strada-nel-boscoCi sono dei momenti nella vita in cui fai delle scoperte che ti spezzano il cuore. Così, improvvisamente, inaspettatamente. E  la tua vita è sconvolta. I tuoi punti di riferimento crollano. Le persone in cui credevi  appaiono come degli sconosciuti. Persone con cui condividi la tua vita e a cui vuoi bene profondamente. Senza condizioni. Non sai che fare. Momenti di sconforto si alternano a momenti in cui fantastichi vendette.

Ti senti di non essere mai stato visto. Mai amato. Ti rintani in un angolo del tuo mondo e ti lecchi le ferite. Poi, piano piano il dolore passa. Diventi più distaccato e ti accorgi che il bene non può passare. Se vuoi bene davvero superi te stesso e cerchi di capire le ragioni degli altri. Cerchi di metterti al loro posto, anche se tu non  avresti mai  fatto quelle scelte che loro hanno fatto  e che ti hanno ferito. Li accetti per quello che sono. Questo non significa vivere con loro e per loro. Significa continuare a volere bene. A volersi bene. L’odio e il rancore si rivolgono per primi contro noi stessi che li proviamo. Ci annientano. Ci paralizzano. Non viviamo più. Questo non è sano. Sano è “dare a Cesare quello che è di Cesare”. Ovverosia non deve stare male chi ha subito un torto. Ma chi questo torto lo ha fatto. Se ne è consapevole. Può anche essere che non lo sia e allora inutile infierire su chi non ha coscienza del male che fa. Bisogna ripararsi dal male, dal dolore. Ma senza negare i sentimenti. Che siano di rabbia, che siano di  rivalsa. Aspettare per vedere cosa riemerge alla fine della tempesta. Bisogna usare la testa e il cuore. La testa per trovare la soluzione e le vie di uscita. Il cuore per continuare ad amare.

Non è demonizzando “l’altro” che si trova la pace e la giustizia. La pace la dobbiamo trovare dentro di noi. Da soli. Nessuno deve avere il potere di turbarci. La giustizia ce la facciamo da noi cercando la nostra indipendenza. Mi fanno dispiacere quelle persone che vivono per farsi mantenere come giustizia ad un’ingiustizia subita.  Si costruiscono una gabbia e ci si mettono dentro. Capisco che ci sono tante situazioni in cui uno dipende economicamente dall’altro ma questo non deve essere un motivo per odiare e odiarsi. Si può dipendere economicamente per tante ragioni, ma dimostrare di essere liberi. Con un comportamento che esiga rispetto. E per prima cosa bisogna rispettare. Anche le barriere che l’altro ci impone. Le barriere si superano se non gli si da alcuna importanza. Se si guarda oltre. Se ci si organizza per un proprio mondo.

Si può amare decidendo di lasciare libero l’altro se vuole andare per la sua strada senza di noi. E’ doloroso ma necessario. Senza consenso non si va da nessuna parte. Ma si può andare per il mondo portandosi dentro il proprio mondo. Cercare la propria strada…