ferruzzano-novembre-caminetto-acceso-300E’ tardi. E’ quasi mezzanotte. Qui a casa tutti dormono. Io sono sveglia accanto agli ultimi bagliori del caminetto acceso. Il mio Argo è accoccolato su una poltrona di vimini accanto a me. Si sente la risacca delle onde dello ionio a pochi metri dal mio balcone e lo scoppiettìo della legna. Il resto tutto è silenzio. Sono pensierosa. Pensieri dal sapore amaro. In quest’ultimo mese ho attraversato un oceano e due continenti, sono stata in un altro emisfero, ho visitato tanti posti. Ho visto tanta gente. Tante città, tanti paesi. E tante chiese. Piccole e grandi. Santuari e Basiliche.


ferruzzano-novembre-parrocchiaOggi sono nel mio paesello natio, a  Ferruzzano. Veramente io non sono nata qui ma a Ferruzzano Saccuti, il paese a circa sette chilometri da qui. Sulla collina.  Ora sono alla marina, borgo nato un poco per volta dove le case sono sparse e non si respira un’aria di unità. Stasera alle quattro e mezza ho sentito suonare le campane della chiesetta che è poco lontana da casa dei miei genitori dove mi trovo. Ho sentito il desiderio di andare alla messa che si celebra, come ogni giorno, alle cinque della sera. La domenica alle dieci della mattina. Ho fatto una piccola passeggiata e sono giunta nel cortile della  chiesetta dove ho trovato Giovanni, un giovane ferruzzanese di buona volontà che aiuta Don Giuseppe Maria Zurzolo nella parrocchia. Lo aiuta sia nella funzione religiosa come chierichetto sia in piccoli lavoretti di manutenzione. Stasera stava impastando del cemento per fare un cordolo ad un lastricato di cemento  nel cortile.

La chiesetta è semplice ed è avvolta da un’atmosfera di pace e serenità. Le fiammelle tremolano sui ceri e  mi ricordano le antiche funzioni religiose di quando bambina andavo a messa a Saccuti e la chiesa, un grande capannone sorto dopo il grande terremoto del 1907, era piena di fedeli. Di grandi e piccoli. Di vecchi. Voglio ricordare che il terreno su cui fu costruita questa chiesa fu donato dal Signorino Domenico Romeo. Mio nonno materno.  Ricordo le serate del catechismo e la novena di maggio alla Madonna con gli altarini che facevamo in casa.  Mattoni uno sull’altro, come gradini,  ricoperti da un centrino immacolato ricamato e adornato da pizzi e merletti. Sopra bicchierini con fiori freschi di gerani e rose e immaginette sacre.

Ricordo la festa del Corpus Domini dove tutti noi bambini, vestiti di bianco, andavamo in processione camminando in due file  davanti ai grandi e portavamo al collo, legate con un nastro colorato, le “tafarelle” di vimini ricolme di petali di fiori che disseminavamo per le stade del paese. E le belle coperte nuove damascate appese ai balconi in onore della processione. E il sacerdote all’epoca Don Vittorio Lazzarino, sotto l’ombrellino tenuto da Don Pasqualino Cafari della posta del paese di “sopra”. Cioè Ferruzzano superiore.


ferruzzano-parrocchia-300pxMi ha fatto tanta tristezza vedere stasera la chiesetta  qui alla marina quasi vuota. Solo alcune donne, quasi tutte anziane, sedute avanti.  Poi io, Argo e mia sorella in fondo alla chiesa. L’aria che si respira in questa umile chiesetta mi fa venire in mente le tante missioni che ho visto in terre straniere e lontane. In Messico, Perù, Albania, Turchia, Africa. Un’atmosfrara  raccolta e spirituale. Che ti riporta alla tua anima. Alla semplicità delle cose.

Ognuno di noi ha un fardello pesante da portare. Chi prima chi dopo. La vita non fa sconti a nessuno. Ma se hai la fede e il coraggio di guardare in faccia la verità e di dirla senza paura delle conseguenze, hai allora il coraggio di affrontare con serenità tanti dolori, tante amarezze. E tante ingiustizie. Hai la certezza che ti sarà fatta giustizia. Che avrai giustizia. E questo basta per stare sereni.

ferruzzano-parrocchia-don-giuseppe-300pxAlle cinque in punto sull’altare è arrivato Don Giuseppe con la sua casula verde e Giovanni con una lunga tunica bianca. Silenziosi e seri. Don Giuseppe ha officiato la messa con solennità e semplicità nello stesso tempo. Ha parlato nella sua omelia  di Santa Bernardette, della quale  c’è un grande quadro accanto all’altare. Dell’ incontro di Bernadette con la Madonna di Lourdes. Del suo affidarsi a Lei. Ha  detto ancora della necessità di parlare ai bambini di Dio, dell’amore, della fede. Se i ragazzi crescono senza fede è perché i genitori e quelli che li accudiscono si vergognano di Dio. Lo rinnegano. Ed è bene ritrovare Dio. Perché si ritrova se stessi.

