Stamattina, 2 febbraio 2007, aprendo la mia posta e-mail ho trovato un messaggio proveniente da un sito professionale, con questo titolo.

"Malpractice - giuristi a confronto contro errori medici"

Vi voglio passare l’informazione:

"L’aumento in questi ultimi mesi in tutta Italia degli errori medici, che spesso hanno portato alla morte del paziente. Di questo discuteranno oggi avvocati e magistrati esperti del settore in un convegno a Roma presso la European Scool of EconomicsLa Sapienza di Roma, parlerà in particolare delle tipologie del danno, da quello patrimoniale a quello genetico, da quello morale a quello esistenziale e le strategie processuali da adottare…i nuovi tipi di danno, da quello esistenziale al danno riflesso…sulla responsabilità del medico e delle strutture sanitarie. Il relatore, Giovanni Battista Petti, magistrato della Corte di Cassazione e professore di diritto civile e costituzionale all’università"

 


Perfetto. Ineccepibile! Trovo che in una società civile sia giusto, etico, doveroso affrontare problematiche di questo tipo che investono la Vita in tutti i Suoi aspetti. Ma trovo altrettanto assolutamente giusto, etico, doveroso che sotto la lente di ingrandimento venga messo l'operato di avvocati e magistrati che abbastanza spesso è superficiale e dannoso. Perchè gravissimi danni sorgono quando si adottano linee offensive e difensive cieche e verdetti che risultano talvolta dopo anni, assolutamente inattendibili. Dalla loro malpractice sommersa e abbondante, scaturiscono danni gravissimi come quelli sopra elencati addebitati alla malpractice dei soli medici. Di più e non di meno. Ma di questo fino ad oggi non si è parlato, non tanto per paura degli avvocati che notoriamente, in numero cospicuo sono compiacenti a magistrati, e quelli indipendenti, pochi, pagano cara questa loro impudenza; ma non si parla più per terrore dei magistrati stessi che in Italia, in molti, hanno l’impunità assoluta e il potere politico assoluto, checchè si parli di indipendenza della magistratura. Stipendi da nababbi e immunità! Basti pensare che il medico, con il suo misero stipendio, equivalente a quanto un magistrato elargisce alla collaboratrice domestica, se la paga, o equivalente al salario di uno scagnozzo della Sua scorta, se l'Altissimo è a rischio o fa parte dell’Antimafia, dicevamo, il medico deve sborsare migliaia di euro l’anno per assicurazioni professionali, sapendo che, prima o poi, come in una roulette russa, toccherà a Lui essere sotto, è il calcolo delle probabilità. Non mi risulta che a tutt’oggi un magistrato o un avvocato paghi un centesimo di polizza assicurativa. Non si sa mai, potrebbe incorrere in un errore! O questo non è possibile? Chi paga per i loro errori? Chi risarcisce i danni? Lo Stato? Quindi noi tutti contribuenti!

E amaramente concludo dicendo che da qualche anno sto cercando di organizzare un convegno nazionale Sulle responsabilità professionali a confronto: Avvocati, Magistrati, Medici, Psicologi”, ma fino ad ora non è stato possibile concludere nulla. Perché non c’erano avvocati e magistrati interessati e cosa ancora più sconvolgente, dopo una breve indagine di mercato non ci sarebbe stato nemmeno un pubblico interessato, pubblico naturalmente che sarebbe dovuto essere composto da tali categorie essenzialmente. Gli avvocati giovani non si vogliono guastare i rapporticon i giudici, devono fare carriera; i vecchi si tengono i loro privilegi, anzi più medici indagati, più lavoro! Più soldi! Magistrati e avvocati chiacchierano di responsabilità dei medici e dei loro errori moltiplicatisi negli ultimi tempi (chissà come mai questo proliferare di errori medici, e se così fosse, è stato studiato il perché? Ci sarà pure un perché! Le Università regalano le lauree o i medici sono geneticamente dei potenziali criminali?). I magistrati giudicano ma loro non possono essere giudicati. C'è equità o iniquità in tutto questo?

Roma  02 Febbraio 2007