E incita alla gioia e al "fare". imagescab2ixauMa non muove critiche “contro nessuno” del degrado che denuncia.  Evidentemente tutti sono innocenti del dissesto della Calabria.

Ad ogni modo cara signora Caterina, lei è una donna coraggiosa perchè comunque ha denunciato una situazione insostenibile, quale quella della statale 106. E' uscita allo scoperto, si è tolta il burqa che molte donne ancora, purtroppo portano per paura di esporsi. Ma gli occhi li hanno aperti. Aprissero anche la mente... Noi siamo qui a dare loro la voce.
 

Trovo che sia costruttivo dare visibilità ad un “dibattito” tra una commentatrice dell’articolo di Marilene Bonavita dal titolo “Il bilancio dei 150 anni dell'Unità d'Italia a Locri palazzo della Cultura  “e la sottoscritta. Per fare qualche riflessione.  La signora Caterina, che si è coraggiosamente firmata e l'apprezziamo, ci ha inviato i suoi  commenti  per essere pubblicati e si trovano sotto l’articolo mensionato dove sono stati indirizzati. Nessuna violazione di privacy. Vengono riportati qui perché è più facile trovarli. Perchè i lettori sono pigri e non vanno in genere a spulciare nulla. Hanno bisogno che le notizie vengano servite in bocca senza sforzi alcuni. Troppo lavoro. Eccoli:  

cateria niutta

 

2011-04-07 05:12:26

1-      Riassumendo!
"Non solo piangersi addosso." E' questa la parte centrale di tutto l'articolo! Riconosciamo la nostra storia e il nostro glorioso passato, ma incominciamo ad agire, è l'oggi che conta.

Il direttore di RadioCivetta

 

2011-04-07 17:12:00

2-      L'oggi è il frutto di scellerate scelte di ieri
In riferimento al commento di Caterina Niutta dal titolo”Riassumendo! e dal contenuto: "Non solo piangersi addosso... E' questa la parte centrale di tutto l'articolo! Riconosciamo la nostra storia e il nostro glorioso passato, ma incominciamo ad agire, è l'oggi che conta.”

Nell’articolo, di cui sopra si riporta il commento di Caterina Niutta, esiste una parte iniziale, una centrale e una finale. Come in tutti i componimenti. Non esisterebbe nessuna senza l'altra. E il "Non solo piangerci addosso" non è un piagnisteo sterile e “la parte centrale dell'articolo” come asserito dalla commentatrice. Non è questo il messaggio unico e "centrale" che l'autrice ha dato. E comunque, per rispondere anche a questa sola affermazione, le dico che "l'oggi che conta" è figlio di quel ieri che lo ha partorito. Come insegna l’analisi storica.
Forse bisognerebbe leggere con più attenzione e cura l'articolo, scritto bene e chiaro, per cogliere tante altre "parti centrali" dello scritto.
Approfitto per domandare: in Calabria vi hanno tolto in un solo colpo e senza spiegazioni chiare i treni a lunga percorrenza isolando e catapultando la Calabria ai tempi del Medioevo. Cosa avete fatto? Lei cosa propone? Avete rispolverato muli e calessi? State a guardare i vostri politici che, in Jet a spese di noi tutti contribuenti italiani, sorvolano gli oceani per andare a visitare le Comunità di italiani emigrati nelle varie Americhe? Con la scusa di illustrare la nostra bella Italia, salutare i connazionali e sgraffignare cene e onorificenze? I vostri politici che saltano dagli aeroporti di Reggio o Lametia sui vari aerei di linea, sempre pagati da noi contribuenti, per andare a Roma in parlamento, a fare shopping, comprare case e magari andare anche a p...? Perchè altro non pare sappiano fare per voi. Per noi italiani comunque, anche non residenti in terronia. Noi che abitiamo al centro o nord Italia che per raggiungere i natii borghi sulla costa ionica dobbiamo fare i salti ad ostacoli su una mulattiera che si chiama autostrada. O prendere pulman ad orari impossibili con poche corse giornaliere e fermate stravaganti…
Voi che continuate ad attraversare villaggi su una statale 106 che ha fatto più morti ammazzati che le guerre stellari tra medioriente ed occidente in questi ultimi dieci anni.
Carissima Caterina e altri intellettuali proponete soluzioni. Chiariteci le idee, voi che fate critiche alla panna montata.
La dottoressa Marilene Bonavita Belvedere ha fatto la sua parte. Ha denunciato una situazione. Ha esercitato il diritto di cronaca. Non è una parlamentare. Da loro e da voi, critici da salotto buono, attendiamo le soluzioni per gioire. Dite. Attendiamo. Fate.
Voi, che non vi piangete addosso, almeno non fate ancora piangere noi con le vostre aride critiche e anche fuori tema. Di critiche senza proposte sono piene le fosse. E non costano nulla. Basta aprire bocca e soffiare sulle tonsille.
Un saluto cordiale. Eam

