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fiori selvatici 0 px200Ti ho conosciuta ai tempi della mia lontana adolescenza. Eri appena arrivata con tua sorella Giusy dalla Germania e abitavi vicino a casa mia. Alla marina. Eri bella e dolce. Ma la tristezza  velava spesso il tuo sguardo. Come perso in un sogno lontano. Mi ricordo che salivo le scale di casa tua e mi rifugiavo da te quando ero triste per una preoccupazione. Ma anche quando ero felice. Per un sogno all’orizzonte. Mi piaceva parlare con te. Confidarmi con te. Sapevi ascoltare. Capire. Eri accogliente, gentile e buona. Materna.

Mi cucivi dei vestitini  bellissimi con una bravura straordinaria. Perché ti piaceva farmi contenta. Lo facevi senza volere nulla in cambio. Solo la nostra amicizia. E io ti davo fiducia. Mi fidavo di te. E la mia fiducia è stata sempre onorata da te.
Ti ricordi quando con Maria, l’altra tua sorella, mia amica, preparavamo le torte o la pasta fatta in casa? Cucinavamo noi ragazzine, e voi più grandi ci
facevate felici mangiando le nostre pietanze. Non c'era internet allora. Nè cellulari. La vita era semplice. Buona. Scorreva lentamente. I desideri venivano frenati. Non si bruciava la vita.

Bei tempi allora. Così pareva a noi,
fanciulle all’alba della vita. Tu eri già una donna. Con le tue delusioni che la vita non risparmia a nessuno.  Eri sempre velata di  malinconia e comunque sempre col sorriso.  Sei passata silenziosamente su questa terra. Con un bagaglio di dolore che hai portato su di te con una dignità che non è facile trovare.

Ci siamo perse nel tempo, cara Vittoria. Io sono partita… Tu hai cambiato casa e anche io. Ma sei rimasta sempre nel mio cuore. Custodisco il ricordo di te come una cosa preziosa. Non sempre è possibile frequentarsi, incontrarsi. A volte ci sono rapporti trasversali che allontanano. Separano. E tu non sai perché.

Ferruzzano di oggi non è più quello di un tempo. Dove tutti quasi andavamo d’accordo. Ci  frequentavamo. Mangiavamo insieme. Era bello vivere lì. Non più così purtroppo negli ultimi anni.  Troppa avidità. Troppo astio. Troppa separazione.


Ti lascio con una poesia. Sono sicura che pregherai per noi dal Cielo.
Ernesta

"Il ricordo di un amico
Penso che nessun'altra cosa ci conforti tanto,
quanto il ricordo di un amico,
la gioia della sua confidenza
o l'immenso sollievo di esserti tu confidato a lui
con assoluta tranquillità:
appunto perchè amico.
Conforta il desiderio di rivederlo se lontano,
di evocarlo per sentirlo vicino,
quasi per udire la sua voce
e continuare colloqui mai finiti.

David Maria Turoldo
"