Sono sempre più numerose le famiglie, italiane e straniere che, con bambini al seguito, intraprendono viaggi per vacanze o per ricongiungimenti familiari. Per dare loro strumenti utili per orientarsi Società italiana di pediatria fa il punto sulle buone regole per il viaggio dei bambini. Negli ultimi anni si è assistito a un progressivo aumento del numero di viaggi, anche verso destinazione lontane, che coinvolgono tutti i componenti il nucleo familiare, compresi bambini molto piccoli. Un dato che emerge dai centri specialistici in medicina dei viaggi cui si rivolgono i genitori per consulenze su come comportarsi prima e durante il viaggio. Nell'ambito del programma di costante sviluppo e crescita della Società italiana di pediatria (Sip), si cerca di fare il punto sulle buone regole da seguire in queste circostanze. Una nota diffusa dalla Sip spiega che è «fondamentale un adeguato counceling preliminare, da parte del pediatra o, quando necessario, dello specialista infettivologo, che comprenda una valutazione accurata del rischio infettivologico e delle conseguenti vaccinazioni consigliabili oltre che consigli più generali e pratici per quanto riguarda le norme igienico-sanitarie più opportune e una adeguata farmacia da viaggio». I pediatri ribadiscono l'importanza di una valutazione personalizzata, legata alle caratteristiche del paese di destinazione, all'età e alle condizioni sanitarie di base del piccolo paziente. Inoltre, sottolineano la necessità di un'accurata pianificazione e organizzazione, per evitare inconvenienti o complicanze e rendere il viaggio più piacevole e sereno.
Con questo obiettivo Alberto Ugazio, presidente Sip ha elaborato un decalogo di norme da trasferire ai genitori prima della partenza, che in parte informano sugli aspetti psicologici del bambino, come per esempio il coinvolgimento nei preparativi; ma soprattutto danno indicazioni su aspetti legati alla salute del bambino: dai farmaci da mettere in valigia, ai vaccini da eseguire prima della partenza; dagli accorgimenti durante il viaggio aereo alle norme igieniche in paesi più a rischio. «Sono semplici, ma fondamentali indicazioni - spiega Ugazio - il mio volere e compito e quello di tutti i miei colleghi appartenenti alla Sip, è quello di cercare di essere sempre più vicini alle famiglie e ai bambini attraverso la nostra quotidianità e sfruttando tutti gli strumenti e i mezzi che con la Società italiana di pediatria riusciremo a costruire. A partire dal prossimo appuntamento ufficiale in autunno, ci siamo prefissati di concentrarci su punti quali alimentazione, disagio, vaccinazioni, malattie infettive e il viaggio, e confrontarci per poter dare indicazioni a chi ne ha più bisogno: i nostri pazienti e i loro genitori». Il tema saràinfatti argomento del congresso nazionale Sip che si terrà a Roma il 20/23 ottobre.
Obesità pediatrica supera quella adulta
Nonostante tutti gli sforzi l'obesità infantile continua a crescere, al punto che ha superato quella degli adulti. E la classe medica non può restare indifferente. Il monito è stato ribadito da Michele Carruba, direttore del Centro studi e ricerche sull'obesità dell'Università degli studi di Milano all'incontro "Globesità: strategia e interventi" tenutosi a Roma. «Un bambino obeso - spiega Carruba - ha 80 probabilità su 100 di rimanere obeso anche da adulto. Quindi fotografare la situazione dei bambini oggi significa avere un'idea di quella che sarà la nuova generazione. In Italia abbiamo il 12% di bambini obesi e il 24% di bimbi in sovrappeso. Quando parliamo di un bambino obeso, io dico che è un insulto alle madri, ai medici e agli insegnanti e all'intera società. Il bimbo, infatti, è tale solo perchè non ha ricevuto una corretta educazione. Purtroppo negli Stati Uniti le nuove generazioni hanno oggi un'aspettativa di vita inferiore, evento mai verificatosi nella storia dell'umanità».da Pediatria33 <Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.> 7 luglio 2010 - Anno 4, Numero 14