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la-morteAlcuni giorni fa a Ferruzzano è accaduto un fatto terribile: un povero cristo,  A.C. di 56 anni,  si sarebbe sparato per uccidersi con la pistola con cui si ammazzano i porci o le vacche.  Mi è giunta questa notizia a Roma da "un’anima” del paese. A casa dei miei familiari a Ferruzzano nulla di preciso si sa. Il terrore corre. Hanno paura per me che scrivo. Hanno paura di alcuni che  potrebbero non condividere che io scriva di quello che accade a Ferruzzano e dintorni e  potrebbero “farmi tacere” con manierine non proprio da salotto. Hanno paura . Punto e basta! Lì, chi vede o sente è perduto.

Posso capire. Ma non posso tacere. E' il silenzio che fa crescere la paura. E' il silenzio che fa proliferare il crimine. Si vuole che i sepolcri rimangano imbiancati e non si debbano scoperchiare. Mi ha fatto un'impressione terribile vedere a che punto di soggezione sia la popolazione di Ferruzzano.  Ho cercato in questi giorni di sapere se il pover'uomo fosse sopravvissuto o no e nessuno mi sapeva rispondere! Nessuno osava chiedere in giro per il timore che poi si dicesse " Tizio ha chiesto notizie. Perchè?". Per tre giorni sono rimasta di sasso. Non potevo credere. Oggi finalmente ho saputo qualcosa. A.C. non è morto. Sono stata molto contenta e ho deciso di scrivere questa storia. Tragica. Mi ha fatto molto riflettere “questa omertà”.

La gente è morta e non lo sa. Perchè quando si tappa gli occhi, le orecchie e diventa muta è come se fosse morta. Ferruzzano è abitata da fantasmi. Che non si vogliono svegliare. In fondo poi ognuno ha quel che si merita. Riflettiamo su questo punto…

Ora  è il pomeriggio di sabato  tre ottobre  e  solo oggi sono riuscita a sapere, dopo numerose insistenze, che questo povero cristo si è salvato. Cioè non è morto. Ma non so in che condizioni si possa trovare. Il fatto è accaduto all’alba del trenta settembre.  Quattro giorni addietro.

Non conosco quest’uomo.  Mi hanno detto che é  un pastore, che ha subito anni fa delle  prepotenze, dei maltrattamenti, non so se per  questioni di “mazzetta” o  altro, e che da allora sarebbe uscito fuori di testa. Stava male. E si  é sparato mercoledì scorso. Al pascolo. In campagna, suppongo. Non so se alla presenza di qualcuno. Ma qualcuno ha chiamato i soccorsi. Un’ambulanza lo ha trasportato all’ospedale di Locri e da lì un elicottero lo ha portato all’ospedale di Reggio Calabria dove ancora si trova.  Delle sue condizioni, se disperate, gravi o non preoccupanti – ne dubito- non si sa. Non è un personaggio famoso, né un extracomunitario. Se fosse uno di loro lo avrei appreso dal telegiornale di ogni ora. Ma dei poveri cristi del Sud non ne parla nessuno. Sono nessuno. E  perciò di loro non si parla.  Ho saputo che mia madre è andata a trovare la famiglia del ferito. Sono stata contenta. Le persone che subiscono un dolore così grande devono avere accanto la solidarietà del mondo per potere sopravvivere.
Brava mamma. So che mi vuoi proteggere e spesso mi taci le cose difficili. Ma bisogna parlare. Dire. Osare.

A Ferruzzano si muore di paura. Si muore di radioattività per le scorie radioattive depositate, sotterrate, affondate da quelle parti. Si muore di pallottole. Si muore perché si è taglieggiati, palesemente con le richieste di mazzette o “legalmente” con emissione di  delibere sporche e con una giustizia che a volte guarda altrove e non nella giusta direzione per fermare in tempo i genocidi. Che vengono perpetrati alla luce del sole. A Ferruzzano si muore. E i vivi sono come morti. Terrorizzati anche di esistere.

Non si può tollerare che un povero contadino si suicidi. I semplici in genere si ammazzano col vino, col fumo, con una cattiva alimentazione. Con la mancanza di sostentamento Non si ammazzano, in genere, con la corda impiccandosi o con le pallottole. E’difficile che usino la modalità “che usò” Raul Gardini per “suicidarsi”. Quando uno si vuole suicidare,  è più verosimile pensare che lo abbiano giustiziato, anche solo per non aver ricevuto giustizia,  piuttosto che pensare che si sia giustiziato. Ma tutto può essere. Una mente sconvolta in fondo può fare di tutto. 

Il Sud è sempre più Sud. Abbandonato a se stesso. Alla deriva. Come Messina in questi giorni di fango e frane. Di morti. Perchè si è permesso di  fare costruire sulla spiaggia? Chi ha controllato chi? Perchè noi contribuenti italiani dobbiamo sborsare di tasca nostra per i disastri ambientali annunciati? Chi pagherà i morti?