Loiero si dimette da governatore per comandare l’esercito della Calabria in Colombia. Le rane chiedono un re!

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Un illustre professore, giuslavorista, editorialista, già deputato DS, al secolo Pietro Ichino, dopo che la sinistra ha vinto, ha individuato una soluzione geniale di tutti i problemi italiani, quella di licenziare gli impiegati pubblici fannulloni e ha proposto la costituzione di commissioni indipendenti di valutazione. Cioè un altro eccellente strumento di sottogoverno, quasi della stessa forza dei sindacati così come si sono evoluti in questi ultimi cinquant’anni. Infatti, l’altra sera, l’idea è stata ripresa da un dirigente sindacale in una delle trasmissioni promozionali della sinistra che infestano le nostre serate televisive.

 

 

 

Non voglio discutere sui tempi necessari per arrivare al licenziamento definitivo e sui costi del procedimento, dato che è arcinoto che in Italia siamo bravissimi a fare leggi puramente intimidatorie con pene in crescita continua. Se, però, ci si mettono di punta alcuni dei numerosi dirigenti ambiziosi e un tantino incoscienti oppure paurosi e conformisti, si può sempre inscenare una piccola decimazione di soggetti presentati come vagabondi incalliti. Più o meno accadde la stessa cosa con il cosiddetto brigantaggio meridionale, e, a livello industriale, si fece in quella carneficina assurda che fu la prima guerra mondiale con coloro che venivano definiti codardi. L’identico modo di agire è stato alla base, più recentemente, della caccia al fascista negli anni ’70, in cui della gente in doppio petto, allora ed oggi al potere (e non solo quello politico, che spesso è solo il riflesso del potere reale dei grandi elettori), indusse un’intera generazione di giovani a scannarsi per strada senza motivo e senza costrutto e a scannare gente la cui morte non intaccava certo il potere. E non vale niente fare riferimento al successo del forum sull’argomento, perché sappiamo che a gridare crucifige non si perde niente.

 

Nessuno ignora che se non si possono o non si vogliono raggiungere fini per i quali uno si è proposto come leader, basta individuare un nemico a cui si possono addossare tutte le colpe del modo, come è successo per secoli con gli ebrei (non fu certamente un’invenzione di Hitler: i tedeschi da parte loro ci misero solo la loro tragica efficienza), trovare qualche centinaio di professori che imbastiscano un discorso pseudoscientifico (a Roma, come diceva Giugurta, e non solo a Roma, tutto è in vendita) e gabbare il popolo, come si pensava di gabbare Dio con l’invenzione del capro espiatorio.

 

D’altra parte mi viene la tentazione di credere che il professore Ichino, democratico di sinistra ed ora forse democratico tout court, possa ritenere, come tanti, che nell’impiego statale si annidino molti di quei soggetti di destra che per una legislatura hanno assicurato il successo a Berlusconi e solo per una manciata di voti non sono riusciti a farlo nell’ultima tornata elettorale e che, quindi, assumerne il totale controllo, possa favorire la vittoria del bene sul male.

 

E forse non ha torto, anche se, paradossalmente, la condizione generale di lavoratori dipendenti dallo stato di tutti i cittadini, con salari distribuiti secondo i bisogni di ciascuno, è stato paradossalmente il film con sottotitoli in caratteri cirillici e Bella ciao in sottofondo che i comunisti hanno proiettato sullo schermo del sol dell’avvenire per anni, mentre da una parte colonizzavano gran parte del sottogoverno e con le cosiddette cooperative monopolizzavano in vaste aree interi settori del terziario. Ed ora, così come è successo in Russia, la nomenclatura si appresta ad impadronirsi di quel che resta con le privatizzazioni, mentre signore di mezza età del vecchio impero sovietico, che ha risorse di ogni genere, trovano conveniente venire a fare le badanti in Calabria, simbolo del sottosviluppo e del malgoverno fin da quando il Savoia mandò Garibaldi a prendere possesso dei territori meridionali, in parte acquistati da generali felloni.

