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cupola san pietro rd.jpgLa fulgida carriera del megaprimario Marcello Assumma, ora quiescente da meno di unospedale san camillo rd 200.jpg mese ma eredita il suo impero la sua delfina. Tutti sapevano della designazione da prima che fosse costretto ad abbandonare il timone di comando, e con umana rassegnazione in molti abbassavano il capo e cominciavano ad omaggiare la futura imperatrice. Come nelle dinastie! La trasparenza al San Camillo è una bestemmia. Lì vige il triunvirato di Roma.

E’ doveroso commemorare, anche se ancora in vita e speriamo ancora per molti lustri, il professore Marcello Assumma, come nelle favole, il più piccolo, se ricordiamo bene, di tre figli maschi di una famiglia che conta a Roma. Non abbiamo mai saputo perché fosse professore e in che cosa, ma così lo abbiamo conosciuto nel lontano anno 1981.
All’epoca aveva 43 anni essendo nato nell’aprile del 1938 e non violiamo nessuna privacy perché stiamo parlando di un uomo molto pubblico e noto a livello internazionale. E siamo sicuri che apprezzerà le nostre fatiche nel cercare di ricostruire la sua fulgida carriera alla guida di divisioni di neonatologia in ospedali di assoluto rilievo operanti nella città di Roma, la Capitale del mondo!.
E cominciamo il nostro racconto che sa di fiaba…


Il nostro scienziato era un oscuro pediatra alle comunità scientifiche fino all’età 43 anni. Fino ad allora lavorava presso la divisione di Pediatria diretta dal Dr Mallardi, presso l’ospedale “Nuovo” Regina Margherita in Viale Trastevere, che con la nascita delle ASL venne denominato anche “Roma Centro”.
Il caro Marcello, come qui mi permetto di appellarlo, mai “in vita”. Quando era in ospedale, era “il Professore” e a lui alcuni dei suoi sottoposti gli si rivolgevano con il deferente “Lei”, a parte  naturalmente quelli che erano nel suo cuoricino tenero di padre e a cui era permesso dargli del “Tu. E cosi Lui si è scelto tra i tanti, quelli più fidati, per lui quelli più bravi a esaudire il suo pensiero e a ricambiare con quello che potevano offrire, si è scelto i suoi portaparola e il suo delfino.

La meritocrazia, il curriculum valgono picche se hai un brutto carattere, se osi dire che vorresti trasparenza nelle cose pubbliche dello stato. Quale stato, prego? Qui è una grande famiglia, vige il Vangelo: che non sappia la mano sinistra quello che fa la destra! O una cosa simile!

Dobbiamo dire che era un primario molto oculato, a parte qualche improvviso e inaspettato  slancio ma una rondine non  fa primavera, non si sbilanciava quasi mai in sdolcinati pensieri come portare a Natale  a Capodanno e Pasqua dei panettoni o colombe per il personale infermieristico, però non sprecava nulla, spesso li portava a feste finite. Il personale lo adorava però, e con giusta deferenza lo trattava come uno zar e il caffè gli preparava tutte le mattine al suo giungere prima delle otto in reparto, quando lo si vedeva alcuni giorni la settimana e, con immenso dolore, poi lo si vedeva andare via prima delle tredici se non alle dieci. Se qualche sventurato che non lo aveva visto lo voleva assolutamente salutare perché altrimenti non avrebbe dormito la sera, doveva affrettarsi e andare nella sua stanza massimo entro 12 e 30 perché alle 12 e 35 aveva varcato la soglia dell’ascensore.

