Il pittore di Ardore scruta con i suoi dipinti la fragilità femminile 

domenico grenci-volti di donna

Domenico Grenci è un giovane artista originario di Ardore, paese della bellissima costa jonica calabrese in provincia di Reggio Calabria, dove il blu del mare e le lunghe spiagge sono le linee parallele di uno scenario interminabile. Classe 1981, ha studiato al Liceo Classico Ivo Oliveti di Locri  e si è diplomato in pittura all’Accademia delle Belle Arti di Bologna con il massimo dei voti. Anche egli fa parte indirettamente alla corrente di innovazione e d’avanguardia  artistica creatasi negli ultimi anni sul litorale calabro.

Vive da anni a Bologna ma come  tanti altri giovani artisti emergenti calabresi, porta con se un bagaglio culturale e creativo che solo questi lembi di terra sanno donare a gente giovane in cerca di affermazione e confronto con determinazione e forte motivazione, perché tutti a loro modo hanno qualcosa da dire. Una marcia in più per lasciare il segno ovunque. Innumerevoli le rassegne d’arte contemporanea nelle quali Domenico ha presenziato con le sue opere sia in Italia che all’estero, ricevendo diversi riconoscimenti importanti.
Domenico concentra la sua arte pittorica su un’espressione ed una metodologia che evidenzia la presenza-assenza dell’essere umano. L’immagine frammentata e decadente che col passare del tempo e dell’incuria tende a sparire, rovinarsi non per sua scelta ma per cause inflitte. Compaiono sulle sue tele segni tangibili di fragili volti di donne, espressioni di contenuta e nascosta sofferenza che attraverso i pochi segni sbiaditi raccontano ancora storie di vita. L’artista per il concepimento materico e fisico delle sue opere utilizza il bitume creando una cromia delirante, dall’inquietante nero profondo della notte alle tenue macchie fotografiche sbiadite che vanno a circoscrivere espressioni di dolore ed estrema fragilità, lasciando nell’osservatore tensione palpabile per il messaggio da cogliere. I volti di queste donne sono galleggianti in acque burrascose, ma comunque pronti ad affondare anche un cataclisma di segni e macchie cupe dove la vita e la morte possono sembrare la stessa cosa al medesimo istante lasciando comunque una memoria visiva fervida tra l’apparente caos.

grenciL’artista ripercorre l’immagine della donna nel tempo, rispolverandola dalla dimensione fotografica e splendente in cui era incorniciata nel recente passato. E’ piena ormai di macchie pestilenti, squarci orripilanti che la fanno sgretolare nel buio della materia bituminosa con la quale viene concepita materialmente e poi la incide di segni sintetici ed espressivi per raccontare il tumulto intimo e profondo che ogni donna vive da sempre nella società di ogni epoca. Vittima ingiusta ed ingiustificata di una tirannia maschilista e sociale che continua imperterrita sino ai giorni attuali. Alcuni dei suoi dipinti paiono mutilare con aloni bituminosi,  ruggini e muffe, velature e schiariture, le parti del viso di queste donne purchè nascondino occhi per non vedere, orecchie per non ascoltare e bocche per non parlare. L’artista probabilmente li incide nel tempo dandogli ancora, a differenza di altri esseri umani, l’opportunità di riemergere e comunicare i loro tormenti e le loro emozioni, sussurrare ancora qualcosa come ai tempi in cui le immagini erano limpide e dettagliate.
Le opere di Grenci sembrano tramutare in decomposizione materiche di vecchi fotografie ingiallite scattate con le prime macchine e ormai indirizzate ad uno stato di degrado incontrollabile. Ricordare l’ennesimo oltraggio che subisce questo essere dovuto alla vecchiaia e al tramonto della bellezza di cui era stata omaggiata dalla natura. Labbra che ancora seducono e che trattengono il canto. Piene di vergogna e perdizione, questi visi  in posa e immobili, inerti a chi si ha di fronte, al tempo e al destino. Occhi pieni di paure e di orizzonti perduti. Per l’artista questo suo meccanismo artistico ed espressivo vuole essere un mezzo di ribellione per contrastare la bellezza effimera di cui si fa continuo abuso nel mondo contemporaneo e soprattutto in quello commerciale. Queste opere sono un continuo tumulto di dire e nascondere, di urlare e stare in silenzio. La rassegnazione dell’essere sottomesso e la rabbia dell’emergere con dignità e rispetto, dimensioni emotive e morali che si intrecciano in una fune di tensione di immagini aggrovigliate, nei quali l’unico appiglio non può esser altro che l’osservazione e la memoria dell’essere e del reale, nel tempo che è passato, in quello attuale e in quello che verrà. Grazie all’arte di Domenico Grenci, alle sue opere significative e particolarmente cariche di significato è possibile carpire e cogliere il senso di questo essere celeste, ricordando in ogni epoca, in ogni contesto ed in ogni parte del mondo, che “dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna”. Tutte le donne dipinte da Grenci lo sono perché ognuna di esse ha qualcosa da raccontare o ricordare a chi li osserva.
Domenico Spanò