 

Dov’è finita la tutela dei lavoratori? E’possibile che un docente di diritto di lavoro faccia finta d’ignorare che il nostro sistema giuridico non consente di licenziare nessuno e che questa realtà è il frutto di continue concessioni della politica ai sindacati suoi alleati? E’ possibile che il professore, che pure ha un impiego pubblico, non sappia come si ottengono i posti persino all’università’? E’ possibile che non sappia che ci sono professori inutili di facoltà e corsi di laurea breve e lunga del tutto inutili? Il professore non ricorda che competizione e selezione sono vizi della destra reazionaria e borghese? Il professore non sa come sono ridotte le scuole? Non sa che uso è stato fatto degli studenti dagli anni ’60 in poi? Non sa che la pubblica amministrazione, nello stato in cui si trova, provoca situazioni di depressione cronica in molti di coloro che si trovano costretti a subire le assurdità del sistema?

 

E le bottiglie molotov e le uova marce contro i simboli del lusso, alla quale sono stati costretti i novizi del partito comunista, erano del tutto inutili? E i simboli di potere operaio, di lotta continua, i pugni chiusi e i mitra stretti nei pugni non servono più perché siamo sotto i raggi corroboranti del sol dell’avvenire? Oppure oggi, tanto per mantenere in allenamento le truppe, si devono imbrattare i muri, bruciare macchine, distruggere negozi, assalire sedi di partiti, mettere a ferro e fuoco le città con la scusa del no global ed altre strane esotiche sigle e della pace nel mondo? Non è un oltraggio al sistema democratico il fatto che si intitoli un’aula parlamentare ad un ragazzo che, rimasto ucciso in uno scontro con la polizia, con il suo comportamento ha dato dimostrazione che del metodo democratico non aveva alcuna fiducia e forse aveva pure ragione? E chi l’ha spinto sulla strada? E per quali ideali? E chi e con i soldi di chi ha mandato quell’altro povero ragazzo, Frammartino, a farsi ammazzare a Gerusalemme, dopo averlo indottrinato contro i malvagi sionisti (basta leggere le sue considerazioni su Internet), per fare non so che cosa, dal momento che probabilmente non conosceva né una parola di arabo né una parola di ebraico?

 

E allora, prima di andare a licenziare qualche spazzino che si assenta dal lavoro perché non ce la fa a maneggiare immondizia giorno dopo giorno ed ha bisogno di una settimana di aria pura o qualche scrivano intossicato da quintali di carta e stanze piene di leggi inutili e scritte male, perché non facciamo ispezionare da un buon meccanico la macchina dello stato che, ormai ridotta in condizioni di essere mandata allo sfascio, richiede sforzi immani perché possa continuare ad andare avanti? Perché non diamo uno sguardo a quanto costa il cosiddetto volontariato, incominciando dai pompieri sudtirolesi e finendo alle varie organizzazioni che scorrazzano per il mondo, compreso “un ponte per..” che si dichiara finanziato da molti enti locali, e ha mandato due ragazze in Iraq, senza un’adeguata preparazione di base, ad organizzare progetti di convogli per Falluja, combinando il pasticcio che sappiamo tutti? O vogliamo vedere se prende denaro pubblico anche quella fondazione che distribuisce e toglie bandiere azzurre alle spiagge con gli stessi effetti di un’organizzazione pubblicitaria?

 

Il professore di sinistra, però, adesso pensa che licenziare un po’ di gente, magari assunta a colpi di scioperi e di dimostrazioni, può risolvere tutti i problemi e, siccome è di sinistra, viene considerato una sorta di oracolo e la sua predicazione, come vedremo, ha raggiunto anche gli estremi lembi della penisola.

 

La verità, purtroppo, è che la sinistra, se le si toglie Marx ed il comunismo reale sovietico o cinese, perde tutti i suoi strumenti intellettuali, quelli per i quali ha rivendicato da sempre la sua presunta superiorità della destra. Restano sempre Fidel Castro e le magliette con il ritratto di Che Guevara. Resta pure la Resistenza ma ormai i tedeschi sono nostri alleati e, come al solito, sono considerati il motore dell’economia europea e forse è il tempo di smetterla di fare una bandiera di una guerra civile che conobbe barbarie e atrocità di ogni genere e certamente non fa onore alla stirpe italica, pur riconoscendo la realtà storica di singoli episodi di eroismo.

