Massimo D'AlemaRiportiamo integralmente un articolo di Gian Marco Chiocci diffuso oggi, giovedì 25 giugno 2009 alle ore 07:00 da il Giornale.it. La redazione

Tutte le escort del clan D’Alema

Avviata nel ’99 l’indagine si è chiusa a tempo di record con un solo colpevole: la maîtresse. Per gli investigatori il giro di squillo serviva a assegnare appalti. E D'Alema querela il Giornale.
I VERBALI: "Sesso a Montecitorio in cambio di favori"

I primi sentori di un giro di «escort» intorno ai palazzi del potere romani vengono messi nero su bianco da un ispettore della Squadra mobile romana nel giugno del ’99. Nell’appunto si fa riferimento a una maîtresse, R. F., titolare di un’agenzia di pubblicità, che secondo una fonte qualificata starebbe reclutando ragazze per «farle prostituire con facoltosi clienti». La polizia riferisce dell’attività di R. F. che avrebbe assoldato una certa Marina «per un incontro a sfondo sessuale con un personaggio molto importante» retribuito con 800mila lire. «Dopo essersi accordate sulla cifra - prosegue la relazione - uscivano entrambe raggiungendo da una via laterale l’entrata della Camera dei deputati. Dopo aver varcato il portone d’ingresso, si fermavano davanti a un commesso preposto alla consegna dei “pass”, il quale, senza alcuna richiesta, con atteggiamento molto confidenziale, consegnava a R. F. due pass senza ricevere in cambio alcun documento. Dopo aver passato il varco d’ingresso si dirigevano nell’ufficio di un personaggio, a dire della ragazza molto importante, che le faceva accomodare entrambe».

PRESTAZIONI A LUCI ROSSE DENTRO MONTECITORIO
«Lo stesso, dopo aver visionato la ragazza e averci dialogato, durante la conversazione chiedeva alla stessa se era disponibile a viaggiare in qualità di “accompagnatrice” di personaggi molto influenti, prospettandole in cambio la possibilità di guadagnare molto denaro (...). R. F. diceva alla ragazza che dopo poco sarebbe entrato un uomo e con lui doveva congiungersi carnalmente. Infatti dopo poco giungeva un uomo e all’interno dell’ufficio la ragazza aveva un rapporto sessuale. Al termine quest’ultimo riferiva di essere rimasto molto soddisfatto e che tramite il suo segretario, se lei era disponibile, si sarebbero nuovamente incontrati per seguirlo in uno dei suoi spostamenti all’estero (...). Si rappresenta inoltre che la ragazza, anche se raccontava nei particolari alla fonte l’incontro avuto all’interno della Camera dei deputati, evitava di dire le generalità del personaggio molto influente» per paura di ritorsioni.
La successiva nota inviata in procura dall’ex dirigente della Mobile, Nicolò D’Angelo, dava il senso delle indagini fin lì svolte. «Dal tenore delle conversazioni si è avuto modo di constatare che le utenze vengono utilizzate da R. F. e dalla sua segreteria per contattare noti personaggi del mondo politico e di enti pubblici, servendosi della loro conoscenza al fine di ottenere appalti o erogazioni in denaro (...). È emerso in modo palese che la R. F., al fine di mantenere e in seguito sfruttare tali conoscenze, organizza con gli stessi incontri a sfondo sessuale».

«APPENA CONOBBI QUELLA DONNA MI PARLARONO DI ALITALIA»
Francesco Mariani sfila negli uffici della settima sezione della questura il 10 dicembre ’99. Le sue prime risposte vertono in merito a un suo presunto interessamento per aiutare R. F. in alcuni progetti con Alitalia: «Ho conosciuto R. F. nel maggio ’99 in quanto durante una cena da me organizzata fu portata dal Morichini, presentandola quale sua amica, il quale qualche giorno dopo mi chiamò sapendo della mia conoscenza con Zanichelli (ex relazioni esterne Alitalia, ndr). R. F. mi disse che trovava ostacoli di comunicazione con Alitalia in quanto a suo dire amica di Morichini era vicina all’area di sinistra». Mariani spiega di essere andato da Zanichelli, di avergli chiesto di prendere in considerazione il progetto della donna di rilanciare la rivista Freccia Alata. «Zanichelli mi disse che oltre alla mia, aveva ricevuto diverse segnalazioni per R. F. provenienti da diverse aree politiche (...). Dissi a R. F. che avevo sollecitato Zanichelli, poi la invitai a cena a casa dove, dopo cena, avemmo un rapporto sessuale (...)».

