In Perù i poveri e i cani sono rispettati. Accolti in chiesa. A San Giovanni Rotondo vengono scacciati dalla piazza della chiesa "nuova". Zona definita zona sacra. La chiesa "nuova" dell'architetto Renzo Piano, il cosidetto tempio massonico come viene descritto in alcune pubblicazioni. Stranamente il piazzale antistante la vecchia chiesa dove Padre Pio diceva messa non è considerato sacro e i cani vi possonono stare. Strana logica. Padre Pio non avrebbe approvato. Lui accoglieva tutti ovunque.
Dove non c’è comunità c’è follia. Gli esseri umani sono stati strutturati da un Dio intelligente per vivere insieme. Per comunicare con i gesti, con lo sguardo, con le parole. E per questo quando sono costretti a vivere in isolamento si ammalano. La malattia non è solo il decadimento fisico, ma anche quello mentale, spesso disconosciuto. E' il decadimento morale. La malattia è l’invidia, l’avidità, la prepotenza. Tutte caratteristiche di chi non ha un centro dentro di sé stabile ed equilibrato. Di chi ha bisogno di prevalere sugli altri, di schiacciarli per non arrivare poi da nessuna parte. Perché questa gente ha la morte nell’anima. E’ gente dannata e condannata. Gente che ama vivere per il denaro e il potere. Gente che non guarda in faccia nessuno. Nemmeno i propri fratelli. Per il gusto di sopraffare. Per il gusto del potere. Perché è gente che si sente di essere niente e pensa che con i soldi possa acquistare quel rispetto di sé che non ha.
Perché si possa vivere in pace e serenità è necessaria la condivisione, la benevolenza, il reciproco soccorso. Ma questi valori in molti posti sembrano essere spariti.
Una cosa fondamentale per creare “comunità” è la strutturazione di un paese, di una città. Lo sanno bene gli architetti e ingegneri che amano la gente quanto sia essenziale creare una struttura urbanistica in cui ci siano dei centri di aggregazione. Piazze, strade, negozi, centri di culto religioso, edifici pubblici, scuole, mercato. Cinema. Un tutto organico dove i cittadini possano ritrovarsi e vivere. Un tutto collegato in modo razionale e sentimentale.
Ferruzzano Marina tutto questo non lo ha. E’ una specie di paese che paese non è. Ville, case e casette costruite alla sanfasò, strade e stradelle che non si sa a volte dove iniziano e dove finiscano. Asfaltate o carretteras polverose e dissestate. Casette sventrate e inutilizzate in pieno "centro" alla marina nel "quartiere Lodigiani". Cumuli di immondizia in bellavista nei pressi della scuola materna ed elementare comunale. Nessuna centralità di servizi. La gente che vi abita sembra allucinata. Come mosche impazzite.
Così non era a Ferruzzano superiore. Un paese costruito con criterio. Allora quando vi era abitato, prima dell’evacuazione selvaggia post-terremoti, alluvioni e compagnia, la vita scorreva tranquilla e comunitaria. Poi il buio.
Il trasloco alla Marina dove il paese sorto è solo un agglomerato di fabbricati disordinato e stanco. Dove la linfa vitale si è fermata. La vera anima del paese è uno sbiadito ricordo. I paesani divisi da rancori ed interessi. In questo deserto dei tartari è arrivato un giovane sacerdote, Don Giuseppe Maria Zurzolo, che ha preso il posto del vecchio e saggio Don Santo Gullace, che era ormai in pensione. Ora purtoppo la sua vita terrena è finita.
Don Giuseppe è un giovane sacerdote con belle idee e buoni propositi. La sua vita a Ferruzzano Marina non è stata e non è delle più facili. Perché il suo operato ha smosso le apparenti chete acque del borgo. Troppo movimento. Don Giuseppe ha delle bellissime iniziative. Molti fedeli dei paesi vicini arrivano per il Santo Rosario del sabato sera. Don Giuseppe ha iniziato a creare una bella Comunità di persone di buona volontà. Ha iniziato a riportare i valori umani della condivisione e della consapevolezza. Ha organizzato in questo ultimo fine settimana un bel pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo, Monte San’Angelo, la chiesa della Madonna dell’Incoronata.
