Alcune considerazioni sulle " morti annunciate", per mano degli "uomini", di Piergiorgio Welby, Saddam Hussein e...altri. Benito Mussolini, per esempio.

 

L'anno appena concluso, il 2006, si è portato via, per ordine degli "umani, due vite.Vite diverse, ma pur sempre vite. L'una, quella di Piegiorgio Welby, l'altra, di Saddam Hussein.

 

Premesso che chi scrive è contro la pena di morte, per il solo fatto che la vita è sacra, quella di chiunque e solo Dio la può togliere quando è arrivato il momento. Premesso che si è contro ogni accanimento, sia terapeutico, sia giustizialista.

 

Siamo stati cordogliati per settimane dagli appelli "umanitari" del perenne digiunante Marco Pannella e dell'ossuta Emma Bonino, seguiti dalle preoccupazioni amorevoli dell'adesso ormai vedova del povero eutanasizzato Piergiorgio, per mano di un "pietoso"  medico.

Vorrei sottolineare che, per missione e per giuramento, il medico cerca di conservare la vita! Non la toglie deliberatamente! Nemmeno e tanto meno dietro pressioni di ogni tipo! Non era necessario un atto medico per staccare la spina del respiratore, sarebbe bastata la mano di uno dei tanti premurosi soccorritori di Welby. Ma strombazzare è facile e da notorietà; fare, comporta delle responsabilità. Cosi si arma la mano del primo eroe disponibile. Quello che inquieta è che si è trattato della mano di un medico.

 

Piergiorgio Welby era un uomo buono e martoriato da decenni. Forse un sostegno psicologico e spirituale adeguato lo avrebbe aiutato a vivere, ma evidentemente non l'ha avuto. E se lo ha avuto non sarà stato sufficentemente efficace. Ha avuto invece attorno gente che lo ha sollecitato a porre fine alle sue sofferenze. O a porre fine alle sofferenze di altri che sarebbero stati costretti ad accudirlo ancora per anni? O a dare risalto a figure politiche appannate e logore? Chi può dirlo? Ma forse pensarlo si!

 

Passiamo al secondo morto ammazzato. Saddam Hussein. Efferato criminale, appeso a una corda, deceduto dopo 55 secondi dall’apertura della botola, per fratture vertebrali, più prosaicamente per rottura dell’osso del collo.

 

Quello che però fa più indignare è lo sdegno manifestato dal premier italiano in carica nell'apprendere dell'avvenuta esecuzione. Con la sua flemma da curato di campagna e il suo parlare sillabato ha comunicato al mondo intero la sua i costernazione. Lui e i suoi sono assolutamente contro la pena di morte. Giusto! Ma alcuni suoi seguaci, un gruzzolo di vegliardi ancora in vita, in via diretta, e i loro eredi, in via indiretta, non sono pentiti o costernati di quanto perpetrato al Duce e compagna qualche tempo fa, ancora a memoria d'uomo ( ci scusi la buonanima del Benito se usiamo il termine compagna, ma sicuramente capirà che intendiamo compagna di suoi ideali e non del rosso stendardo).

 

Si dissero, " i vincitori", entusiasti di quanto accadde circa sessanta anni fa a Milano, entusiasti dell'operato di quel commando che, dopo un sommario "processo" durato un minuto in una casa di Milano, dopo avere chiesto a Benito Mussolini: " Come Vi chiamate" e sentita la risposta:" Benito Mussolini". Subito la sentenza: "Siete condannato a morte" e seduta stante, Mussolini e Claretta Petacci vengono giustiziati a fucilate.

Portati a Piazzale Loreto, calpestati, sputati, il cadavere della Petacci profanato, dopo di che vengono appesi per i piedi a testa in giù nel piazzale! Così fu annunciato in seguito:" Lampredi e Audisio lo fucilarono, noi lo sapemmo a cose fatte e approvammo pienamente". E i nostri ex comunisti e antichi partigiani ne vanno ancora fieri! E Prodi esterna il suo sgomento per l'esecuzione di Saddam Hussein, avvenuta comunque dopo un processo non durato un minuto!

Processo discutibile, se si vuole, ma processo! In genere gli insegnamenti dovrebbero provenire da chi non ha scheletri nell'armadio! Ma questo è puro idealismo! La verità è che canta solo chi ha potere e in genere il potere, accompagnato dall'autoritarismo, vive sugli scheletri. Quelli che lavorano sul serio, stentano ad arrivare alla fine del mese, non lanciano sermoni dagli scranni dorati a decine di migliaia di euro al mese. Hanno pudore. Ma il pudore non paga.

 

Grande è stata la lezione che il primo ministro irakeno ha dato al "nostro" illuminato capo del Governo italiano dopo l'esternazione del suo sgomento.

L'irakeno ha rimandato al mittente la dovuta e giusta risposta: pensate a come avete ucciso Mussolini e quello che ne avete fatto dopo!

 

Come un quotidiano nazionale ha scritto: "Bagdad/Milano: 1 a 0!"

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