di vederla sopravvivere. Ma questo potrebbe accadere. Ma a che prezzo? Le probabili complicanze sarebbero devastanti per una vita. Ma Concetta resiste. Tiene duro. Si sottopone ad ogni prescrizione e riesce a superare la barriera del non ritorno, quella delle ventitré settimane di gestazione. Resiste ancora e giunge alla ventiquattresima settimana di vita intrauterina di sua figlia. La sua amatissima figlia. Non c'è più tempo. Anjes vuole nascerne. Il neonatologo la informa di tutto. Le spiega, con dolcezza e professionalità che è arrivato il momento. Taglio cesareo o spontaneo? Concetta deve affrontare in solitudine la scelta del tipo di parto. Concetta prende la sua drammatica decisione. Anjes dovrà superare le difficoltà della vita e questa è la sua prima prova. E nasce con parto spontaneo. All’ospedale di Trento. E’ il dieci di settembre del 2008. Alle ore dodici e diciassette. Annota Concetta:” E’ davvero piccola, seicentosessanta grammi per trentadue centimetri di lunghezza, ma è perfetta”. Concetta si abbandona completamente alla volontà di Dio. Ins’Allah! E poi la lotta per la vita di Anjes. Anjes e la sua mamma ce la fanno! Con forza, con determinazione. Sono accanto a loro ad accudirle, a consolarle, persone speciali, competenti. Comprensive. Il personale infermieristico, i medici della terapia intensiva neonatale prima, della patologia dopo. Un ambiente accogliente e rassicurante. E Muharrem al suo fianco, protettivo e amorevole come sempre. Più di sempre. Non mancano momenti di sgomento. Ma le certezze Concetta deve trovarle dentro di sé… Il primo incontro con Anjes è alle ore diciassette di quel giorno la cui memoria rimarrà indelebile. Scrive:” Sono frastornata, stanca, svuotata; mi muovo con lentezza, ragiono con lentezza; mi rendo conto che il trauma interiore si è automaticamente impadronito del mio corpo… “ E ancora più avanti annota:” …Quanta sofferenza per questi piccoli che lottano per la vita e per chi li ha messi al mondo! Anche se sono qui da poco, penso che ci vorrebbe una psicologa in reparto: è quasi impossibile sostenere questa realtà da soli. Tra mamme ci si scambia due parole, ma poi il dolore di ognuna si mette a fare da scudo, non permettendo grandi confronti. Ci sarebbe bisogno di qualcuno che rispondesse ai molteplici dubbi che puntualmente ti assalgono, di qualcuno che in qualche modo riuscisse a ristabilire un equilibrio, rimettendoti di fronte alla vita reale… “.

Anjes nasce il dieci settembre 2008. Nel giorno del suo primo compleanno, il dieci settembre 2009 riceve il battesimo nella cattedrale di San Paolo a Tirana.

Il dieci settembre 1946 Madre Teresa annotava nel suo diario: “Giorno dell’ispirazione. La vocazione della vocazione… La chiamata di Dio a essere una missionaria della Carità è per me il tesoro nascosto, quello per comprare il quale ho venduto tutto il resto. Ricordate il Vangelo, che fece quell’uomo quando trovò il tesoro nascosto? Lo nascose di nuovo. Questo è ciò che voglio fare per Dio”. Non voglio dire altro. La lettura di questo avvincente saggio di Concetta Marotta vi farà entrare in un mondo inesplorato ed eterno. Il mondo del cuore e della mente di una Madre. Ernesta Adele Marando Medico Medico Neonatologo per curare umilmente le ferite del corpo e dell’anima Giornalista per diffondere nel mondo testimonianze che facessero meditare per crescere nell’amore, nella libertà e nella giustizia.

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Roma – Tirana Ottobre 2012