 

E la Destra? La maggior parte dei suoi elettori appartiene a quella massa che per anni è stata indicata come maggioranza silenziosa e si trova tra coloro che pensano che le sparate retoriche non servono a niente e che il furore ideologico è sono un fumogeno, che certe campagne per la pace sono solo un residuo della guerra fredda, che la politica non è passione ma cura degl’interessi propri e del partito di appartenenza, che le opinioni politiche e pseudoscientifiche espresse ed i fini dichiarati sono soltanto conseguenza dei risultati dei sondaggi d’opinione, che gran parte dell’attività parlamentare non è altro che una recita a soggetto, vedi in particolare il question time, che dopo avere impegnato interi settori della burocrazia per raffazzonare giustificazioni dell’ingiustificabile si conclude, anche nei casi più scandalosi, con un dichiarazione d’insoddisfazione o di soddisfazione. Insomma un gioco inconcludente e costoso perché sembri che si faccia qualcosa. E’ sempre di destra la gente che vorrebbe condurre una vita normale, che se ne frega se esistono miliardari ma desidera non incontrare miserabili ad ogni angolo della strada che sono una vergogna per uno stato civile, che non favoleggia di ecomostri ma preferirebbe che grossi edifici incompiuti venissero completati e utilizzati, che pensa che la lotta alla criminalità debba essere condotta da una polizia efficiente e non da ragazzini che fanno cortei, che vorrebbe poche leggi giuste e rispettate e non leggi ad personam per togliere dalla bocca la preda al pescecane e infilarla in quella del pesce martello. Insomma uno stato moderno senza tante authorities tanto costose quanto inutili, senza tanti alti commissari e commissari straordinari, la cui inefficienza si può dedurre dal livello delle immondizie e dei rifiuti che assediano la Campania o dallo scempio che si fa ogni giorno della vita privata dei cittadini. Basta, una volta per tutti, con coloro che in Sicilia si chiamano pupari e tragediatori!!!

 

Per fare un esempio di altro gioco comunissimo, i calabresi qualche giorno fa alzandosi hanno appreso che domenica 13 maggio a Catanzaro il nostro governatore (chi ha permesso, a proposito, che si affermasse questa espressione di gusto coloniale?) ha firmato un protocollo d’intesa con l’ambasciatore colombiano, alla presenza del viceministro dell’interno, del procuratore nazionale antimafia, il direttore centrale dell’organizzazione antidroga. Insomma chi sa da quanto si sta organizzando questo spettacolo, impegnando tre o quattro organizzazioni burocratiche per inventarsi la necessità di un protocollo del tutto inutile firmato da autorità giuridicamente incompetenti. Sui giornali si è parlato spudoratamente di un fatturato di non so quanti milioni di dollari (figuriamoci a quanto ammonta il guadagno in nero) nel traffico di droga e di una disamina delle analogie tra Colombia e Calabria. Non dicono quali sono, ma sforzandosi si può immaginare: i loro nomi incominciano con C e terminano con ia, hanno parlanti che usano lingue neolatine e nello stato sudamericano, come in ogni parte del mondo, esistono emigranti e figli di emigranti calabresi, di cui una parte è poco raccomandabile. E poi i trafficanti di cocaina hanno un rapporto privilegiato con la ‘ndrangheta. E qui casca l’asino! Quale ‘ndrangheta? Finchè si continuerà ad usare il termine ndrangheta come se si dicesse Fiat o BNL, con un amministratore delegato, un consiglio di amministrazione e degli azionisti, o peggio come se si trattasse di una granitica organizzazione criminale, vuol dire che il lavoro di analisi non è andato avanti di un sol passo. I criminali, infatti, assumono contorni sempre più indistinti, al posto di persone reali compaiono manichini con etichette, ogni esemplare di bullo di provincia, di scassapagghjari, di piccolo o grosso vandalo diventa un boss, ogni spacciatore ed ogni corriere un uomo d’onore, così che ogni omicidio il giorno dopo trova il solito titolo sui giornali “la ‘ndrangheta ha ucciso” e le indagini sono già irrimediabilmente compromesse. Pensate ai personaggi coinvolti nel caso Fortugno e al loro profilo, quale emerge da quanto si legge da oltre un anno sui giornali… Non meravigliamoci se, con la irresponsabile attività promozionale che i mezzi di comunicazione di massa svolgono, senza volerlo, in favore della delinquenza targata RC, poi singoli personaggi godono di prestigio criminale presso delinquenti di altri paesi. L’Italia in passato esportava la terminologia della musica, dal secondo dopoguerra ha esportato solo la parola mafia, che si trova scritta con tutti gli alfabeti.