Alla fine della funzione ho chiesto a Don Giuseppe  di potere  visitare la canonica che non conoscevo. Lui con molta cortesia mi ha aperto tutte le porte. Mi si è stretto il cuore nel vedere trasudare i muri di acqua. Un odore acre di umidità ovunque. Nella cucina, nella stanzetta dove dovrebbe dormire Don Giuseppe, nella piccola biblioteca. Perché in questa piccola canonica c’è una biblioteca mariana. Bella e interessante. Addirittura delle belle cartoline della Madonna con dietro la scritta di Ferruzzano.  

ferruzzano- madona-lourdes-300Sul piazzale antistante questa casetta povera che è la parrocchia, Don Giuseppe ha fatto innalzare una splendida statua di Maria di Lourdes e a lei è dedicato il Santo Rosario. Ed anche a San Giuseppe, il patrono di Ferruzzano. Perché questa è la Parrocchia di San Giuseppe. Ma di Lui ci si ricorda solo per la festa pagana d’agosto. Per la raccolta soldi per fuochi d’artificio, zeppole e tarantelle. Fidanzamenti e regolamenti di conti. Finita la musica si riprende l’anno dopo per la rituale colletta sempre per stessi “festeggiamenti”. Non sarebbe ora di ritornare ad essere più seri e pensare alle cose serie? Tipo: sistemiamo prima la casa del Signore poi balliamo la tarantella?
Ma a Ferruzzano in molti stanno facendo la guerra a Don Giuseppe. Per saperne di più leggere i molti articoli pubblicati su questo giornale oltre un anno fa. Il primo della serie ha il titolo ” A Ferruzzano la Chiesa Cattolica Romana è morta! Forse vogliono una Moschea? "
Don Giuseppe da fastidio. Le zizzanie e  le calunnie fioriscono e colpiscono. Questo perché a Ferruzzano non c’è fede. C’è malaffare. In chiesa non si va per pregare, per incontrare Dio. A Ferruzzano si va in chiesa per criticare. Per valutare se il prete piace o non piace. E se il prete non incontra il nostro gusto,  perchè osa contraddire,  osa indicare le cose che non vanno, osa smuovere le torbide acque della palude, allora il prete “non serve”. Il prete se ne deve andare. C’è un passaparola. La chiesa deve restare vuota. Tutto si deve distruggere. Perché la chiesa non è considerata luogo dove incontrare Dio, ma è considerata una pizzeria, un’osteria. Un negozio. E il sacerdote non è rispettato come un rappresentante di Dio, ma è valutato come un pizzettaro o un barista. Questi sono i paesani di Ferruzzano. Questa è la loro cultura. E’ la cultura di tutti quelli che nel mondo comunista assaltano e uccidono i rappresentanti della chiesa. Qui li calunniano per farli cacciare. La differenza non è poi tanta. Con la calunnia si uccide l'identità e l'esistenza delle persone.

Fino a pochi mesi fa c’era un coro splendido.  Ma si è sciolto. Perché? Questo non doveva accadere. Il canto è un dono di Dio e spegnerlo è stato un peccato. Ma Dio dov’è?  Quando  si vuole volare alto non bisogna scendere a bassezze. Criticare e calunniare un sacerdote che ha il torto di dire in faccia quello che pensa senza timore. Nulla e nessuno avrebbero mai dovuto tentare di portarlo al silenzio. Comunque se a Ferruzzano non ci sono più voci disponibili c’è sempre intorno un grande territorio ricco di risorse. La Parrocchia di Ferruzzano è aperta a tutti quelli che hanno bisogno di ritrovare se stessi e la serenità. E credo che sia proprio una moltitudine.

ferruzzano   27 agosto 2008 monte antenne 250pxFerruzzano è un paese dove il malanimo serpeggia, dove il pettegolezzo è dietro quasi ogni porta. E’ un paese dove l’apparenza è tutto. Dove c’è la gara ad avere di più. Dove non conta la qualità della vita. Ma la quantità delle cose che si riescono ad arraffare. Non parlo di tutti, naturalmente. Ma bastano poche mele marce ad infettare o a spaventare il prossimo. Ma così si vive male. Nella discordia e nella stupidità si è già morti. Ferruzzano ha avuto la fortuna di avere un sacerdote giovane e ricco di buone iniziative. Se la gente di Ferruzzano fosse veramente un poco intelligente dovrebbe usare questa opportunità. Incontrarsi, parlarsi e non sparlarsi. Dovrebbe andare a messa, collaborare. Chi ha deve donare a chi ha bisogno. C’è tanta gente con ville, macchine di lusso, pellicce e gioielli. Ebbene questa gente dovrebbe essere un poco generosa. Essere signori non significa possedere più cose, questo significa essere arricchiti. Se si vuole essere signori bisogna donare!  Io credo che ci siano tanti cittadini a Ferruzzano e anche fuori che potrebbero fare si che la chiesa fosse più accogliente, più sicura. Più salubre. Dove il parroco non deve ammalarsi vivendo in un ambiente umido e malsano. Non è giusto. Io chiedo a questa gente di fare per Natale e non solo a Natale delle offerte alla chiesa. Chiedo anche alla Curia di interessarsi a che i suoi rappresentanti vivano in sicurezza e dignità.

