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marianolombardi1curcio_salvatore_pm_cz Si vuole precisare che  che i magistrati della procura di Catanzaro, indagati dalla procura di Salerno, per atti di corruzione ed altri reati non meno gravi sono più di due: Salvatore Curcio, Mariano Lombardi, Giuseppe Valea, Vincenza Matacera, giudice onorario. Quest'ultima in combutta con Curcio e Valea non per why  not ma per altri reati  non meno importanti. Tutti insieme appassionatamente. Da codice di procedura penale.  Adesso pubblichiamo un servizio su un'intervista di Adnkronos al procuratore di Salerno Luigi Apicella. 

Luigi De Magistris

''Le nostre operazioni sono state tutte legittime''
luigi_apicellaProcuratore Apicella: ''Niente scontro tra procure''
Il procuratore capo di Salerno all'Adnkronos: ''Ho visto tanta informazione inesatta e incompleta sulla vicenda''
Roma, 2 feb. ( Adnkronos )- ''Non mi aspettavo sicuramente una reazione simile. Con amarezza ho constatato che non c'e' stata comprensione della vicenda da parte di chi mi ha giudicato. E soprattutto non accetto questa situazione: per me il Procuratore generale della Cassazione, il ministro della Giustizia e il Csm hanno riservato provvedimenti severi e pesanti, mentre ci sono dei magistrati di Catanzaro indagati per corruzione in atti giudiziari per i quali non e' stata adottata alcuna misura cautelare, ne' mi risulta che nei loro confronti sia stato iniziato un procedimento disciplinare''. A parlare e' il procuratore capo di Salerno, Luigi Apicella, sospeso per decisione del Csm dalle funzioni e dallo stipendio a seguito dello scontro con la procura di Catanzaro legato alle inchieste condotte dal pm Luigi De Magistris.

In una intervista all'ADNKRONOS, il magistrato si dice ''deluso'' per il trattamento ricevuto dopo piu' di 45 anni al servizio della giustizia. Parla a meta' tra lo sfogo e la voglia di chiarezza: ''Ho visto tanta informazione inesatta e incompleta sulla vicenda''. Difende il suo operato, sicuro di aver fatto ''fino in fondo'' quanto doveva e respinge al mittente le accuse di aver causato una guerra tra procure: ''Nessuno scontro, anzi lo abbiamo evitato''.

Apicella se la prende con l'Associazione nazionale dei magistrati che lo ha lasciato solo e rivendica la decisione di sequestrare in copia ai fini probatori i procedimenti 'Why Not' e 'Poseidone' al fine di verificare i fatti denunziati e gia' in parte riscontrati: ''Ho la coscienza a posto. Il nostro provvedimento e' assolutamente legittimo''. Il procuratore non grida al complotto, ne' vuole pensare a disegni politici contro di lui, ma non ci sta a fare la parte del capro espiatorio. Fino a quando non gli verra' notificata la sospensione, continuera' a lavorare nel suo ufficio. Per ora, attende il deposito delle motivazioni prima di qualsiasi iniziativa e conferma che impugnera' davanti alle sezioni unite della Cassazione il verdetto di palazzo dei Marescialli.

marianolombardi1Apicella chiede giustizia e insiste: ''Per me c'e' stata una sospensione e per i miei colleghi curcio_salvatore_pm_czGabriella Nuzzi e Dionigio Verasani il trasferimento, ma non siamo indagati per corruzione in atti giudiziari come i due magistrati di Catanzaro''. Il procuratore e' convinto che ''De Magistris ha fatto il suo dovere. Alla fine, come sempre, parlano le carte. Se, invece, si ragiona senza tener conto di queste, e' chiaro che si emettono giudizi fuori dalla vicenda''.

Tra gli attestati di solidarieta' arrivati in questi giorni di fuoco, c'e' stato anche quello del leader dell'Idv Antonio Di Pietro, che ha manifestato in piazza a sostegno del capo della procura salernitana. ''La solidarieta' che ho ricevuto in questi giorni? Piu' che farmi piacere, mi conforta -dice- perche' si comprendono le ragioni del nostro lavoro e della giustezza delle posizioni assunte. Se ci sono delle manifestazioni di solidarieta', vuol dire che la gente ha capito e ha ben valutato la diversa posizione rispetto agli altri magistrati. Penso -continua- che Di Pietro combatta per l'affermazione dei valori, cosi' come facciamo noi, e stia sostenendo una causa giusta''. Apicella spiega che ''secondo le risultanze acquisite e trasfuse nei capi di imputazione, sono emersi gravi elementi per ritenere illegittima la revoca della delega del procedimento 'Poseidone' e l'avocazione del procedimento 'Why Not'''. Ricorda, in particolare, che De Magistris e' stato ascoltato piu' volte: ''Ha cominciato a denunciare a noi in 66 audizioni tutti i fatti di cui era a conoscenza. E denunciare i fatti, e' cosa diversa dalle semplici dichiarazioni. Non si tratta di audizioni -sottolinea- La maggior parte, ripeto, sono denunce di fatti''. Nessuna anomalia, dunque: ''De Magistris e' stato ascoltato perche' erano aperti piu' filoni di indagine: dal processo 'Why Not' alla vicenda Mastella. Sono tutti fatti che ha denunciato mano a mano''.

