chierichetto 100 jpeg.jpgRadiocivetta ha il piacere di pubblicare in forma integrale l’articolo scritto da Pietro Criaco sul “ il Quotidiano della Calabria” del 25 ottobre 2007 dal titolo
A Ferruzzano morirono 167 persone
Cento anni fa la tragedia del sisma”

E’ il 23 ottobre ore 15 circa saliamo verso Ferruzzano superiore la strada, ricca di curve ed in alcuni punti sconnessa, è la stessa, naturalmente senza l’asfalto odierno, che negli anni venti in groppa ad un somaro portò il ministro Zanotti Bianco a Ferruzzano Saccuti. Raggiungiamo piazza San Giuseppe tra un po’ inizieranno le celebrazioni per il 100° anniversario del terremoto che distrusse la parte più bella e più ricca di questo splendido borgo, ed uccise 167 persone, la piazza e la chiesetta si riempiono piano piano.  Mentre Sua
Eccellenza Giancarlo Maria Brigantini, insieme al parroco di Ferruzzano Don Giuseppe Zurzolo, celebra la messa, ci facciamo raccontare Ferruzzano ed i Ferruzzanesi da Salvatore Pezzimenti, memoria storica in questo nostro viaggio

 

ferr 1 foto 200 jpeg.jpgApprendiamo che il terremoto distrusse alcune delle case più belle del borgo che si trovavano proprio in questa piazza, ci racconta di un’anziana che in quella terribile sera uscita fuori vide ondeggiare due case di tre piani fino a che i due tetti arrivarono a toccarsi, ci spiega che il terribile sisma, ottavo grado della scala Mercalli, era ondulatorio. In seguito ci riferisce di una ragazza che già fuori tornò in casa per trarre in salvo la sorella: lei trovò la morte insieme ad i genitori, mentre la sorella si salvò riparandosi sotto il tavolo della cucina. Salvatore ci racconta le fasi della ricostruzione, delle due fazioni createsi in seno al gruppo dirigente, alcuni spingevano per la ricostruzione in località “a vrivara”  altri invece volevano il nuovo paese nella frazione Saccuti, dove in effetti il Comitato Milanese costruì la prima baraccopoli ed in seguito le prime case. Le prime abitazioni in marina sorsero alla fine degli anni quaranta su iniziativa ed a spese di privati cittadini, le case popolari arrivarono solo nel 1955. Chiediamo a Salvatore di raccontarci anche delle condizioni di vita dei ferruzzanesi dell’epoca. Scopriamo che Ferruzzano Superiore come in seguito Saccuti era un paese ricco, “la chiamavano la piccola Cutro” – dice orgoglioso – c’era una ricca produzione agricola, soprattutto di grano, ed anche la pastorizia era molto sviluppata. Ferruzzano era un po’ il centro del mondo per i paesi del circondario, un paese non solo ricco economicamente ma anche ricco di persone  istruite. Nessuno moriva di fame a Ferruzzano ed anche se c’erano i furbi che approfittavano delle difficoltà di alcuni contadini per arricchirsi,  c’erano persone buone come il “signorino” Romeo sempre disponibile con chi chiedeva un aiuto o un lavoro, anche a costo di inventarsene d’inutili, guarda quante navi passano e poi a fine giornate fai il conto, disse un giorno a  chi aveva bisogno di lavorare ma non era in grado di farlo. Si chiude la messa con le parole del vescovo:“ Sono qui a celebrare la liturgia della memoria… guai se perdiamo la memoria. Con grande dignità vi vedo qui presenti. Ferruzzano parla con le sue pietre nude… Guai se Ferruzzano diventasse come Africo Vecchio, come Roghudi, che per colpa dell’incuria sono ormai dei paesi fantasma. Non vivete solo la marina, non vivete la contrapposizione e l’antagonismo tra la marina e la montagna. Il problema è come i fili del telaio: trama e ordito, montagna e marina. Non è l’uno contro l’altro: marina e montagna, l’uno ha bisogno dell’altro non antagonismo. Tutti impegnati a non mettersi mai l’uno contro l’altro. Goccia a goccia, insieme, non l’uno senza l’altro. Questo è il ricordo di oggi, la memoria non deve essere solo di un giorno ma di tanti, tanti momenti”. Dopo la cerimonia religiosa si è svolta in piazza la cerimonia laica. Una corona d’alloro è stata posta accanto alla stele scoperta dal sindaco Maria Romeo e benedetta dal Vescovo. Il sindaco con a fianco il Vescovo e il parroco del paese  ha presentato il libro “MEMORIE nei paesi del terremoto” di Francesco Attilio Marando. Il libro e un documento straordinario, in primo luogo per l’altissimo valore documentale, essendo stato scritto a pochi anni dalla tragedia, ed anche per l’indubbio valore artistico, leggendo i passi riguardanti il terremoto si viene trasportati dentro la tragedia, e nonostante risalga al 1910 la lettura risulta gradevole ed abbastanza scorrevole.  Anche il sindaco, insieme a molti dei presenti, leggendo alcuni brani non ha potuto evitare l’emozione e gli occhi lucidi. Lo stesso sindaco ne ha consigliato l’adozione nelle scuole a che le nuove generazioni conoscano la loro storia che parte da lontano. Ci sono stati poi interventi di numerosi presenti, molti ferruzzanesi: Il professore Giuseppe Romeo, Preside dell’Istituto comprensivo di Brancaleone, Alba Romeo, Vittoria Romeo, Stella Patamisi, Celestina Siciliano, Renata Ceravolo, Sara Palamara, Giuseppina Sculli,  Giovanni Sormani, Elia Daniele Panetta architetto che ha spiegato il significato della stele formata da tre pietre che rappresentano le tre frazioni di Ferruzzano ( l’antico paese Ferruzzano superiore, Saccuti e Marina), Ernesta Adele Marando medico che ha curato la prefazione del libro  “ Memorie nei paesi del terremoto”, il cui autore era suo nonno.E’ seguita la visita all’ex palazzo comunale della mostra fotografica in cui erano esposti interessanti foto d’epoca riguardanti il tragico terremoto. Siamo andati via a sera con la sensazione di aver assistito ad un grande evento e con la speranza che venga accolto l’appello del sindaco ai giovani, affinché attraverso il ricordo ed il recupero delle origini riescano a vivere un presente fruttuoso che gli consenta di costruire un futuro radioso, in una zona che attraversa un’evidente crisi sociale oltre che economica, l’impegno delle nuovo generazione, se non l’unica, e una delle poche speranze rimaste.                                            Criaco Pietro