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tribunale_czcurcio_salvatore2_150CATANZARO. “Il Tribunale di Salerno ritiene perfettamente legittimo l’impugnato decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura di Salerno”. È quanto si legge nelle motivazioni dei provvedimenti con cui i giudici del Riesame hanno respinto i ricorsi di alcuni degli indagati destinatari dell’iniziativa dei pm campani che, il 2 dicembre scorso, giunsero a Catanzaro con polizia e carabinieri per effettuare perquisizioni a carico, fra l’altro, di diversi magistrati in servizio nel capoluogo calabrese, nell’ambito dell’inchiesta su presunti illeciti commessi nella sottrazione a Luigi de Magistris delle inchieste “Poseidone” e “Why not”, ed in successivi atti relativi a queste ultime. Il Tribunale ha ritenuto “che le concrete fattispecie analiticamente descritte… siano perfettamente sussumibili nello schema legale della corruzione giudiziaria ipotizzata” (gli altri reati complessivamente ipotizzati nell’inchiesta sono concorso in omissione di atti d’ufficio, diversi casi di concorso in abuso d’ufficio, favoreggiamento, e falso ideologico, più ipotesi di calunnia e diffamazione a danno di de Magistris), specificando che “non può affermarsi che il decreto impugnato affondi le sue radici in meri sospetti ed illazioni”. “Invero - scrivono i giudici del Riesame - dalla lettura del complesso provvedimento, può rilevarsi come l’inquirente non si sia limitato a recepire passivamente le denunce del dr. De Magistris ma, al contrario, abbia sottoposto le stesse ad un’intensa attività di verifica, mediante acquisizione di atti e documentazione, la diretta audizione di s.i.t. di persone informate, colleghi dell’avvocato Greco, colleghi del dr. De Magistris, consulenti tecnici, atti acquisiti da altri procedimenti”.

Il Collegio presieduto dal giudice Anita Mele (a latere Giovanna Spinelli e Mariagrazia Pisapia), in particolare, si è pronunciato, rigettandoli, sui ricorsi presentati da Antonio Saladino, ed leader della Compagnia delle opere in Calabria e principale indagato di “Why not”; Mariano Lombardi, ex procuratore della Repubblica di Catanzaro, che revocò a de Magistris la delega di “Poseidone”; Maria Grazia Muzzi, moglie di Lombardi; e Pierpaolo Greco, figlio della Muzzi ed avvocato dello studio legale di Giancarlo Pittelli (quest’ultimo fu a sua volta indagato nelle due inchieste, ma ne uscì dopo che furono tolte al loro titolare).

Non hanno invece presentato ricorso al Riesame gli altri destinatari del decreto di perquisizione e sequestro che ha riguardato anche varie toghe in servizio nel distretto calabrese: Salvatore Curcio, sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, cui fu assegnato il caso “Poseidone” dopo la revoca della delega al pm de Magistris, nonché successivamente parte del pool titolare di “Why not”; Salvatore Murone, procuratore aggiunto vicario di Catanzaro; Dolcino Favi, l’avvocato generale presso la Corte d’appello di Catanzaro che, nella sua veste di procuratore generale facente funzioni, avocò “Why not”; Alfredo Garbati, sostituto procuratore generale presso la Corte d’appello di Catanzaro, coordinatore del pool assegnatario di “Why not” dopo l’avocazione a De Magistris; Domenico De Lorenzo, sostituto procuratore generale presso la Corte d’appello di Catanzaro, e parte dello stesso pool; mentre un’informazione di garanzia è stata notificata al procuratore generale di Catanzaro Enzo Iannelli. Iannelli, Garbati, De Lorenzo e Curcio,  piuttosto, hanno reagito in diversa maniera: a 48 ore dalle perquisizioni e dai sequestri, hanno infatti emesso un provvedimento di contro-sequestro delle carte dell’inchiesta “Why not”, prelevate dagli inquirenti campani per poterne estrarre copia, inviando avvisi di garanzia ai colleghi di Salerno per le ipotesi di abuso d’ufficio e interruzione di pubblico servizio, e dando vita ad una situazione conclusasi, al Csm, con la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio del procuratore di Salerno, Luigi Apicella, e con il trasferimento di sede e di funzioni dei suoi sostituti Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, titolari dell’inchiesta sui giudici catanzaresi, nonché del pg Iannelli e del suo sostituto Garbati (mentre non sono stati presi provvedimenti per De Lorenzo e Curcio). (09-02-09)