Pin It
4° CONVEGNO CONGIUNTO SIP-SIN
DI STORIA DELLA PEDIATRIA E DELLA NEONATOLOGIA
“Evoluzione clinica e socioculturale dell'assistenza all'infanzia,
dal feto, al bambino, all’adolescente: per una nuova pediatria"
col Patrocinio di SIP, SIN e SIPO
Roma, 1° marzo 2014

la maternità
Relazione di Ernesta Adele Marando
La gravidanza in età avanzata nel mondo occidentale. 
Non esiste “l’utero buono per tutte le stagioni". Problematiche psicosociali

Non si é posto ancora abbastanza l'accento su quanto siano importanti alcuni fattori che influenzano lo sviluppo psico-fisico del feto prima del parto e del bambino dopo la nascita. Si dà quasi per scontato che l'utero sia un contenitore "buono per tutte le stagioni" ma cosí  non é. C'è un'etá ottimale dal punto di vista anatomico, fisiologico e psichico,  per un buon andamento della gravidanza. Questa etá si può collocare in linea di massima tra i  venti e i trent'anni del ciclo della vita nella nostra società occidentale. Perché l’utero non è invecchiato, indurito, fibrotico. Gli organi sono giovani, l’utero è più elastico, fattore molto importante per l’andamento di una buona gravidanza e un buon parto. Il metabolismo è ottimale se non ci sono patologie in corso. Dal punto di vista psicologico vi è già una buona  maturità se le condizioni di crescita sono state ottimali.  Ed ancora tanti altri fattori a favore per una gravidanza in questa fascia d’età

Nella nostra societá occidentale ormai da  circa trent’anni si é assistito invece al graduale e progressivo slittamento delle gravidanze sempre in etá più avanzata fino ad arrivare a fenomeni aberranti come quello di donne che partoriscono dopo i 50 anni. I motivi li conosciamo tutti benissimo: la donna che si dedica alla riproduzione della specie tra i 20 e  i 30 anni viene gravemente penalizzata dalla società. Paradossalmente assistiamo nello stesso tempo all'invasione da parte di popoli meno acculturati di noi occidentali che invece si riproducono nel periodo di maggiore fertilità seguendo i ritmi della natura.

La donna occidentale che resta incinta nella fase migliore della sua vita fertile si trova cosí, sia consciamente che incosciamente, a vivere la gravidanza in modo conflittuale. Infatti sa che verrá sfavorita rispetto agli uomini che non fanno gravidanze e alle altre donne che vi rinunciano per fare carriera. O ancora una donna giovane rinuncia ad una gravidanza perché é costretta a lavorare per guadagnarsi da vivere per avere uno stipendio  senza il quale non puó mettere su famiglia. O ancora, specialmente in questi ultimi tempi,  non ha lavoro né reddito per la grave crisi economica globale e quindi non può proprio progettare di riprodursi.

Queste ed altre situazioni critiche organiche e psicosociali producono pertanto un disagio in gravidanza in età avanzata che può causare un parto prematuro e rendere indispensabile l'intervento del neonatologo. La nascita di neonati prematuri che a volte sono portatori di gravi handicaps che ricadono sulla famiglia sia in termini di costi che di depressione. Che ricadono sulla società che se ne deve fare carico. Quindi di tutta la comunità. Per non parlare della non accettazione da parte dei genitori di questi figli nati con gravi problematiche. Genitori che si scagliano molto più di quanto la realtà imponga, contro i ginecologi e i neonatologi e con richiesta di risarcimenti milionari per presunta malpratica medica.   

Si tratta di gravidanze vissute a volte all’insegna della paranoia primaria, come sottolinea Franco Fornari  nel suo libro "Il codice vivente" e cioé di un doppio vissuto persecutorio: Da un lato la madre teme che il bambino la farà ammalare durante la gravidanza  o la  ucciderá durante il parto; Dall’altro la donna incinta teme di volersi sbarazzarsi lei stessa dal feto e quindi abortire spontaneamente.
E come se nella vita  simbiotica  prenatale ci fosse una vita sola per due persone e quindi o la madre o il bambino debbano necessariamente morire. Mors tua vita mea


sinsipA fronte di questa situazione drammatica quello di cui c’è bisogno é prevenire gli eventi infausti,  aborti sponanei, interruzioni volontarie di gravidanza, parti prematuri che mettono in pericolo la vita della madre e del bambino. Sembra invece che la nostra società faccia di tutto per indurre le giovani donne a vivere una prima gravidanza disastrosa traumatizzandole cosi per tutto il resto della loro vita riproduttiva.

sipo
Vorrei che questo mio intervento stimolasse le nostre Società scientifiche di Pediatria - Sip - di Neonatologia - Sin -  e Pediatria Ospedaliera - SIPO - a promuovere il valore sacro della protezione della capacità riproduttiva della donna.