Tengo a precisare che questo mio appello nasce esclusivamente da me. Don Giuseppe è troppo umile e dignitoso per avanzare richieste. Ma io ho occhi per vedere e olfatto per sentire. E sono un medico. Mi basta poco per capire se un ambiente è sano o no. E la casa parrocchiale fa acqua. E ci vuole poco per sistemarla. Buona volontà e fondi.
E chi vuol intendere, intenda! Natale non è esibire l’albero agghindato più bello e i regali inutili e costosi sotto quest’albero. Per essere considerati persone civili è necessaria la buona educazione e rispettare gli impegni presi. E’ considerare i bisogni e gli impegni degli altri. E’riuscire a fare un’opera di  bene.

C’è gente che mettendosi sotto la vecchia stinta bandiera dei socialisti, a Ferruzzano, Bruzzano e dintorni, contrabbanda rispetto per i diritti umani che in realtà ha calpestato e calpesta. Che si è arricchita e arrivata al potere sfruttando la buona fede di tanti gonzi che credevano che il loro operato, quello dei “socialisti con bandiera rossa” fosse veramente al servizio del popolo. Di loro. Così non è stato e non è. I “socialisti” di Ferruzzano e dintorni vivono da nababbi con ville, macchine lussuose  e badanti a tempo pieno e non hanno spartito nulla con quel proletariato che li ha innalzati al potere e gloria. 

Quel capostipite "socialista" a Ferruzzano che ha comprato terreni con i soldi del popolo bue che si è fidato di lui e poi è rimasto gabbato. Quel capostipite che si è tenuto quella terra comprata con la colletta del popolo. “I socialisti”, parenti e praticanti, hanno carpito la buona fede di molti mettendosi addosso la pelle di pecora e nascondendo un’indole di animali rapaci. Hanno aizzato il popolo contro un gruppo di famiglie che con loro non ha nulla da spartire. Famiglie che avevano dato nel passato lavoro a decine di poveri cristi. Famiglie dichiaratamente non "socialiste". Pertanto da mettere alla gogna. Non erano compagne. Ed è stato facile voltare le spalle a chi ti ha sfamato. Perché chi ti ha sfamato ti ricorda le tue origini. E non ti garba.  La gratutudine non è di questo mondo. Questi  i “socialisti” e il loro seguito senza cervello. Personaggi  che si comportano come i loro compagnucci ex comunisti. Il loro motto è: “Il mio è mio. E il tuo è mio”.

mussolinisaluto-fascista-150Quei “socialisti” che la mattina dopo la marcia su Roma di Benito Mussolini, bruciarono le loro bandiere rosse e sfilarono per il paese con le camice nere. Camice nere prese dalle mogli, madri, sorelle. Perchè ne erano naturalmente sprovvisti e in una notte non era facile reperirle nuove. Con coltello alla cintola e gli slogan  urlati per le strade::”Viva il Duce.Viva Mussolini”. "...Fu nominato segretario politico mastro Ciccio Sculli  "della sena"che si presentò al Prefetto di Reggio Calabria e  declamò questa poesiola:

"Eccellenza qua la mano, Vi presento Ferruzzano, Un paese socialista, l'ho ridotto già fascista, con a capo Gianni Sculli coi ragazzi e coi fanciulli... "

Brano tratto dal libro "FERRUZZANO:FATTI E PERSONE NELL'ULTIMA META' DEL MILLENOVECENTO". Scritto da Romolo Marando, mio padre,  nel 2001. Questi i camaleontici “socialisti”. Questi “socialisti” che si sono arricchiti con i soldi stanziati per il trasferimento del paese alla marina, calunniando i proprietari del terreno  espropriato a prezzi di popolo per la costruzione di un paese mai nato. O malnato. Ma gli stanziamenti devoluti assorbiti da amministratori e compari.


