parco-naz-aspromonteI rappresentanti della Regione Calabria e gli operatori del turismo dovrebbero reagire agli insulti. Ma non lo faranno mai! Troppo scomodo.

18 Aprile 1863: nel parlamento itagliano il deputato BIXIO (il boia di BRONTE per conto del negriero GARIBALDI)  segnalò che era stato “…inaugurato nel mezzogiorno d'Italia un sistema di sangue …”. 17 Marzo 2011: Si festeggerà il “sistema di sangue” nel Mezzogiorno attualizzandolo con un sistema di diffamazione e galera. Che nessuno più denuncia!

Il massacro dei Cittadini del Regno delle Due Sicilie, compiuto con il “sistema di sangue”, fu la realizzazione dell’unità itagliana da parte dei mafiosavoiardi. La mafia del potere itagliano, tra il 1860 e il 1863, conquistato il SUD,  con  il “sistema di sangue”, per mantenersi al potere ha realizzato la più raffinata macchina di dominio coloniale esistente in EUROPA. In occasione del centocinquantesimo anniversario dell’avvio dei massacri, ha sostituito il sistema della diffamazione e della galera a quello troppo appariscente “di sangue”.

fabio-fazio-luciana-littizzettoL’esecuzione del nuovo sistema non è più affidato a “capitani e tenenti”, soldati e manutengoli ma agli inquisitori antimafia e ai ruffiani che ne elogiano le imprese. E alla pubblicità occulta e per questo efficacissima con la quale si suscita nelle menti più deboli la riprovazione e il rifiuto di tutto quanto esiste nel SUD. Ci fossero stati dubbi al riguardo sono stati spazzati dalla messa in onda della fiction "Fuoriclasse"di Riccardo Donna con Luciana Littizzetto e Neri Marcorè.

Nel primo episodio dal titolo "Studenti a rischio" della fiction andato in onda in prima serata, alle 21 su Rai uno domenica 6 Febbraio u.s. quando c’è il massimo dello share, c'è una scena di incredibile violenza contro il SUD e la Regione Calabria. In particolare contro l'Aspromonte. La più splendida montagna d’Europa che si innalza dal Mediterraneo fino a 1956 metri. Sconosciuta agli idioti che hanno finanziato, diretto e interpretato la fiction in questione:

somari-dueIn  una scuola, al Nord,  dove si svolge l’episodio, ad un certo punto si vedono due studenti delle scuole superiori che bivaccano in una stanza, tipo segreteria. Un ragazzo e una ragazza. Su un tavolo c'è uno scatolone di cartone aperto colmo di libri appena stampati. Il ragazzo chiede all'amica se ha visto quei libri.  Chiede se sa chi li abbia scritti. Lei non lo sa.  Lui con scherno indica il nome dell'autore. Nome e cognome incontrovertiblmente meridionali. Le chiede ancora se vuole conoscere il titolo dell'opera.  Il titolo è  "La perla del mediterraneo". E le chede poi, dopo avere scandito il titolo: "Lo sai qual'è la perla del Meditarraneo?" al diniego dell'amica il giovane somaro continua "L'Apromonte". Si mettono a ridere e il giovane idiota prende i libri dallo scatolone di cartone e li scaglia uno a uno a terra con adeguata veemenza.

Qualcosa di simile avviene nello sceneggiato ancora in corso sempre in prima serata sempre su Raiuno “Rossella”. Per fare aumentare l’autostima nei sudditi coloniali del SUD, si colloca a COSENZA la patria d’origine del giornalista sciacallo morto di fame che si arrampica nella nobiltà di Genova. Intanto il napolitano NAPOLITANO, messo a capo dello stato nato dall’azione di terrorismo internazionale dei mafiosavoiardi al servizio degli inglesi, nega ogni possibile “revisione” del giudizio su quell’“unificazione”. Invitando a festeggiarla. Con lo stesso spirito con il quale andrò a BUDAPEST nel 2006 a festeggiare il cinquantesimo anniversario della Rivolta alla cui felice conclusione aveva dato, nel 1956, il suo autorevole contributo di comunita itagliano. In queste condizioni, a fronte del silenzio della classe politica itagliana, anche meridionale comunque cooptata in quella mafiosavoiarda.