«FACEMMO SESSO PIÙ VOLTE CON NOI ANCHE BRASILIANE»
«Confermo che nell’arco della mia conoscenza ho avuto diversi incontri a sfondo sessuale con R. F. In queste occasioni più volte la stessa si presentava anche con sue amiche (ne cita tre, di cui una brasiliana, ndr) e in queste occasioni avemmo dei rapporti sessuali. Rappresento comunque che oltre a me vi erano a volte anche Morichini Vincenzo, De Santis Roberto e Lazzarini Franco, con i quali le ragazze si univano carnalmente (...). Per quanto riguarda questi incontri rappresento che si svolgevano sempre presso la mia abitazione (...). Rappresento che se ho avuto qualche dubbio sulla libertà sessuale delle ragazze portate alle mie cene da R. F. non ho mai chiesto nulla in quanto in una occasione R. F. mi disse che lavoravano per lei e le utilizzava quando organizzava convegni (...). Preciso che le segnalazioni effettuate nei confronti di R. F. sono avvenute con lo Zanichelli e basate su nostri lontani rapporti di amicizia, senza che venisse fatta da me alcuna intimidazione né tantomeno venissero fatte alcune pressioni politiche».
Preso a verbale il 13 dicembre ’99, Morichini conferma la versione fornita da Mariani, confessa d’aver segnalato la donna al responsabile servizio marketing di Ina-Assitalia, dice che la donna le venne presentata dal «mio amico Proietti» e aggiunge: «Venni invitato a una cena da Mariani che mi disse di portare alcune amiche. Nel contesto invitai R. F. che si presentò con tre sue amiche, alla cena c’erano anche De Santis e Lazzarini. Chiesi a Mariani se poteva aiutarla in Alitalia in quanto lui, essendo stato segretario nazionale dei trasporti, aveva conoscenze influenti. Dopo la cena ognuno si appartò con una ragazza in una stanza. So che Mariani si è interessato con Zanichelli per farla lavorare. A casa del Mariani abbiamo organizzato almeno altre due cene che alla fine terminavano con incontri a sfondo sessuale, in queste occasioni le ragazze erano portate da R. F. che durante i nostri rapporti mi chiedeva in continuazione di aiutarla servendomi delle mie conoscenze (...)».

«TI HO RISOLTO I PROBLEMI CON BANCA DI ROMA E ALITALIA»
«Per quanto riguarda la frase da me detta durante la telefonata da voi intercettata riguardo “Ti ho risolto i problemi con Banca di Roma e Alitalia” tale frase sta a significare che avevo fatto telefonate a tali enti segnalandola». E ancora: «Sì, ho saputo del vostro intervento (della polizia, ndr) nei confronti di R. F. che un giorno mi chiamò dicendomi che mi doveva parlare di persona. Prendemmo appuntamento da Doney in via Veneto e nell’occasione mi disse che era soggetta a indagine di polizia, che erano state fatte foto all’interno del suo ufficio ed erano state registrate telefonate e conversazioni. Quindi mi invitava a servirmi delle mie conoscenze per arrestare tale indagini, sennò, sentendosi persa, avrebbe raccontato dei nostri incontri. Rendendomi conto del velato ricatto a cui ero soggetto, le dissi che non mi interessava nulla e che non volevo avere più rapporti con lei (...). Sì, effettivamente ho fatto delle segnalazioni nei confronti di R. F. con vari enti ma specifico che non sono a conoscenza se ha fruito di tali raccomandazioni con contratti di lavoro». Concludendo: «Sì, effettivamente conosco sia il presidente del Consiglio che il suo segretario particolare da lunga data ma rappresento che tutto quello che ha detto R. F. su questi personaggi è solamente frutto della sua immaginazione, in quanto non sono mai state organizzate cene né tantomeno l’ho segnalata servendomi di tali amicizie influenti (...)».

«GIOVEDÌ C’È LA CENA COL SEGRETARIO DI D’ALEMA»
Sul «segretario di D’Alema» (Nicola Latorre) citato il 5 ottobre da R. F. in due telefonate, la polizia si limita a riportare solo la frase: «giovedì saranno a cena con lui e il segretario di D’Alema». Latorre, contattato dal Giornale, esclude categoricamente qualsiasi coinvolgimento nell’inchiesta: «Non sono mai stato interrogato e non so nulla di questa vicenda». Il 16 dicembre ’99, tocca a Roberto De Santis rendere la sua versione sui fatti contestati. «Ho conosciuto per la prima volta la signora R. F. in quanto era presente a una cena in cui ero stato invitato da Morichini. Oltre a noi erano presenti tale Checchino e tre amiche di Rita. Dopo la cena ci recammo su invito di R. F. nel suo ufficio dove loro si appartarono con le ragazze e io rimasi con una giovane brasiliana senza consumare alcun rapporto sessuale (...). La seconda volta è stata nell’abitazione di Mariani dove oltre a me erano presenti Morichini, Lazzarini e due ragazze brasiliane. Dopo cena mi appartai con una di loro ed ebbi un rapporto sessuale». De Santis riferisce di altri due incontri, finiti sempre allo stesso modo. «Voglio precisare che non ho mai dato denaro né ho mai fatto regali alle ragazze intervenute, i miei incontri con R. F. sono stati solo di carattere sessuale e mai si è parlato di lavoro (...). L’ultima volta che l’ho vista è stato ai primi di novembre dopo il vostro intervento all’Alitalia, la incontrai casualmente in un bar del centro ed era agitata. Mi disse che dovevo sollecitare un intervento del Mariani e del Morichini affinché l’aiutassero a trovare un nuovo lavoro, poiché a seguito dell’indagine lei aveva avuto dei problemi, sostenendo tra l’altro che l’indagine in corso lei la stava subendo per colpa del Morichini e del Mariani in quanto volevano colpire la sinistra».