sale-1zucchero-1Ho ritenuto utile pubblicare l'articolo che segue  tratto dalla newsletter del quotidiano online Doctor News33, il giornale on line dei medici italiani. Già ormai da moltissimi anni si sa quali effetti negativi sulla salute abbia l'uso eccessivo di sale. In media gli italiani salano i loro alimenti ben undici volte più di quanto sia necessario.  Gli alimenti stessi hanno già in natura la quota necessaria e sufficiente per sopperire alle necessità dell'organismo umano. E anche animale.

Sarebbe molto importante che effettivamente le industrie alimentari riducessero o eliminassero il sale dai loro prodotti. Specialmente nei prodotti riservati all'infanzia. Non meno dannoso è lo zucchero. E' incredibile vedere nelle varie pubblicità con quanta leggerezza si pubblicizzino merendine "terrificanti" riservate ai bambini. Fascia in realtà non protetta a dovere. Nella pratica medica, ospedaliera ed extra, ho potuto osservare come i bambini vengano considerati spesso solo come un valore aggiunto. Non si ascoltano, non si "vedono". Si sovraccaricano di attività. Un salto ad ostacoli. Nonostante i bei vestitini all'ultima moda. Il seguire sempre le ultime tendenze dei media  buttando a mare sagge pratiche di accudimento. Le case industriali indicano le linee guida... Credo che i genitori, da chi dovrebbe, da chi si rivolgono, non vengano informati su tante cose che dovrebbero sapere. Non si spende più tempo. Anche i medici non spendono più tempo. Il tempo è vendibile al minuto. Da tutti. Per esempio non si informa di quanto il marsupio possa fare male.  Questo"strumento" è  più dannoso di quanto possa essere utile. Specie se dentro vi è calato un maschietto ( schiacciamento dei testicoli, surriscaldamento degli stessi per il contatto con il corpo eccetera, oltre la problematica psicologia.) Lo zainetto dei libri con quintali di peso sulle schiene fragili dei loro figli...  Come sia importante scegliere un paggeggino in cui il bimbo sia seduto in modo da rivolgere lo sguardo verso la madre, o chi lo porta a passeggio e non verso la strada... Rimandiamo queste discettazioni ad altro momento, il tema di oggi è un altro. Il sale.
Dr. Ernesta Adele Marando medico pediatra neonatologo psicoterapeuta, Direttore Responsabile di RadioCivetta

Da "Doctor News 33 - Il quotidiano on line del medico italiano"  del 15 novembre 2010
" Scienza dell alimentazione - Obbligo all'industria di ridurre il sale nei cibi "
sale-grosso"La restrizione obbligatoria del contenuto di sale nei cibi lavorati dall'industria alimentare può alleggerire il peso costituito dalle patologie legate a un elevato consumo di sale, determinando un "guadagno di salute" circa 20 volte superiore rispetto alle iniziative mirate a un minore apporto su base volontaria. Concentrare l'intervento sui produttori di cibi, inoltre, è meno costoso per un Governo rispetto al varo di campagne con consigli dietetici diretti alla popolazione.

A sostenere queste tesi sono Linda J. Cobiac, Theo Vos e J. Lennert Veerman, della school of Population health presso la University of Queensland a Herston (Australia). Gli autori sono arrivati a queste conclusioni dopo aver analizzato un'iniziativa messa in atto in Australia, il Tick program, con la quale si incoraggiava l'industria alimentare a marchiare con un logo i prodotti con moderato quantitativo di sale (fino a 400 mg/100 g), ipotizzando che ciò avrebbe favorito le vendite. Sono stati quindi paragonati i benefici clinici ed economici di questo programma volontario con quelli calcolati da un modello disegnato per prevedere gli outcome raggiungibili con una vasta legislazione australiana in materia (nello specifico, limitandosi a considerare pane, margarina e cereali).

I risultati hanno dimostrato che la popolazione australiana potrebbe guadagnare 610mila anni di vita liberi da malattia (Daly) grazie alla riduzione obbligatoria nazionale del consumo di sale fino a un massimo di 6 g/die. Gli autori sottolineano, inoltre, che spesso la gente non si accorge della riduzione del sale dei cibi; nel pane, per esempio, non è avvertita fino a quote del 20%."