Torniamo alla sua fulgida ascesa. Ritorniamo agli anni 1980 quando, non si sa come, ma è stato, allora c’erano i comitati di gestione, è stata fatta una delibera per cui dalla Divisione di Pediatria che comprendeva i reparti di Nido, con neonati “sani” appena nati e “associato” alla Maternità, Patologia Neonatale, Terapia Intensiva e Pronto Soccorso Pediatrico viene reso autonomo il reparto “Nido” e viene assegnato al nostro scienziato quale dirigente. Così praticamente diventa primario di fatto.
E come tale si regola.
All’epoca aveva 42 anni e nessuno nel mondo scientifico lo conosceva. Ma questo è ininfluente, il nostro era specialista nel lavorare nell’ombra e uscire allo scoperto a cose fatte!
Dunque nel 1981, a 43 anni, è di fatto a capo del Nido con alle dipendenze quattro neonatologhe assunte con avviso pubblico indetto per l’evento. Così l’esercito di donne è pronto. L’esercito ha lavorato indefessamente, ma nessuna delle quattro ha conquistato il suo cuore.
Lui il Capo, aveva un gran traffico per sbrigare pratiche burocratiche, mantenere i rapporti con le stanze dei bottoni, in direzione sanitaria e in via Ariosto dove era la sede amministrativa centrale e poi, nel tempo residuo, giustamente visitava nella sua stanzina i bimbi dei dipendenti e dirigenti dell’ospedale, che erano orgogliosi di far visitare la prole al Primario, il quale era veramente bravo e si fidava talmente tanto delle dottoresse che erano “alle Sue dipendenze” da lasciarle lavorare in pace e piena autonomia, infatti non ha mai interferito andando a fare la visita ai neonati ricoverati come tanti proletari primari facevano e fanno. A meno che i neonati non fossero figli di… nipoti di… bisognosi delle sue attenzioni.

Nel 1987 va in pensione Mallardi il suo ex primario prima della scissione del Nido e il nostro scienziato che pensa? Che sarebbe bello riunire il Nido alla casa madre, alla divisione di Pediatria di cui era una costola e nel contempo risparmiare un primariato.
Il sogno si avvera, nuova delibera e voilà, il Nido ritorna dov’era un tempo, annesso alla Pediatria e lui diventa in un sol colpo Primario di tutta la Divisione!

Inizia l’Impero vero e proprio con mire espansionistiche coloniali sul vicino Ospedale pediatrico “La Scarpetta” sul lungotevere di fronte l’Isola Tiberina, ospedale sempre nel Territorio di Roma Centro la cui Direzione Amministrativa è sempre in via Ariosto. 
Il primario Marcello Assumma, cui come avo probabilmente conterà anche Napoleone Bonaparte, con un occhio controllava il suo territorio dove “lavorava”, l’ospedale “Nuovo” Regina Margherita, con un altro occhio controllava la scadenza del mandato primariale del Professor Seganti dell’ospedale pediatrico“La Scarpetta” e con un terzo occhio, lui è un mistico, controllava anche la scadenza del mandato del Professor Alù, primario della sezione di neonatologa dell’ospedale San Giacomo.

Arriva prima la scadenza del primariato del professor Seganti, per sopragiunti limiti di età. E che succede? Nessun concorso pubblico, come prima al “Nuovo” Regina Margherita, anche qui il Professor Marcello Assumma diventa Primario per ereditarietà! Stessa ASL, ospedali diversi, stesso Primario, semplice no! E quanto risparmio.
Peccato però che intanto in altri settori fioriscono repartini nuovi con nuovo Primari sindacalisti in pectore per lo più,o “nipotini di qualcuno”, il curriculum è un optional!
Per chiarire in Via Ariosto 3 vi erano e vi sono gli uffici amministrativi, la sede del Direttore Generale e Sanitario Aziendale degli Ospedali “Nuovo”Regina Margherita, “La Scarpetta” il “San Giacomo” e delle varie USL territoriali. E' lì il terminale della ASL RMA (ex Roma Centro).

Intanto i “suoi” medici sottoposti se volevano avere maggiori ragguagli scientifici non lo importunavano mai, ma preferivano andare ai congressi delle società scientifiche accreditate! Passano gli anni e intorno a lui si coagula un nucleo di fedelissimi scienziatini, che sono cresciuti nella sua adorazione e fedeltà assoluta, come si conviene verso”un faro di luce e umanità”! Il Capo è vanitosetto, ed è giusto così, gli occhi degli astanti si perdono sui colori delle sue cravatte targate Marinella, i suoi vestiti di grisaglia grigia o blu sono impeccabili… un uomo d’altri tempi. I suoi amici, dei circoli più esclusivi della capitale, sono personaggi influenti, dei veri fratelli per lui! E insieme si danno una mano. I Rompic… vengono tracimati “dalla natura”.

