foto_babase_180px_brunetta per manopx130Se i nostri parlamentari adeguassero il loro stipendio a quello dei parlamentari albanesi forse le casse dello Stato non si svuoterebbero così in fretta. E se percepissero una pensione " umana" e non  milionaria, parliamo di euro, e usufruibile dal sessantacinquesimo anno di età e maturata almeno dopo dieci anni di "servizio continuativo parlamentare " forse potremmo guardarli con minor sospetto.   Il loro "lavoro" profumatamente retribuito è nulla rispetto a quello dell'operaio degli alti forni o dei turnanti in emergenza negli ospedali, tanto per citare due esempi estremi. Non si capisce in base a quale teorema questi "signori" debbano essere retribuiti con stipendi e pensioni da vergogna. Pensioni maturate dopo due soli anni continuativi di permanenza a Palazzo e non dopo quarant'anni. E intascate a qualunque età. Anche a trent'anni. Alla fine del mandato "onorevole". Basta che siano trascorsi ventiquattro mesi.  Questa non è democrazia. E' regime! Le domande le giro al solerte onorevole Renato Brunetta, il pasionario vigilante attento alle casse dello stato. Gli chiedo di dare, lui per primo,  l''esempio e una spiegazione convincente perchè ad oggi le cose stanno così. I lavoratori vessati e terrorizzati da una casta politica ingorda che mangia sulle trattenute immense e inspiegabili dei sudditi lavoranti e disoccuppati.
Il direttore


Pubblichiamo   ora alcune considerazioni di Anna Pallade, una nostra scrittrice psicoterapeuta sull' Intervista a ‘Ndriqim Babasi deputato al governo albanese

CONSIDERAZIONI SULL’INTERVISTA A ‘NDRIQUIM BABASI
(deputato al Governo Albanese)

 

Dall’intervista condotta con peculiare dovizia emerge il profilo di una persona ammirevole per la sua capacità di superare i limiti che comporta un’infanzia povera dal punto di vista economico, sociale, culturale, nonché dai forti condizionamenti politici e religiosi.

Tutte le sue esperienze sociali e lavorative sono state fonte di apprendimento perché dotato di generosità e di disponibilità verso un concreto progresso.

Questa è la sua forza e la ragione del suo successo.

E’ interessante la chiarezza con cui definisce la differenza tra ciò che apporta il comunismo e ciò che apporta la democrazia ed il suo risentimento per il passato malgoverno comunista di cui ancora il popolo paga le conseguenze.

Nonostante dichiari di non trovare le parole giuste per spiegare bene quanta sofferenza abbia comportato al suo paese la sottomissione al regime comunista, poi invece emerge il dramma profondo dell’espropriazione delle loro terre, le terre dei loro padri, dei loro nonni e la deprivazione di ogni espressione di libertà anche quella della spiritualità e della preghiera.

L’utopia del lavorare poco e mangiare molto era riservata solo ai loro comunisti; il popolo poteva solo subire l’aberrante dittatura.

“Sono strani questi comunisti” dice Babasi, “ Anche i nostri “ ribadisce l’intervistatrice. “ Si “ replica Babasi “ ma i vostri hanno Dio e la proprietà”.

Si deve notare che è vero quel che dicono che sono entrambi strani, ma sono alquanto diversi.

Ora le cose sono cambiate, sono aperte le vie del progresso anche se il cammino sarà lungo e faticoso. Con la democrazia le persone oneste, generose, volenterose ed intelligenti come Babasi sono molte e potranno portare fuori della crisi il paese.

Molto interessante, invece, il confrontare l’aspetto economico dei parlamentari Albanesi con quelli Italiani.

Babasi che s’impegna in modo fattivo nel sociale, nel mondo del lavoro, apportando nella politica un prezioso contributo concreto, percepisce circa 1.400,00 euro mensilmente. I nostri parlamentari, invece, lavorano poco e male guadagnando molto, ma molto di più godendo anche dei più svariati privilegi.

E’ vero che i nostri parlamentari dovrebbero prendere esempio dagli Albanesi, ma la loro avidità non glielo permetterà e purtroppo a noi non rimane che stupirci ed ammirare quando abbiamo la fortuna di incontrare una persona onesta, intelligente, generosa che si occupa e si preoccupa veramente del proprio paese.

Anche se è semplicemente un comportamento che dovrebbe essere quello normale di chi si è impegnato e dichiarato al servizio dell’interesse del popolo che lo ha eletto, guardando Babasi, resto ammirata, lo trovo un esemplare raro in via di estinzione.

Ma in che mondo viviamo?

In ultimo sarebbe opportuno che questa intervista dovrebbe essere ampiamente diffusa.

Anna Pallade