Il pullman che ha trasportato i pellegrini è della linea Jentile di Gioiosa jonica. Guidato da Ciccio Jentile, il proprietario e dal suo bravissimo giovane collaboratore, Nicola Morabito di Ferruzzano. Li voglio ringraziare perché hanno accolto il mio cagnolino come anche all’albergo “La Perla del Gargano” , dove abbiamo dormito e mangiato, dimostrando sensibilità e intelligenza. Il signor Ciccio e il giovane Nicola hanno guidato il grosso automezzo con estrema prudenza, stando attenti ai bisogni dei passeggeri. Soste frequenti agli autogrill e films in continuazione. Sacri e profani. Mia sorella ha chiesto di proiettare il film “Mamma ho perso l’aereo”. Ma un giovanotto passeggero si è gentilmente opposto. Le ha detto: ”Ma che mamma ha perso laereo. Io ho perso mio nonno con un bell’accompagnatore”. Certo l’argomento merita una certa seria considerazione…
Don Giuseppe ha organizzato questo bellissimo pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo da Padre Pio, coinvolgendo fedeli di paesi diversi. Facendo si che le conoscenze si amplino e ci sia uno scambio umano. Questo è necessario per fare crescere mentalmente e spiritualmente.
Il sabato sera io e Argo arriviamo da Roma e c’è l’incontro con la Comunità guidata da Don Giuseppe all’albergo “La Perla del Gargano” a San Giovanni Rotondo. Sapevo del viaggio di mia sorella e mia zia a San Giovanni e ho voluto fare loro una sorpresa. Ero appena rientrata dal Perù e avevo desiderio di un “bagno affettivo tra i miei”. Saluti e baci e una cena in allegria. Poi tutti a nanna.
Quando alle sei sono scesa al bar per un caffè mattutino, ho trovato un barman che cantava, insieme alle note diffuse dalla radio, canzoni anni ’70. Mi ha accolto con un gran sorriso e allegramente mi ha preparato il caffè da portare anche a mia sorella rimasta in camera stramortita dal sonno. Per farmi perdonare per non averla fatta dormire. Perché io ho l'insana abitudine di alzarmi alle quattro e scrivere al computer i miei pensieri dell'alba nascente e così l’ho svegliata nel cuore della notte. Lei mi aveva accolta nella sua camera, io giunta all’improvviso con il mio cocker nella sua gita organizzata. L’albergo “La Perla del Gargano” è bello, pulito e spazioso. Personale altamente qualificato, attento e gentile. Una piccola bella piscina in un giardino curato. Buona cucina.
Abbiamo passato una domenica bellissima. Mi ha molto avvilito vedere dei ragazzi sui quindici sedici anni, ben vestiti, curati e pasciuti chiedere l’elemosina intorno alla grande chiesa sulla spianata. Non erano poveri. Un insulto alla loro dignità. In Perù non ho visto nessuno tendere la mano. Eppure la povertà era palpabile. Mi ha pure dato molto fastidio vedere cacciare una straniera cona una bambina, credo fosse una rom, dalla spianata sempre sul piazzale davanti l’immensa chiesa di Renzo Piano. Il vigilante si è rivolto a lei con cattiveria dicendo:”vai a rubare al tuo paese." Ma lei non stava rubando... Lo stesso vigilante che mi ha poi proibito di attraversare con il mio cockerino il piazzale definendolo “zona sacra "vietato ai cani. Credo che padre Pio non sarebbe stato contento di vedere tanta stupida severità. Prendersela con i cani e gli zingari non mi sembra un atto proprio caritatevole ed intelligente. Mi sono venute alla mente le innumerevoli volte che in Perù ho visto cani piccoli e grandi passeggiare tra le navate o dormire sui gradini dell’altare indisturbatamente. Non davano fastidio a nessuno. Ma a San Giovanni Rotondo non possono passare nei pressi del piazzale… della "chiesa nuova". Davanti a quella vecchia si!
A parte questi spiavevoli episodi che la dicono lunga sulla benevolenza di alcuni, i due giorni trascorsi in questo breve pellegrinaggio sono stati interessanti e piacevolissimi. Grazie Don Giuseppe. Continui. I giovani e gli anziani La seguono. Hanno bisogno di Comunità. Di condivisione di buoni valori.
La sua opera di unione con i fedeli dei paesi vicini e nel paese stesso di Ferruzzano marina porterà nel tempo buoni frutti. Bisogna isolare il male facendo venire alla luce i tanti cittadini che vogliono il bene. Bisogna perseverare sempre nella ricerca della giustizia e della benevolenza. Diceva Padre Pio:” La vita è un lungo Calvario che bisogna salire allegramente”