salvatore_franzese_200pxGiorni fa era stata perquisita la clinica dove lavorava in intramoenia. Nelle sue ultime righe: sono una persona onesta

NAPOLI (27 febbraio) - Si cerca di capire che cosa abbia spinto al suicidio il primario dell'ospedale Cardarelli di Napoli, Salvatore Franzese, 59 anni, che si è iniettato ieri sera del cianuro nelle vene nel suo ufficio in ospedale. Franzese dirigeva il reparto di Chirurgia Oncologica. Il cadavere è stato scoperto dalla moglie, passata in ospedale a prenderlo dopo il lavoro. La donna, che aveva le chiavi dell'ufficio, ha aperto la stanza facendo la macabra scoperta.
La carriera. Sessant’anni, sposato e padre di tre figlie, Franzese era molto noto in città anche perché in grado di effettuare interventi molto delicati con la tecnica laparoscopica messa a punto in stages seguiti in California, a Strasburgo e ad Amburgo. Salvatore Franzese prima di prendere servizio come primario nel Cardarelli ha lavorato per alcuni anni a Castellammare di Stabia come direttore della chirurgia d’urgenza e del pronto soccorso (lì è stato anche consigliere comunale nelle fila dei Ds).

Salvatore Franzese era adagiato sul divano con un laccio emostatico su un braccio, un posacenere riempito solo con fiale utilizzate per caricare un’iniezione che il chirurgo si è poi praticato in un braccio. Nel suo studio era ancora acceso il computer con le diapositive che avrebbe dovuto utilizzare oggi durante un convegno.

Un'iniezione di cianuro e potassio. Nei giorni scorsi, durante una seduta operatoria, Salvatore Franzese ha intavolato con l’anestesista che lavorava con lui al tavolo chirurgico una discussione sulla «dolce morte» e sul sistema adottato negli Stati Uniti per provocarla. «Salvatore, è semplice - gli avrebbe spiegato il collega - è sufficiente un’iniezione di cianuro e potassio». Pare che nella siringa, sequestrata dai carabinieri per accertamenti tossicologici, fossero stati inseriti proprio cianuro e potassio, insieme a un anestetico.

La lettera alle figlie. Sulla scrivania del suo studio, Salvatore Franzese ha lasciato una lettera indirizzata alle sue tre figlie. In uno dei passaggi: «Mi ritengo e credo di essere una persona profondamente onesta», poi l'invito alle ragazze, Sara, Alberta e Carolina - a lasciare la città di Napoli.

Blitz in clinica. Franzese sembra fosse coinvolto in una inchiesta della Procura di Napoli condotta dal pm Francesco Curcio, della sezione reati contro la pubblica amministrazione, che aveva portato una decina di giorni fa ad una perquisizione all'interno dei locali della casa di cura Villa del Sole. Le presunte irregolarità ipotizzate dagli inquirenti riguarderebbero i rapporti del professionista con la casa di cura privata e l'attività di intramoenia.

«Era offeso, oltraggiato...». Rita Roberti, la moglie  prova a spiegare così, fra la lacrime, il gesto del marito. Affranta, Rita Roberti, sorella del capo della Dda di Napoli Franco, oggi alla camera ardente, circondata da moltissimi amici, dai parenti, e dai suoi stessi colleghi, tutti molto commossi - è neurologa nello stesso ospedale - si è lasciata andare ad uno sfogo: «Era oltraggiato, era offeso». «Non lo so fino in fondo per che cosa...», ha aggiunto a chi le chiedeva se si riferisse proprio agli accertamenti della guardia di finanza. «Aveva avuto delle delusioni professionali, anche da qualche familiare di qualche paziente, perchè in questo mondo c'è tanta gentaglia - ha continuato - Lui diceva di non essere più a suo agio in questo mondo. Lo aveva detto anche ascoltando il festival di Sanremo, aveva trovato volgare Bonolis».

«Non ha mai lavorato per interesse». «Mio marito non ha mai lavorato a scopo di lucro: era buono, generoso, aveva file di gente davanti alla sua porta. Faceva favori a tutti. Ha operato moltissime persone anche gratuitamente - ha concluso - tutti i primari del Cardarelli possono confermarlo. L'amministrazione dei soldi passava per le mie mani, non c'era niente che non fosse in ordine: lui neppure vi andava mai in banca». Era pignolo, vitale, tenace, tutto doveva essere perfetto nel suor reparto, ricorda ancora la moglie. I coniugi Franzese erano tornati da pochi giorni da una vacanza negli Emirati Arabi Uniti. Una delle tre figlie era tornata qualche giorno fa da Bologna, dove studia, per essergli di sostegno: lo aveva sentito avvilito, al telefono.

Roberti: non sapevo nulla dei controlli. Il procuratore aggiunto di Napoli Franco Roberti, coordinatore della Dda, cognato della vittima, visibilmente provato, ha spiegato di non essere al corrente della verifica della guardia di finanza nei confronti del cognato: «Non me lo aveva neanche detto».