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"... E’ necessario uscire dal proprio avvilimento per lo stato barbarico, indegno di una società civile, in cui è stato ridotto il nostro cimitero di Ferruzzano. “ Noi, i ragazzi degli anni ‘50” Perchè siamo in tanti a protestare... "

wp 000161entrata cimitero copiawp 000159 copiaRoma-Ferruzzano. Ammiro Ernesta per l’indignazione di cui è ancora capace, per la caparbietà e la costanza con cui spera sempre di cambiare le cose. Ha l’impeto della giovinezza. Tuttavia, nel denunciare l’inerzia degli amministratori di Ferruzzano, paese che si spegne ormai da tempo nel più colpevole e progressivo degrado, sembra che lei voglia ignorare il vero responsabile.  Coloro che governano sono stati scelti e riconfermati nell’incarico da una grande maggioranza di concittadini che conoscono di ognuno vizi e virtù, personali e familiari. Pertanto, stanno al potere per consapevole e ampiamente espressa volontà del Popolo Sovrano.

Vorrà dire qualcosa tutto questo, oppure no? Intanto, vuol dire che tutto ciò che accende di furore e fa vivere male lei, me, i nostri fratelli, i nostri parenti, amici e una risicata minoranza di altri cittadini, senza forza e senza potere, non disturba invece tutti gli altri. Quindi, in tempi brevi, nulla muterà. E’ il nostro presente, tuttavia é la Democrazia. Siamo tenuti non alla rassegnazione, ma al rispetto. Ma il Cimitero non è il presente. Il luogo dei nostri sepolcri rappresenta il passato e il futuro, il ricordo e la speranza. Lì c’è tutta la nostra vita passata, la storia del nostro paese ed è la casa del tempo. E’ il luogo sacro dove ognuno culla il sogno di sopravvivere alla morte, attraverso il culto della memoria dei propri cari. E’ l’unico posto dove, per dono divino, diviene netta la percezione che l’amore tra noi e loro è sempre corrisposto, perché sopravvive alla materia e travalica i confini dello spazio e del tempo. La cura dei sepolcri è il parametro dell’essere di un popolo perché rappresenta il suo grado di progresso.


cappella cimitero 02 11 2012 copiaEd allora, Ernesta, in questa battaglia, non politica ma di civiltà, non può essere lasciata sola. Su questo tema bisogna insorgere tutti insieme a lei e urlare il nostro sdegno, con rabbia e con dolore. E’ necessario uscire dal proprio avvilimento per lo stato barbarico, indegno di una società civile, in cui è stato ridotto il nostro cimitero, e sostenerLa con forza in ogni sua azione o iniziativa. Tutti insieme dobbiamo fare una rivoluzione alla Ghandi. Organizzare uno sciopero della fame collettivo. Io non so come sia stato possibile arrivare a tanto sfracello con un Sindaco come Marisa Romeo, laureata in discipline umanistiche, quindi in quanto di meglio possa esserci per l’affinamento della sensibilità sul culto dei sepolcri. E per la considerazione che ho di Lei, come donna di cultura, sono certa che sentirà il bisogno di entrare in questo dibattito spiegandoci la situazione. Resto in fiduciosa attesa. Marisa Sculli

(Se cliccate sulle immagini si ingrandiranno e potrete osservare meglio il degrado. In questo posto orribile giacciono i nostri morti! La notte più buia, senza una luce, avvolge le tombe. E questa oscurità rattrista i nostri cuori già così provati. Il direttore di RadioCivetta )