domenico-romeo-200pxLa terra di Domenico Romeo, morto nel 1973 e molti se lo ricordano ancora, il  proprietario terriero che ha dato lavoro a decine di persone, che ha sfamato quasi tutto Ferruzzano e circondario durante la seconda guerra mondiale, e anche prima e anche dopo, deve essere svenduta. Requisita e pagata due lire. Infamando poi  alcuni eredi di essersi assersi arricchiti per i soldi intascati. Soldi che per alcune "opere" tipo strade e altro non sono mai nemmeno stati versati. Calunnie dove “i socialisti” e sudditi sono maestri. La memoria ci assiste. E i documenti a prova di quanto vado scrivendo anche. Solo che le procure non si sa come e perché spesso fanno trovare,  su fascicoli corposi di documenti denucianti questi fatti, quintali di polvere… Ma tanti procuratori nel tempo passato non molto lontano furono beneficati dai potenti “socialisti”. Presidenti di case popolari e quantaltro. Nessuna meraviglia quindi che la polvere abbia appannato la memoria di tanti.

bandiera-rossache-guevaraNulla di nuovo sotto l'impero comunista o socialista. Il tempo è passato.  Ma le bandiere rosse sventolano ancora sotto altri vessilli. Ma sempre dittatura è! Tutti inneggiano a Che Guevara perchè rende ed è di moda per essere in ma poi tutti vivono  come quegli sporchi ricchi capitalisti che dicono di disprezzare. Con serva e soldi. Guai a toccare il ferruzzanoto nella tasca.

Torniamo alla casa di Dio. Alla chiesa. Per respirare una boccata d’aria pulita. E da come si presenta la chiesa si vede chi è la comunità che rappresenta. E la chiesa cattolica romana con un capannone adibito provvisoriamente a canonica è in evidente stato di necessità.  I ricchi “socialisti” hanno pensato a tante oprere di bene. Per loro però. Tipo il quartiere Lodigiani con  la costruzione di casette e stradelle che hanno riempito le tasche di chi le ha volute. E poi buttate via ed alcune barattate per un pugno di voti. Tanti quanto sono bastati per andare a comandare alla casa comunale. Praticamente da sempre. E chi lo ha voluto questo quartiere Lodigiani? I compagni “socialisti” di Ferruzzano, Brancaleone, Reggio e Bruzzano forse ne sanno qualcosa…

Io ringrazio Giovanni Gullace perché ha la fede e il coraggio di fare quello che molti giovani  della sua età si vergognerebbero anche di pensare. Giovani che perdono il loro tempo e la loro vita con scelte sbagliate. Con il miraggio di guadagni facili calpestando tutti e tutto. Ma sono i ragazzi come Giovanni che hanno dei sani principi che potranno portare avanti i valori veri della vita. Valori che non tutti purtroppo hanno o fanno uscire allo scoperto.

Voglio ricordare che Giovanni Gullace insieme alla sua famiglia è stato buttato fuori dalla sua casa a Ferruzzano marina ormai tanti anni fa. I suoi beni depositati non si sa bene dove a Reggio Calabria. Eppure, se mai,  si sarebbero potuti depositare nella palestra del Comune. Palestra che “ospita” di tutto tranne che alunni e attrezzature sportive. Dalle brandine date in beneficenza ( da chi e per chi?) e che li giacciono, a tante altre ferraglie.

Perché il mobilio dei Gullace è stato trafugato a Reggio con un affitto da pagare di centinaia di euro al mese che viene richiesto alla famiglia Gullace-Brancatisano?  Chi ha deciso di trsferire lì il contenuto di una casa senza il  consenso dei proprietari, ora paghi! In base a chi e cosa è stato deciso il deposito a Reggio Calabria? La casa in questione sigillata dopo lo sfratto forzato si trova nel quartiere Lodigiani a Ferruzzano marina. Quartiere abusivo per tutti. Comune compreso. Ma per i Gullace è dall’amministrazione comunale considerato ancora più abusivo. Loro “sono più abusivi degli altri abusivi”.  E non si capisce la logica. Ma dove c’è malaffare la logica si butta alle ortiche. E Giovanni anzicchè imboccare la via della vendetta ha imboccato la via della carità cristiana e aiuta anche quei “ parrocchiani” che gli hanno tolto la casa, aiutando ad abbellire la Casa del Signore con amore ed umiltà.

ferruzzano-novembre- stazione-via-crucis-250Gli altri stanno a guardare e a criticare. Ma voglio ricordare che non bisogna calunniare e disprezzare un sacerdote perché non è come noi lo vogliamo, lui rappresenta la Voce di Dio e i veri fedeli questo lo sanno. Ma a Ferruzzano ci sono veri fedeli? Se così fosse sarebbero onorati di celebrare matrimoni e funerali nella loro parrocchia con il loro parroco. Di frequentare la loro chiesa. Ci sono paesi dove il parroco non c’è. Viene “prestato” una volta la settimana. Ferruzzano ha la fortuna di averlo e per questo lo si deve buttare via. In un modo o nell’altro. Con la calunnia e la zizzania. Che a Ferruzzano  fioriscono come la gramigna. E uomini e donne di "buona volontà" partecipano attizzando la discordia.