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compagnia-3b-px-200Ieri sera a Ferruzzano marina si è tenuta una pièce teatrale sulla piazza della stazione, gremita di ferruzzanoti e turisti oriundi e non. Commedia  recitata in dialetto calabrese dal titolo “ A cira squajja ma i grazii non sempri 'rrivanu”, tradotto significa: "La cera si scioglie ma le grazie non sempre arrivano". Contenuto che  apparentemente ha a che fare con candele, cera e parrocchia. Parroco annesso. Ma in realtà sembra proprio una farsa diretta al parroco del paese.  Troppi i riferimenti diretti. Riconosciamo la  maestria degli artisti dilettanti della “Compagnia delle 3B”. Specialmente delle signorine Alba Romeo e  Vittoria Romeo. Indubbiamente e incredibilmente brave. Innocenti sicuramente della scelta di questa commedia. Speriamo.

La rappresentazione teatrale è stata presentata al pubblico attento dal sindaco  professoressa Maria Romeo. I Romeo a quanto pare a Ferruzzano vanno forte! Il sindaco ha tenuto a precisare nel monologo introduttivo l’opera teatrale, che rappresenta anche la Comunità.  Ma questa notizia è vecchia. Tutti sanno, vicini e lontani, anche grazie a RadioCivetta,  che Ferruzzano è governata magistralmente dalla professoressa, che finanche in Grecia esporta cultura.

Il sindaco crediamo sia anche  il regista o comunque  l'impresario della “Compagnia 3B”  Non sappiamo se sia anche  lo sceneggiatore. Non ci è stato comunicato l’autore del fulgido pezzo teatrale che presto sbarcherà a Broadway, in MidtownManhattan.

Il sindaco, una donna polivalente e in gambissima. In prima fila, seduta, a godersi poi lo spettacolo insieme a congiunti e fans. Seduti anche loro.  Il parroco del paese, Don Giuseppe Zurzolo, era sportivamente presente  alla manifestazione culturale. Ma nessun posto riservato per lui. In piedi in fondo alla piazza, mescolato tra la folla. Silenzioso e dignitoso insieme a sua sorella. Avremmo voluto vedere Don Giuseppe seduto tra le autorità del paese. Come si fa in queste occasioni pubbliche. Ma evidentemente le sedie erano poche e riservate a pochi. Magari si è pensato che Don Giuseppe è magrolino, tutt’ossa, e non gli sarebbe pesato stare in piedi. Non lo stesso si può dire di chi ha bisogno di sostegno e la poltrona è vitale per la salute.

Una  commedia da piangere. Non  dal ridere, ma per  lo squallore del contenuto. Una parodia scarna, intrisa di cattivo gusto e banale. Che ruotava sulla derisione del parroco del paese, sai che novità, e sul pettegolezzo di piccole donne e maschietti di borgata. Per sapere qualcosa di più sull’ostilità vera al parroco del paese, leggere i numerosi articoli apparsi su questo giornale un anno fa. Ad esempio l’articolo:” A Ferruzzano la Chiesa Cattolica Romana è morta! Forse vogliono una Moschea? "  Del 19 giugno 2008 e altri a seguire. 

Il messaggio della commedia al pubblico presente? Scusateci, ma non lo abbiamo colto. Se non nella derisione di chi crede nel soprannaturale e in chi spera in una grazia divina, visto che gli umani che hanno il potere di cambiare le cose terrene, non fanno che deludere. O forse perché speravamo in qualcosa di etico e  dotto. Non abbiamo notato né etica né  cultura. Abbiamo colto luoghi comuni triti e ritriti di una “cultura” decadente e desolante. Le donne dipinte come pettegole e in cerca dell’eterno marito. Che le possa mantenere e che dia loro un’identità. Al Sud, qui a Ferruzzano gira ancora il detto:” Casa senza omu, casa senza nomu”. Che vuol dire: “Casa senza un uomo, casa senza nome”. Senza identità. Una donna  senza marito, a Ferruzzano e dintorni, è una nullità. Anche se il marito è talvolta una perfetta nullità. Come spesso verifichiamo. Una donna single è una donna  che non esiste.  Questo l’alto messaggio degli sceneggiatori della commedia.

Non abbiamo sentito una sola risata echeggiare tra la folla. E nemmeno in sordina. Molti hanno lasciato la piazza prima che lo spettacolo terminasse.

Pare che la Regione Calabria stanzi dei fondi per queste opere d’arte. Forse se  questi soldi li spendesse per fare pulire le strade  e per la sanità sarebbero fondi ben spesi. Prima bisognerebbe lavarsi la faccia, curare la salute e poi mettersi il belletto. Ma a Ferruzzano usa il contrario a quanto pare. Le strade sono lerce, tanto per dirne una. Ma il sindaco è molto impegnato in organizzazioni di comiche per avvedersi dello stato cui versa il Comune che rappresenta. Nonostante gli si scrivano articoli da questo giornale che evidenziano il lerciume del Comune da  esso rappresentato. Articoli corredati di foto. Ma il sindaco ignora. Non ha tempo per  leggerli. Deve correre. La cultura la chiama. Se ai ferruzzanoti va bene così… ok.

Notiamo che  il paesello è rappresentato da varie comunità  di fedeli. Dunque uno spirito religioso aleggia nei molti paesani. Chiese Cattoliche e Chiese Evangeliche. Ma a quanto parrebbe, dalla “lettura” della commedia da loro legittimata,  il primo cittadino e il suo seguito  amerebbero la beffa ai santi e ai loro rappresentanti. Sia che si tratti di ministri di Dio che dei loro seguaci. Noi non siamo bigotti e non ci scandalizziamo di niente. Prendiamo atto che a Ferruzzano le donnine  dominano, con i loro pettegolezzi e intrighi di “parrocchia”.  A quanto pare a dominare è la cultura da bancone di pesce e polli. Commedia di ieri sera docet. Questo il nostro parere. Non è detto che sia legge. A qualcuno sarà pur piaciuta. Se non altro agli organizzatori e discepoli.    

Chiudiamo questa nostra disamina con l’augurio che la “Compagnia delle 3B” nella prossima rappresentazione illustri l’operato straordinario dell’amministrazione comunale. Però a questo punto dovrebbe cambiare genere. Non più commedie. Ma tragedia.