Non possiamo che proporvi la rilettura di quanto dichiarato al parlamento itagliano il 18 Aprile 1863. A tre anni dall’inizio delle stragi che saranno ufficialmente festeggiate il 17 Marzo 2011:

“….3. I mezzi di repressione onde le autorità si servono per combattere la reazione nell' Italia meridionale sono tanto barbari e sanguinosi che ogni onest'uomo rabbrividisce solo a pensarvi. Le fucilazioni proseguono in modo spaventoso ; e ciò si fa senza ombra pur di processo, neanche sommario. L'Osservatore Romano ci dà, togliendola dai rapporti ufficiali pubblicati dagli stessi giornali del governo, una lista precisa dei fucilati sommariamente in quelle sventurate provincie nei primi tre mesi dell'anno corrente , citando il giorno e il luogo dell' esecuzione. Secondo questo giornale , i fucilati sommano in detto trimestre a 189 , cioè, 81 in gennaio, 28 in febbraio, e 80 in marzo. Queste cifre parlano da se, e noi non aggiungiamo parola.

Ma oltre le cifre eloquenti, parlarono pure alla camera dei deputati il giorno 18 aprile tre deputati liberalissimi, Ricciardi, Miceli e Bixio, le cui parole stimmatizzarono a dovere le barbarie del governo nel Napoletano. Giova qui saggiarne pochi brani perchè si sappia, per bocca degli stessi deputati amici dell'attuale ordine di cose, qual mal governo faccia la rivoluzione dei popoli che riesce a dominare, e perché vengano smascherati una millesima volta gli ipocriti che non cessano di versar lagrime di cocodrillo sulle immaginarie stragi di Perugia e sulle barbarie del governo dei preti.

Cominciò il deputato Ricciardi e fra l'altre proferì le seguenti gravi parole, che si trovano registrate negli Atti ufficiali del parlamento N. 1193, pag. 4643 e seguenti – 18 Aprile 1863:

“Ho udito e odo parlare continuamente dell' abolizione della pena di morte, ma questa è una derisione; prima che si pensi a questo, abolite il diritto che nelle provincie meridionali capitani e tenenti si arrogano sulla vita dei cittadini. Potrei a questo proposito raccontarvi orribili fatti ; mi limiterò a qualche esempio. Nel Matese, non lunge da Piedimonte d'Alife, una compagnia di bersaglieri (ho il numero di essa, il numero del battaglione e il nome del capitano) nel perseguitare i briganti, arrestò cinque carbonari, fra cui due padri di famiglia, li arrestò, o signori, e un quarto .d' ora dopo li faceva fucilare siccome briganti. Eppure erano tutti innocenti !

“ Lascio stare altri fatti per non funestarvi più oltre. Ora bisogna ch’io vi parli del colonnello Fumel, di questo signor Fumel, il quale si arroga poteri veramente straordinari, poteri enormi. E quello che è peggio, signori, si è che questo colonnello Fumel, il quale si vanta di aver fatto fucilare circa 300 briganti e non briganti, è sostenuto in alcuni luoghi dalle popolazioni, dai miei buoni Calabresi, il che (con dolore lo dico) dimostra che in quelle provincie la lunga schiavitù ha viziato alquanto il senso morale dei popoli.

« Da un giornale ministeriale ricavo, il numero dei briganti fucilati, perché presi colle armi alla mano, essere ammontato a 1038, e questi oltre quelli uccisi negli scontri, oltre quelli costituitisi o fatti prigionieri. Il totale è di 7.15I ! ».

