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“A casa sutta all’ortu”. Commedia in tre tempi di Pino Carella in dialetto calabrese. A Roccella jonica in provincia di Reggio Calabria ieri sera la prima rappresentazione con un'arena gremita fino all'inverosimile. Un successo strepitoso!

E’ l’amore vero verso gli altri che da un senso alla nostra vita. Il resto è miseria

L’amore, la dedizione, il disinteresse sono sentimenti che muovono il mondo. Che lo rendono bello, abitabile, stabile, rassicurante. Ma questi sentimenti sono ormai quasi affogati in questo universo sempre più avventurato nel profitto, nell’ipocrisia, nel raggiro. Nell’anaffettività. Nel pregiudizio. Ne “A casa sutta all’ortu” di Pino Carella, si è assistito ad uno spettacolo che è lirica. Commedia ma anche dramma. Uno spettacolo in tre tempi delicato, sottile, avvolgente. Che non cade mai di stile, non scade nel volgare come purtroppo siamo spesso abituati a vedere. Che fa riflettere su rapporti umani intessuti di invidie, gelosie, interessi, pregiudizi, prepotenze. Ma anche Amore.
Un riflettore puntato sulla condizione delle donne che scelgono di stare sole se non trovano l’anima gemella e i preconcetti malevoli e razzisti, addirittura provenienti dagli uomini di famiglia. Antico retaggio arabo di un popolo che è ancora lontano dalla vera libertà e dal vero rispetto. La condizione di quelle donne sole, dignitose, che non si vendono per avere un marito non amato. Che lavorano anche pesantemente per mantenersi e non essere mantenute, offese dall’ostracismo dei vicini di casa e, cosa ancora più triste, avversate dai fratelli. Dagli uomini di casa, che non esitano un momento a offendere nella dignità quelle sorelle che hanno scelto di vivere del proprio lavoro. Di difendere le proprie scelte, a costo di essere sottoposte alle più insidiose cattiverie e dicerie dl vicinato. Dove una donna “senza “ un uomo è niente! Donna, sinonimo di serva di casa se non è maritata. “Casa senza omu casa senza nomu”. Questo si dice ancora da queste parti. Ma la nostra protagonista, Maria, affronta con immensa dignità e coraggio questa mentalità gretta e miserabile. Ha l’ardire di cacciare dalla propria casa Francesco, il fratello che la insulta per essersi permessa di dare ospitalità ad un amico in seria difficoltà, Totò. Un uomo sensibile rispettoso, colpito da grave handicap. Francesco la offende senza rendersi conto che sta oltraggiando sua sorella come fosse un oggetto senza valore. La dileggia. E’ un piccolo uomo vinto dagli interessi. Maria e Totò. Due persone unite da comune sensibilità, rispetto, complicità, riserbo dei sentimenti. Attesa senza chiedere nulla in cambio. E' una storia "pesante" ma recitata con una leggerezza e una simpatia che ha suscitato risate di gusto e applausi a scena aperta.

Questa che racconta Pino Carella e che dirige magistralmente è una storia vera. Maria esiste, ha parlato della sua storia a Pino che ha conosciuto quando lui nel suo girovagare per i suoi documentari “Radici” servizi televisivi per Telemia, l’ha incontrata e ha raccolto la sua storia.

I documentari di Pino appunto “Radici” raccontano di tradizioni, famiglie, luoghi suggestivi. Arte. Pino ha un grande amore per la Sua Calabria e per le persone “ultime”. Quelle che con la loro vita semplice, onesta sono l’asse portate di questa martoriata terra. Eccezionali gli attori. Tutti. In particolare i bambini Alexanda Carella e Nicolò Ursino. Alexandra è un cavallo di razza. Non perché figlia di Pino ma perché secondo me ha una stoffa eccezionale. Certo un Maestro come Pino ha il proprio valore aggiunto. Le auguro di proseguire su questa difficile ma stupenda via dell’arte. Consiglio: frequentare un'Accademia di recitazione per perfezionarsi. In Calabria ci sono fondi da elargire a questi ragazzi per intraprendere una scuola di recitazione?

Signor Sindaco di Roccella, Lei era presente ieri sera allo spettacolo. Al termine è salito sul palco per omaggiare gi artisti. Rivolgo a Lei questa richiesta: Si stanzino fondi per la cultura. Sono stati appena restituiti da Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, sei milioni di euro fondi europei perché non utilizzati. Vogliamo invertire la marcia e fare qualcosa  di serio per queste compagnie teatrali che stentano a vivere? Aiutiamoli perché meritano. Sono loro a fare un favore a noi, non noi a loro. Alziamoci e facciamo delibere. Comune, Provincia, Regione. Tutti i rappresentanti inviati ieri sera al bellissimo teatro-arena all’aperto a Roccella.  Colmo fino all’inverosimile. Vogliamo mandare la compagnia anche in America, Australia, in tournèe nelle comunità di italiani all’estero? Questi sono i messaggi da esportare.

Non il solito tormentone della mafia e ‘ndragheta. Questo tam tam, questa nefasta pubblicità ha fatto più danni e sterminato migliaia di meridionali, nella loro terra e nel mondo, a volte e spesso a sproposito, quasi quanto
i  sessanta milioni di deportati uccisi nei gulag comunisti messi in piedi da Lenin e dal successore Stalin. Dieci volte tanto gli internati e gasati nei campi di concentramenti nazisti, ricordati ogni due per tre. E non parliamo del medioevo. Ma di una manciata di decenni fa! Contadini condannati a morire con  mogli e i figli nelle tundre ghiacciate della Russia europea e in Siberia. Uno sterminio immane taciuto, il velo dell’oblìo è stato steso sopra, ma si continua a sterminare il Sud esportando pessima pubblicità e affamando gli abitanti.

Non dico che non esista il malaffare, ma come in tutto il mondo. E comunque dove c’è malaffare c’è qualcosa che non funziona. E’ lo Stato che non funziona. Sono i “servitori” dello Stato che spesso abusano dei loro poteri e della loro divisa a dare un pessimo esempio. A portare i cittadini a non rispettarli perché alcuni di questi" servitori di loro stessi" non sono degni di rispetto. E dove non c’è rispetto cresce l’insofferenza e la sofferenza. La ribellione. Questi "servitori dello Stato" termine di cui abusano e si riempiono la bocca si comportano da sceriffi del Far West. La Calabria, una terra bellissima, ricca di talenti, ad arte abbandonata. Maga
ri per essere pronta tra qualche anno ad essere venduta ai cinesi. Come sta accadendo in Africa. Allora smettiamo con i luoghi comuni, usiamo la testa e i fondi europei e diamo ossigeno a bambini, giovani e vecchi. All’economia. Al benessere. Anche il Sud è terra di Dio!  

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Il prossimo 14 agosto la commedia sarà rappresentata di mattina presso il carcere di Locri – riservata per i detenuti - e il 16 nella suggestiva piazza Mese di Caulonia superiore alle ore 21