Arriviamo a metà anni novanta, intanto il nostro faro di luce e umanità diventa anche faro di scienza. Inizia a frequentare congressi e convegni, crea società scientifiche, scrive articoli, diventa presidente di tante cose… una vera metamorfosi. Certo il primariato fa miracoli e sveglia l’intelletto. Pensa che è ora di fare il grande salto e mira all’Azienda ospedaliera tra le più grandi d’Europa. Quale? L’Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma naturalmente.
Essere Primario lì, si che è bellissimo! E ci riesce.

Così il primo settembre 1997, con un nugolo di neonatologi quasi tutti fedelissimi, ma non tutti e questi non era possibile lasciarli “ a terra” perchè avrebbero fatto un certo “rumore” e non era il momento che un granellino di sabbia inceppasse il meccanismo perfetto e così furono imbarcati in sei. Gli altri dispersi in vari ospedali.
Divisione di pediatria e neonatologa al “Nuovo” Regina Margherita scomparso!
Inizia l’avventura al San Camillo. Nuovi elementi vengono arruolati da vari ospedali romani e non. L’armata è completa.
Si indicono concorsi per assegnazione di responsabilità di unità operative semplici e altro. Si fanno le domande si corredano di curriculum. Si attende risposta. Si attende graduatoria pubblica. Il nulla. Dopo ann,i da voci di corridoio si apprende che quei posti sono stati assegnati e gli assegnatari, con grande senso della riservatezza muti sono stati. Intanto il nostro scienziato è diventato una stella internazionale della neonatologa. Caso più unico che raro perché lui in verità la corsia “non la conosce”.

Le "sue" dottoresse e dottorini fanno “tutto”… , non tutti per la verità, c’è qualche recalcitrante che viene così messo al bando, c'è qualcun altro che "viene messo fuori gioco" non perchè ribelle ma "ingombrante".
Alcuni tra loro hanno libero accesso al “santuario” come viene chiamata la sua stanza. Gli altri, i non “simpatici” questuano fuori la porta una sua illustre firma su qualche foglio di ferie lasciato giacere, dall’illustre, fino al giorno prima di andare in congedo, pazienza se non puoi prenotare un viaggio fuori porta perché non trovi posto più né in alberghi né in aereo, esiste sempre la spiaggia di Ostia.
Al contrario Lui e le sue ancelle a volte spariscono per giorni e poi scopri che sono insieme a congressi internazionali, per esempio in Spagna, grazie a splendide offerte vacanze da parte di case di latti artificiali e affini che fanno a gara per compiacere il capo e i suoi favoriti. Nei reparti sguarniti per partecipazione selvaggia e incontrollata a congressi e cooperazione per mesi nei paesi in via di sviluppo e in guerra, si fa la conta per chi possa tappare i buchi. Ma è solo un dettaglio.

La trasparenza degli atti amministrativi al San Camillo Forlanini è per gli addetti alle cose criptate. Se veramente vuoi sapere… non sai, se non fai parte del giro. Certo ci si sente rispondere: ma vai in internet, trovi tutto! Primo, non è vero, secondo non è detto che si sappia andare in internet, terzo non è detto che si abbia un computer… Al san Camillo, in Neonatologia,  il computer ce l'hanno il Primario e i CapoSala. Fine della musica.

Per farla breve, il nostro ha compiuto 67 anni tre anni fa ma era talmente innamorato del suo posto che si è “fatto trattenere” per altri tre anni. Ora non ci sono santi, è dovuto andare via. Ma l’Uomo è stato previdente: ha preparato da primario una sua Delfina dal carattere tenero e buono, non come qualcun altro, magari dal curriculum più interessante e corposo ma di bruttissimo carattere perché non accetta un certo modo di procedere alla vecchia maniera democratica cristiana e si ribella.