11 deputato Miceli, che prese la parola dopo il Ricciardi, disse:  “Quando alcuni giornali per dare una lode al colonnello Fumel nei giorni scorsi dicevano , che egli avea salvato la vasta provincia di Cosenza fucilando 350 briganti io mi sono sentito correre il sangue al viso per la mia provincia ! Ho deploralo la sua condizione infelice, ed ho detto a me stesso : ma perché tante vittime , perché si estremo rigore , perchè non si crede abbastanza efficace la legge, se non sono sì gravi e sì minacciosi i pericoli ?....

“Quando manca il giudicio, quando manca la prova che constata la colpa, quando ha colpito chi non è investito del terribile diritto, io non mi rassegno e protesto contro chi conculca la legge è gitta nell'anarchia la .società. E già il paese grida : il tale fu fucilato senza legale giudizio, forse non era reo ; i figli orfani e la vedova di quello infelice gridano : era innocente, ed hanno diritto di essere creduti dal paese, ed il paese li crede. Io denunziando alla camera si tristi sciagure, biasimo pria chi le permise o volle tollerarle, e poi chi ne fu materiale istrumento. Il soldato dev'essere esecutore di ordini, non deve giammai di proprio arbitrio o per arbitrio altrui giudicare, condannare ed eseguire. Questo cumulo di poteri è mostruoso, e maggiormente lo e quando chi conferisce gli enormi poteri non ha diritto di conferirli. Il soldato quando esce dalle sue attribuzioni, va fatalmente agli eccessi.”.

Dopo di lui prosegui il deputato Bixio, e,  “ Sì, o signori, esclamò , sì, si è inaugurato nel mezzogiorno d'Italia un sistema di sangue. Ebbene, non è col sangue che si rimediano gl'inconvenienti (Bravo! Benissimo! a sinistra) (1); no, non è col sangue (Con forza).... È evidente che le Calabrie vogliono Fumel. Ebbene, hanno torto ! (Bene! Benissimo! a sinistra). E evidente che nel mezzogiorno non si domanda che sangue. Ma il parlamento non lo può seguire sa quel terreno (Bravo! Bene ! ). Nel mezzogiorno tutti quelli hanno un soprabito vogliano trucidare quelli che non Io hanno (Bravo! È vero!).

“ Capone. È verissimo! Questa è una gran verità !

“ Bixio. Il generale Lamarmora, che si è indicato come un uomo di sangue, ha invece sempre proibito che si tocchi col fucile o colla baionetta chicchessia; si è sempre adoperato perchè non si uccida altri che quelli che sono presi lì, nel combattimento, colle armi alla mano. Ebbene, in Calabria ed altrove, non si è fatto cosi! — E non va bene. —Tutti i ministri hanno lasciato fare : ma dal momento che ne sono informati, non vi debbono passar sopra....

“II governo, cominciando da Ricasoli e venendo sino all'attuale ministero, ha sempre lasciato esercitare questo sistema. Hanno avuto torto tutti. Non è che colla giustizia, col far bene, collo studiare la quistione pacatamente che si possono togliere gli ostacoli e superare le difficoltà- C’è l'Italia, là , o signori ; e se vorrete che l'Italia si compia - bisogna farla colla giustizia, e non col sangue (Bene! Bravo! nella camera e applausi a sinistra).

“ Voci. Col codice! col codice! ».- ,

Dopo ciò non ci resta che coprirci il volto per la vergogna. ed esclamare ai popoli ingannati: Intelligite !... Erudimini !..”. ( In “La Liguria” - Pubblicazione settimanale, Volume 8 – 1863”- PAGG 122 - 126 ).

direzione-antimafiaregno-due-sicilieNessuno oggi denuncia il sistema di sangue. Integrato da quello della diffamazione e della galera per mantenere il dominio coloniale mafiosavoiardo su quello che fu il Regno delle Due Sicilie. Il più civile Stato d’Europa. Ridotto oggi, dopo centocinquanta anni di governo con il sistema di sangue, diffamazione e galera, ad antimafia,  degrado e immondizia.