intercettazioniSu questo tema, il giorno 6 luglio 2010 è stato indetto un seminario dall’Associazione “Articolo 15” a cui hanno partecipato gli Onorevoli: Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri, Gaetano Quagliariello, nonché docenti delle Università di Pisa e Roma, nelle persone dei Professori: Cubeddu, Spangher e Mathieu. Al seminario sono pure intervenuti, come auditori, fra i tanti personaggi anche gli Onorevoli Rampelli, Dini, Ciarrapico, oltre il Ministro Brunetta.

La legge sulle intercettazioni, la riservatezza in funzione della Costituzione, attualmente all’esame del Parlamento, è stata illustrata, analizzata e criticata sia sotto l’aspetto giuridico sia sotto quello attuativo.
Negli interventi che si sono succeduti, sono stati anche esaminati tutti gli aspetti che la legge stessa apporterebbe consentendo un più corretto uso delle intercettazioni da parte della Magistratura.
Non intendiamo né criticare gli interventi né analizzare la legge nelle sue particolarità in quanto compito dei  politici e degli esperti.
Invece vogliamo esprimere ciò che pensa la gente comune che con le loro tasse contribuisce a tenere in piedi questo mastodontico apparato.
Alla gente comune il contenuto di questa legge non interessa nulla e non crede al bavaglio dell’informazione, cavallo di battaglia delle sinistre e i di alcuni giornalisti poveri e privi di idee.
Delle intercettazioni alla gente interessa solo quanto vengono a costare perché mentre stringe la cintola per le spese dovute alla congiuntura finanziaria del momento, si spendono, se la notizia è vera, circa duecentosettantacinque milioni di euro.
Inoltre, condividendo le preoccupazioni finanziarie della gente comune altre persone pensanti formulano una spontanea considerazione: queste intercettazioni che fino a qualche tempo addietro erano fatte segretamente, così che molti personaggi della criminalità sono caduti nella rete, oltre a molti personaggi pubblici, corrotti e malavitosi, oggi risultano di pubblico dominio e mancando la segretezza, i giornalisti non hanno trovato di meglio che pubblicare di tutto anche notizie di carattere personale che non riguardavano le indagini al sol fine di mettere alcuni personaggi alla “ gogna”.
Scandali si sono succeduti a catena coinvolgendo tra l’altro personaggi politici, intercettati ma che poi sono risultati estranei a fatti criminosi.
E questo non è corretto. Di conseguenza, il potere politico si è appellato all’articolo 15 della Costituzione che testualmente dice: “La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge.” ed ha varato l’apposita legge all’esame delle Camere.
Ma la considerazione più importante è che ormai di queste intercettazioni telefoniche, non più segrete ma di pubblico dominio,  i malavitosi non se ne avvalgono più preferendo altre comunicazioni, quindi conseguentemente si presume che siano calate di numero e d’importanza. Ne consegue che non essendo più un valido strumento di incriminazione è opportuno quanto meno dimezzare la spesa relativa e la legge, contrastata da gran parte dell’apparato politico – intercettazione-telefonogiudiziario – giornalistico, venga accantonata e quindi far scoppiare la pace fra le fazioni.

Resta da dire che se alcuni personaggi persistono a valersi del telefono per comunicare fra di loro cose criminose, si provveda ad interdirli da tutte le attività ed affidarli ai centri di assistenza mentale.