Il lamento non porta mai bene. Osare sempre per navigare in mare aperto e raggiungere nuovi lidi sempre più belli

magna grecia naveLe persone positive sono quelle che riescono a programmare il loro futuro senza farsi fuorviare dalle lamentazioni del prossimo. Magari quello più prossimo. Quelle persone che perfino partono più svantaggiate di tante altre ma riescono a capovolgere un destino segnato per la meschinità di molti, con la loro visione di una vita migliore. Con la tenacia e la resilienza per non farsi abbattere dalle avversità e dalla cattiveria di gente miserabile, gente nata anche bene.
E per gente nata bene intendo quella gente nata da una famiglia normale. Da un padre legittimo e una madre legittima. Oggi fortunatamente non c’è più la discriminante figlio legittimo e figlio naturale. I figli sono figli e basta. Stessi diritti. In alcune parti del mondo però, nonostante internet e la minigonna,  questa norma è soltanto carta straccia. Per esempio in Calabria. I figli vengono ancora classificati tra figli di nati nel matrimonio, cosiddetti figli di buona famiglia ( e lasciamo stare se in questa buona famiglia i tradimenti volano come le mosche sulla spazzatura d’agosto) e i figli di malafemmina. Che poi di malafemmina c'è niente. Si tratta di donne emarginate perchè povere e belle. Donne esposte all'ingordigia di tanti.  Perché una donna che ancora oggi partorisca senza avere un anello al dito benedetto da sindaci e preti è considerata dalla buona società una puttana. E i suoi figli sono bambini da emarginare. I bambini delle belle dame non possono mescolarsi con i bambini delle donne perdute!

Ho visto nella mia vita le donne perdute e le loro figlie, perdute per procura, con sulle spalle carichi pesantissimi  messi addosso dalla società perbene. Società che le ha bollate come rifiuti. Ho visto bambine, ragazze, donne giovani e meno giovani portare la croce perché osavano essere bellissime, fiere e indomite. Osavano e non avrebbero dovuto e potuto perché figlie della colpa.
A loro la mia totale ammirazione, perché molte di loro sono diventate, con la loro intelligenza e coraggio, donne di successo.  In mezzo a donnette legalizzate e con il brillante al dito, figlie di papà e di mammà,  ricche solo di livore e invidia.

Concludo con una poesia dedicata a Marianna dello scrittore calabrese Giuseppe Landolfo di Bruzzano Zeffirio. Poesia contenuta in uno dei suoi libri dal titolo: “Lungo l’arco del tempo e della vita”.

OCCHI DI FELINO

Neri capelli, occhi di felino
Che sanno divenir dolci e profondi:
musica fascinosa di violino avverti,
se t’immergi in quei due mondi!

La bocca di un corallo sopraffino
Due minuscoli seni tondi tondi:
profumo delizioso di giardino
magico-oriental sempre diffondi!

Starti vicino è viverti il mistero
Di favole grondanti di malìe:
tu trasfiguri e ne sublimi il vero!

Avvinto alla tua splendida armonia
- Corpo anima spirito pensiero –
Attingo, in permanenza, poesia!

Marianna, una persona vera. Una persona che ho conosciuto una sera d’estate. Una Donna che ha vissuto saltando ostacoli e barriere e ha superato il suo destino che doveva essere fatto di emarginazione. Per i pregiudizi della gente. Per colpe non sue. Una Donna protagonista della sua esistenza. Una Donna non più giovanissima che della vita è sempre innamorata. Una Donna bellissima. Ieri e oggi.