15937 650 320 dy Cani e gatti randagi dalla Regione 400mila euro per salvarli dalla strada
21 Associazione calabresi non solo criticano e si lamentano, ma lottano e ...scrivono
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Una missiva corposa, inviata al governatore Oliverio e anche al commissario per il piano di rientro sanitario in Calabria, Massimo Scura e a tutti i prefetti delle cinque province calabresi per chiedere interventi e strategie su una problematica purtroppo molto diffusa in Calabria: il randagismo.
Pare che istituzioni esistano, per alcune serie problematiche, solo sulla carta!
La normativa vigente non viene applicata, le Associazioni vengono lasciate letteralmente sole a fronteggiare il randagismo perchè agli enti preposti, forse, non ‘conviene’ occuparsene. Cani maltrattati, reclusi, alcuni anche uccisi con violenze atroci: tutto questo accade in questa terra dove, sono invece moltissime le realtà che portano il loro contributo, per combattere il randagismo e che da anni chiedono che, chi di competenza e così come previsto dalla legge, si occupi finalmente di questo problema, nel rispetto dei diritti degli animali.

Eppure le norme e le leggi esistono e vanno dall’art. 120 della Costituzione alla Legge 4 novembre 2010, n. 201, che prevede la “Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell’ordinamento interno”. E poi ancora: la Legge 14 agosto 1991, n. 281, “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo; la Legge Regione Calabria 5 maggio 1990, n. 41 “Istituzione anagrafe canina, prevenzione randagismo e protezione degli animali”; la Legge Regione Calabria 3 marzo 2000, n. 4, “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5 maggio 1990, n. 41” , in particolare l’art. 3, punto 2 Accordo 6 febbraio 2003; l’Accordo tra il Ministero della Salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano in materia di “Benessere degli animali da compagnia e pet-therapy” recepito con D.P.C.M. 28 febbraio 2003; la Delibera del Consiglio dei Ministri del 12 marzo 2015, che conferisce all’ing. Massimo Scura l’incarico di Commissario ad Acta per l’attuazione del vigente Piano di rientro dai disavanzi dell’SSR calabrese, e indica tra le azioni prioritarie quelle inerenti la sanità pubblica veterinaria; il D.C.A. Reg. Cal. 11 maggio 2015, n.32, il D.P.G.R. CA n.51 del 19/5/2014 – razionalizzazione degli interventi in materia di randagismo: istituzione di una rete di canili sanitari nel territorio della Regione Calabria – modifiche ed integrazioni”.

Le Associazioni ed il Movimento Animalista che hanno inviato la missiva (sono ben 21 i rappresentanti), fanno riferimento alla situazione dei canili sanitari in Calabria, per la quale il Movimento Animalista calabrese, il 27 luglio scorso aveva inviato, al Settore 8, Sanità Veterinaria – Area Sian, in persona del suo Dirigente, Dott. Giorgio Piraino, istanza di accesso agli atti per conoscere l’elenco complessivo dei canili sanitari attualmente operanti e accreditati dalla Regione Calabria dislocati nelle cinque province. Una richiesta alla quale non è arrivata risposta, nonostante sia trascorso più di un mese dall’invio. E a tal proposito è stata aperta una segnalazione all’Anac.

Nella lettera si sottolinea poi l’inoppugnabile carenza di canili sanitari in Calabria che rende impossibile, o vincola ad inaccettabili limitazioni, il ricovero degli animali vaganti e conseguente erogazione di ogni prestazione sanitaria da parte dei Servizi Veterinari delle ASP, determinando una situazione di estrema pericolosità sull’intero territorio regionale. E ancora l’assenza di dati certi, all’indomani dell’11 maggio 2017, ultima data utile per l’adeguamento dei canili rifugio ai requisiti richiesti dal DCA N. 32/2015; in merito a ciò, è verosimile – scrivono – ritenere che la maggior parte delle strutture non sia riuscita ad adeguarsi e, che, pertanto, non abbia ricevuto l’accreditamento regionale come previsto dalle norme (ciò si è dedotto dal fatto che molti canili, da maggio/giugno scorso, non ingressano, né trasferiscono, cani randagi).