curcio_salvatore_pm_czLo scontro tra le Procure di Salerno e Catanzaro ha raggiunto l'apice quando sono emersi particolari sui metodi di indagine adottati dai magistrati salernitani. Nel mirino sono caduti la perquisizione e i controlli anche corporali eseguiti durante l'operazione di sequestro. In tanti hanno gridato allo scandalo alla luce delle dichiarazioni del pm di Catanzaro, Salvatore Curcio, che davanti alla prima commissione del Csm denuncio' di aver subito una perquisizione e di essere stato ''denudato''. Apicella respinge l'accusa di essersi fatto prendere la mano dai suoi sostituti: ''Le nostre operazioni sono state tutte legittime. Non c'e' stata nessuna lagnanza a livello giurisdizionale. Il giudice Curcio non ha impugnato l'atto di perquisizione. La perquisizione e' avvenuta non alla presenza fisica del magistrato da me delegato, ma ad opera della polizia giudiziaria come previsto dal codice''. ''Io tengo conto - spiega- della relazione di servizio fatta dall'ufficiale di polizia giudiziaria dalla quale risulta la piena correttezza dell'operazione. L'ufficiale ha descritto alla moviola quanto accaduto durante la perquisizione ed escludo che ci sia stato qualsiasi comportamento contrario alle legge''.

Apicella ricostruisce le varie tappe della vicenda che hanno portato al sequesto dei processi. Si sofferma in particolare sull'archiviazione disposta dalla Procura generale di Catanzaro per Clemente Mastella, allora ministro della Giustizia. Il magistrato spiega che De Magistris aveva riferito che non tutti gli atti da lui acquisiti erano stati posti a base della richiesta di archiviazione. I sostituti di Salerno avevano riscontrato questi fatti denunciati anche con l'audizione di molti testimoni e con l'acquisizione di informative. Per questo, la Procura ha ritenuto necessario acquisire copie dell'intero procedimento 'Why Not' per verificare l'esattezza dell'ipotesi accusatoria. E l'unico modo per fare questa verifica, afferma Apicella, ''era quello di acquisire copie dell'intero processo tramite sequestro, anche perche' tutti gli atti in precedenza richiesti in copia non erano stati trasmessi. Il provvedimento assunto -precisa- e' un decreto di perquisizione e sequestro che contiene 56 pagine di imputazioni, dove vengono spiegate nel dettaglio l'insieme delle accuse formulate. Se si richiamano integralmente le dichiarazioni di De Magistris su alcuni punti, lo si fa perche' il lettori possano capire bene le ragioni dei fatti riportati''. Il magistrato ritiene legittimo il provvedimento del suo ufficio: ''Noi abbiamo il potere-dovere di indagare e di adottare provvedimenti di questo genere per verificare eventuali illeciti. Non potevano fare altrimenti''.

Apicella si duole dell'inesatta e incompleta informazione che ha dato l'Associazione nazionale dei magistrati sulla vicenda, con particolare riferimento alla definizione di scontro tra le procure e in ordine alla mancata comunicazione che il decreto di sequestro ''non era stato impugnato dai magistrati di Catanzaro ed era stato riconosciuto legittimo e non abnorme dal competente Tribunale del riesame di Salerno''. Da qui la decisione di dimettersi dal sindacato dei giudici e di devolvere ai bambini di Gaza le quote associative che ogni mese vengono trattenute dallo stipendio.

Apicella racconta come e' nato il suo rapporto con l'Anm: ''Sono stato tra i fondatori di Unicost. L'Associazione nazionale dei magistrati ha sempre avuto una ripartizione in correnti. In questa vicenda ho avvertito che l'inesatta e incompleta informazione rappresentata dall'Anm ha impedito l'esatto inquadramento e la precisa valutazione dei comportamenti anche da parte dell'opinione pubblica. Ho l'impressione -avverte- che negli ultimi due anni ci sia stata una svolta nel sindacato dei giudici. Non ho ancora inquadrato bene cosa non vada nella gestione a livello centrale''.

Apicella contesta con fermezza che si possa parlare di scontro tra Procure: ''Si potrebbe parlare di scontro tra uffici se i due si contendono la competenza di indagine su un procedimento. Mettiamo, invece, che un ufficio indaghi su un magistrato di un altro ufficio, anche per gravi reati, e ai fini della ricerca della prova emetta un provvedimento di sequestro. Se il magistrato indagato -osserva- anziche' ricorrere ai mezzi processuali previsti adotta un provvedimento abnorme e illegittimo, non si puo' assolutamente parlare di scontro''. Apicella fa un esempio concreto per meglio spiegare il concetto: ''Se un poliziotto esegue un decreto di sequestro di un bene e l'indagato, anziche' consegnare il bene aggredisce il poliziotto, non si parla di scontro tra i due, ma di aggressione al poliziotto''

Le immagini sono state selezionate e inserite nel servizio dalla redazione di radiocivetta.