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terremoto_immagineterremoto_1908_messinaIl terremoto. Nessuno ci pensa finchè non lo vive. Al momento della tragedia tutti ne parlano. Giornalisti disseminati in ogni angolo a scrutare qualsiasi emozione traspaia da occhi pieni di lacrime. Da sguardi attoniti. E’ vero che l’informazione è alla base della democrazia, ma l’informazione non deve essere sensazionalismo, sciacallaggio mediatico. Ci vuole rispetto davanti alla morte, davanti al dolore. In questi giorni sciagurati della città dell’Aquila e di altri centri vicini  abbiamo visto di tutto. Servizi televisivi e stampati di prim’ordine e servizi da “grande fratello”. C’è stato lo spazio e il tempo per criticare, di tutto e di più.

obama berlusconiObama Barak il presidente degli Stati Uniti potrà piacere o non piacere ma è stato trattato da miserabile da taluni quotidiani nazionali per avere offerto cinquantamila dollari come contributo all’Italia per questa immane catastrofe. Un vecchio detto  recita “ a caval donato non si guarda in bocca”.
E' una questione di stile. Di umiltà. Quando è necessario,  nei momenti di crisi, anche l'elemosina si  chiede e si accetta.

madre_teresa_calcuttaIl Vangelo ci insegna il valore della Carità. Si accetta la Provvidenza. Tanti frati e tante suore, specialmente i missionari,  ce lo insegnano.  Tanti piccoli oboli fanno insieme ricchezza. E in momenti come questi di estrema necessità ben vengano le offerte di tutti. Piccole o grandi che siano. Taluni giornali aprono sottoscrizioni tra i lettori a che versino qualcosa, anche dieci euro, per i bambini terremotati abbruzzesi e poi sputano veleno sul presidente americano "miserabile"che offre "solo" cinquantamila dollari.   
L’America non se la passa bene in questo periodo e non sta scritto da nessuna parte che avrebbe dovuto donare all’Italia molti più dollari di quanti ne avrebbe offerti. Berlusconi avrebbe risposto più o meno con un: no grazie, all’Italia ci pensa la comunità europea. Con grande orgoglio nazionale.

bambini_poveriBene. E che allora la Comunità Europea pensasse veramente ai bisogni di tutti, visto che può. Ne saremmo contenti. Ma io quei cinquantamila dollari li avrei presi comunque se non altro per comprare il latte e i biscotti per i bambini che sono rimasti senza casa né cibo. Comprare le coperte.    Non sono tanti cinquantamila dollari ma bisogna vedere con quale metro si misurano. Fanno la  differenza. Averli o non averli. Per un bisognoso sono la vita. E basta salvare solo una vita per dire che si è fatto qualcosa  di molto importante. La Comunità Europea  metterà il resto per salvare tutte le altre vite. Una mano lava l’altra e talvolta un dollaro al momento giusto vale più di un milione di dollari nel momento sbagliato.  Ad esempio quando si è già morti per la mancanza di un dollaro da aggiungere al resto. La spocchia non ha mai giovato a nessuno. L’umiltà è una virtù che bisognerebbe coltivare. E i politici dovrebbero andare a scuola a vita per imparare qualcosa sull’argomento e forse una vita  non basterebbe. Concetto rivolto a quelli di destra e a quelli di sinistra passando dal centro e dintorni.

coprt 200 mem col jpegCari abruzzesi vi sono vicino con tutto il cuore e ve lo scrive una persona i cui nonni, sia materni che paterni, hanno perso nel terremoto del 23 ottobre del 1907 tutte le loro famiglie. I loro amici. I loro amori. Sono cresciuta in un territorio, la Calabria, devastato da grandi terremoti e la mia infanzia  è stata intrisa di racconti tragici dei sopravvissuti. In questo giornale, nella sezione “Libreria” potrete leggere, quando ne avrete voglia e tempo e testa, l’intero libro di “MEMORIE NEI PAESI DEL TERREMOTO” scritto da mio nonno paterno Francesco Attilio Marando. Uno dei sopravvissuti. Troverete la testimonianza dal vivo del tragico evento. Il dolore è senza tempo e non ha cittadinanza. Il dolore ci unisce.