 

E non sarebbe stato meglio se tutti gl’impiegati pubblici impegnatisi con grande zelo a preparare protocolli inutili tra ministeri ed enti locali in materia di sicurezza pubblica ed altro, ad aprire tavoli di lavoro, ad individuare fantasiosi comitati, a scrivere qualche leggina imposta da qualche ministro in cerca di pubblicità, si fossero recati da un medico amico e si fossero fatti prescrivere qualche giornata di riposo? Lo Stato avrebbe risparmiato un sacco di soldi, qualche albero si sarebbe tenuta la sua cellulosa e la situazione non sarebbe stata peggiore di quella che è. Pensateci un attimo… e scoprirete che, quando il sistema ha un tasso d’irrazionalità che supera certi limiti, l’inefficienza diventa un valore.

 

E torniamo in Calabria.

 

arte_e_cultura_grecan_03_small.jpgIn una terra in cui si vive in emigrazione e si ritorna qualche volta in pensione per passare gli ultimi anni della vita, in cui non esiste alcuna possibilità seria di lavoro per i giovani, o si crede al manifesto della Marina Militare (vieni in marina, girerai il mondo e imparerai un mestiere o qualcosa di simile) o di altra Forza Armata (come accade per moltissimi) o si crede ai profeti dell’antimafia (resta in Calabria, entra nella ‘ndrangheta che è l’organizzazione più ricca e potente del mondo e vivi alla grande anche se qualche sbirro ti potrà fare il solletico di tanto in tanto).

 

Dottor Loiero può dirci quanto è costato lo spettacolo di Catanzaro e Lamezia? Può dirci fino a quando si sfrutterà la condiscendenza delle alte cariche dello Stato a fare da figuranti in queste scene nelle quali i politici devono comparire come protagonisti, con la regia di uffici per le pubbliche relazioni e consulenti strapagati e inconcludenti? Può dirci se la Calabria ha bisogno di essere accostata alla Colombia o se manderà l’esercito calabrese ad imporre la sostituzione della coca con le gerbere?

 

Signor presidente, l’essere stato eletto non Le dà il diritto d’insultare i calabresi attraverso Toscani; l’essere stato eletto non le dà il diritto di trattarci tutti come imbecilli, sperperando denaro pubblico in inutili iniziative e distogliendo funzionari pubblici dai loro compiti. L’essere stato eletto dovrebbe impegnarla a non farci trattare, per le inefficienza dell’amministrazione regionale, come gli abitanti della zona più arretrata d’Europa.

 

E anche Lei, Signor Governatore, come si apprende dai giornali in questi giorni, lamentandosi degli impiegati regionali ha sostenuto che ci sono dipendenti della regione che vanno sul posto di lavoro solo per prendere lo stipendio (almeno non fanno spendere altri soldi inutilmente!). E perché lo racconta a noi? Per farci arrabbiare? Per farci indignare? Per farci provare invidia e indurci ad andare da qualche potente di turno per ottenere la raccomandazione giusta e farci assumere nell’amministrazione regionale?

 

E’ Lei il massimo dirigente della regione e, a questo punto, o ha il dovere di fare nomi e cognomi e dirci come sono stati assunti questi soggetti e perché Lei, nonostante la sua bravura, non sia riuscito a far fare loro quello per cui sono pagati (sono minorati, sono ignoranti, sono protetti da domineddio? Sono portaborse rimasti senza borsa e senza padrone? Sono totalmente inadatti al posto che occupano? Non fanno niente perché nessuno ha assegnato loro un lavoro?) o dovrebbe lasciare il posto a chi pensa di riuscire a fare qualcosa.

 

rane 6.jpgPerché non dà un esempio di orgoglio a tutta la classe politica e non si dimette o almeno minaccia di farlo, come ha fatto più volte l’assessore Lo Moro? Oppure resta al suo posto, ben sapendo che ci potrebbe capitare di peggio, come alle famose rane che chiedevano a Giove un re?

 RadioCivetta