Il nostro uomo nella sua fulgida carriera anche di già Presidente della Società Italiana di Neonatologia, ne ha fatta di strada!
E’ stato in molte commissioni di esami per scegliere tra i candidati i nuovi primari di Neonatologa a Roma e provincia. Due dei suoi discepoli, una del “Nuovo” Regina Margherita”, l’altro del “San Camillo” sono diventati primari all’ospedale di Civitavecchia e all’ospedale San Filippo Neri di Roma.
Ora questi, nel firmamento dei primari neonatologi in commissione d’esame per altri aspiranti primari potrebbero essere gli esaminatori della reggente Delfina al San Camillo, loro ex collega di reparto...
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La “Delfina” dice di non sapere di essere stata prescelta, e sarà senz’altro vero perché è veramente un’anima candida, ma chissà come mai, appena il Capo ha varcato i settant’anni ed è stato costretto a lasciare la sua ampia e luminosa stanza con balcone, Lei, la Candida Delfina si è piazzata sulla Sua poltrona ( del Capo) per godere della visuale e firmare cartelle.
Certo è che i suoi colleghi, sarà che avranno imparato l’arte della divinazione, sarà che sono maliziosi,  invece sapevano da anni che lei era la Prescelta.
Tutti sanno che si sta per firmare o si è firmata in questi giorni la sua delibera di Reggenza. E poi, forse, il concorso… Ma niente paura anche in questo caso... Gli esaminatori sono tutti amici o amici degli amici.
O seguirà la storia del suo Capo?… delibera e vai… !
La storia continua. E le stelle stanno a guardare!

Post scriptum:
Ci giunge adesso una "nota di agenzia di corridoio" note di solito attendibili,  di cui però non abbiamo avuto la possbilità di verifica alle fonti, ma che comunque passiamo, per venire incontro ai tanti fans del professore Assumma, avidi di conoscere tutto sul loro idolo.
Veniamo alla notizia, dunque: pare che il Professore avesse decine di giorni di ferie cumulate da anni. Perchè lui, un lavoratore fino allo stremo delle forze, fino all'ultimo giorno che è stato in servizio, seppure spesso in servizio esterno alla Divisione nuda e cruda. non ha avuto evidentemente possibilità di usufruire delle ferie vecchie e nuove, sebbene i sottoposti fossero costretti a consumarle entro il mese giugno di ogni anno, quelle dell'anno precedente. Ma lui è il Capo. E così, giunto alla fine del mandato, rimandato per tre anni, l'Amministrazione pare "sia stata costretta" a monetizzare  questi giorni residui di ferie, ferie che in genere non sono monetizzabili. Pare che gli siano stati dati a tal proposito migliaia di euro. Se così sarà stato, noi siamo certi che il Professore li devolverà in opere pie, perchè Lui è un buono e i soldi non gli servono, ha sempre detto di essere ricco di famiglia!  Beato Lui!

Post post scriptum
: A una lettera firmata, a una lettera corale, la buona educazione e la gentilezza d'animo impognono di rispondere, e Davide ha risposto, con le parole del Vangelo: " Qui gladio ferit, gladio perit"
( Chi di spada ferisce, di spada perisce).
Vangelo secondo Matteo.

Che in parole più povere e popolari e meno cruente vuol dire : “ a chi tocca nun s' ingrugna!"




davide lancia la pietra a golia rd150.jpg







Davide con una modesta fionda

Roma 23 Maggio 2008


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POST - IT
postitPer non farvi perdere tempo in altre ricerche se volete conoscere il seguito della novella aprite l'altro articolo dedicato di oltre un anno dopo. La profezia magica si è avverata! Cliccate sul titolo dell'altro componimento di Davide "Davide e Golia. Gli incarichi all’ospedale San Camillo di Roma "pubblicato anche sul nostro  J'Accuse... ! ed entrerete nel mondo della "meritocrazia trasparente e lucida". 
Vi invitiamo ad andare su questo giornale e leggere i molti commenti giunti in calce al componimento. Daranno spunto per una profonda riflessione. Non dite che non vi rendiamo la vita facile!

La redazione di radiocivetta 21 Marzo 2011