Inoltre è evidente – è scritto nella lettera – la mancata ottemperanza, sul territorio regionale, di ogni normativa regolante il benessere degli animali d’affezione e la gestione del fenomeno randagismo della maggior parte delle Amministrazioni Comunali e delle ASP, e l’assoluta assenza di programmi di prevenzione dello stesso, per come prescritto nelle normative sopra richiamate, che configura ungrave inadempimento da parte della Regione Calabria, dei Comuni e delle ASP. L’attuale gestione del fenomeno dunque, pur impegnando ingenti risorse economiche, manca di garantire risultati accettabili dal punto di vista sanitario ed etico e lede l’immagine territoriale della Calabria pregiudicando la valorizzazione e lo sviluppo turistico.

Nella missiva i rappresentanti e presidenti delle varie associazioni che si occupano della tutela e salvaguardia degli animali chiedono un immediato intervento da parte della Regione Calabria che, in virtù di quanto disposto dall’art. 120 Cost., obblighi Comuni ed ASP ad un immediato adeguamento alle normative, incluso quanto disposto dall’art. 12, DCA 32/2015 (Re immissione cani sul territorio).
Alla Regione Calabria viene chiesta l’immediata adozione di un programma di prevenzione del randagismo (per come previsto dall’ art. 3, Legge 281/91), che dedichi adeguata attenzione alle cause oltre che ai devastanti effetti del fenomeno e che preveda iniziative di Informazione, Educazione, Formazione al fine di consentire la progressiva riduzione dei randagi e degli animali ricoverati nei canili con conseguente contenimento delle spese.
I firmatari –tramite Avv.ti Maria Cipparrone e Assunta Cosentino -
rappresentanti e presidenti di associazioni ed il responsabile regionale del Movimento Animalista Calabria:
1) Giuseppina Amato, presidente di Battito Animale – S. Sofia d’Epiro (CS)
2) Monica Pietramala, presidente di AIC Adottami in Calabria, con sede in Cosenza
3) Marilene Bonavita, presidente di O.L.A. Onlus, con sede in Siderno (RC)
4) Anna Principalli, presidente di Frida , con sede in Mirto Crosia (CS)
5) Angelo Vanni, presidente di Qua la zampa Diamante, con sede in Diamante (CS)
6) Maria Giulia Morano, presidente di Gli Invisibili dei canili rifugio Cosenza, con sede in Cosenza
7) Rossana Longo, presidente di Rifugio Fata, con sede in Lamezia Terme (CZ)
8) Mirea Palchetti, presidente di Facciamo Branco, con sede in Rossano Calabro (CS)
9) Anna Maria Luisa Fedele, presidente Zampe in salvo, con sede in Paola (CS)
10) Luana Palumbo, presidente di Dammi una zampa, con sede in Corigliano Calabro (CS)
11) Francesca De Cocinis, presidente della L.e.i.d.a.a., sezione di Belvedere M.mo (CS)
12) Piera Gonzales, presidente di Maidasoli, con sede in Lamezia Terme (CZ)
13) Gisella Grande, presidente della L.e.i.d.a.a, sezione Cosenza, con sede in Cosenza
14) Francesca Console, presidente di Anima Randagia, con sede in Catanzaro
15) Caterina Semerano, presidente di Argo Onlus, con sede in Cirò Marina (KR)
16) Massimo Comparotto, presidente di OIPA Italia Onlus, con sede in Milano (presenti 2 delegazioni: Cosenza e Reggio Calabria)
17) Gianluca Felicetti, presidente Lav Lega Anti Vivisezione, con sede in Roma (presente una delegazione a Vibo Valentia)
18) Maria Betrò, presidente Enpa Pizzo Calabro, con sede in Pizzo Calabro (VV)
19) Serena Domenica Voci, presidente della LNDC Lega Nazionale Difesa del Cane sezione di Soverato (CZ)
20) Pasquale Turano, presidente della L.I.D.A Lega Italiana Diritti Animali sezione di Cervicati (CS)
21) Leonilde Santaniello, responsabile regionale del Movimento Animalista Calabria, con sede in Calabria in Casali del Manco