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SilviaGiordani 2Silvia Giordani, rappresenta oggi la luce della Scienza e quella luce ha un colore tutto italiano. La giovane ricercatrice bergamasca ha iniziato ad orientare e sviluppare le sue doti di ricerca eseguendo un Master e un dottorato presso l’Università di Miami negli U.S.A. e post-doc al Trinity College di Dublino in Irlanda. Proprio in Irlanda ha vinto nel 2007 un fondo governativo per la ricerca dalla fondazione scientifica irlandese ”President of Ireland Young Researcher Award”, un valore di oltre un milione di euro, per creare un laboratorio di ricerca ex-novo con uno staff di giovani ricercatori sotto la sua guida del suo entusiasmo.
La ricercatrice italiana ha poi indirizzato le sue ricerche verso “i sensori molecolari e i nanomateriali” per applicazioni anche in ambito biomedico. Di recente la Ricercatrice Italiana ha vinto anche il premio «Unesco-l’Oreal for Women in Science», sezione Gran Bretagna e Irlanda, con un progetto intitolato “una nuova strada verso le medicine intelligenti”, per un valore di 15.000 sterline.
Le ricerche effettuate vertono sull’idea di creare un dispositivo molecolare o nanometrico con una piattaforma a base di carbonio, compatibile perciò con i sistemi biologici, caricata di altri componenti intercambiabili. Questo particolare dispositivo deve eseguire una funzione diagnostica-preventiva. Si tratta di usare sistemi biologici e nanomateriali che dialoghino fra loro e servano come interfaccia nano-logistica per la gestione di malattie complesse, dalla diagnosi alla terapia al monitoraggio, in vista di una maggiore efficienza curativa rispetto alle terapie convenzionali, soprattutto nel campo oncologico, con effetti sicuramente rilevanti per quanto concerne la funzionalità e la sostenibilità economica dei sistemi sanitari attuali.

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La ricerca approfondita verte nella possibilità di creare dei sistemi che possano aiutare un chirurgo ad intervenire con precisione sull’area tumorale da operare, in quanto in effetti le difficoltà maggiori in queste gravi patologie dei tumori è la possibilità di distinzione tra le cellule malate da eliminare e quelle sane da preservare. Le potenzialità di questi sistemi innovativi permetteranno in modo funzionale di eseguire con maggiore precisione l’eliminazione delle cellule malate; quindi intervenendo con questi sussidi tecnologici innovativi ciò garantirebbe  una altissima probabilità di guarigione per il malato. Per costruire questi dispositivi, la ricercatrice Silvia Giordani è partita dalle «nanocipolle» ossia micro-strutture al carbonio a forma sferica che possono sostenere diverse funzioni chimiche e che grazie alla loro forma e omogeneità hanno un ottimo potenziale per applicazioni biomediche. Tale ricerca è tuttora in fase di studio per la proposta vinta con il premio Unesco-L’Oreal for Woman in Science.