 Caterina Niutta

 

2011-04-07 19:08:23

3 -La ringrazio per la cortese attenzione, in effetti non mi aspettavo tanto ! Incomincio col presentarmi. Mi chiamo Caterina, ho 48 anni e percorro tutte le mattine un tratto della 106 per recarmi a lavoro. Quattordici chilometri a pena ma se non avessi una macchina non ci potrei andare tanto male sono colegati i nostri centri. Bene sono una operaia, non una intellettuale e tanto meno da salotto, non muovo critiche contro nessuno e non ho soluzioni da tirare fuori dal cilindro, non sono un mago tra le altre cose! Cosa faccio? Ho deciso di rimanere qui, nel mio paese, lotto contro l'ignoranza e qualsiasi altra forma di discriminazione, nel mio piccolo, senza proclami e fanfare, ogni giorno, ogni ora della mia vita. Potrei dilungarmi per ore a descriverle quanto ci costa mantenerci un posto di lavoro,quanto è difficiloe trovarne uno malgrado si è tutti diplomati o laureati, ma dubito le interesserebbe! Se ognuno agisse di più e parlasse di meno, forse e sottolineo, forse, le cose magari andrebbero meglio! La mia non voleva essere una critica, tanto meno offendere nessuno. Ho apprezzato lo scritto di Marjlene ( spero non si offenderà se ometto i titoli ), mi pareva d'essere stata chiara: riconoscere il nostro passato ma agire nel presente con consapevolezza, che ci viene si dal passato ma senza ignorare il presente......
Ancora grazie per la risposta. Distinti saluti Caterina Niutta.

Il direttore di RadioCivetta no 2011-04-08 07:30:38

4 - Una risposta ancora. Gentile signora Caterina, lei è una tra quelle persone  che percorre tutte le mattine la statale 106 che percorre la costa ionica  per “farsi2 14 chilometri per andare a  lavorare. Scrive: “percorro tutte le mattine un tratto della 106 per recarmi a lavoro. Quattordici chilometri appena ma se non avessi una macchina non ci potrei andare tanto male sono collegati i nostri centri. Bene sono una operaia, non una intellettuale e tanto meno da salotto, non muovo critiche contro nessuno…  Ho deciso di rimanere qui, nel mio paese, lotto contro l'ignoranza e qualsiasi altra forma di discriminazione, nel mio piccolo, senza proclami e fanfare, ogni giorno, ogni ora della mia vita. Potrei dilungarmi per ore a descriverle quanto ci costa mantenerci un posto di lavoro, quanto è difficile trovarne uno malgrado si è tutti diplomati o laureati, ma dubito le interesserebbe! Se ognuno agisse di più e parlasse di meno, forse e sottolineo, forse, le cose magari andrebbero meglio…”.

Bene, Cara signora Caterina, se non muove critiche contro nessuno per questa pessima situazione che descrive e che conosco, una ragione ci sarà! O lei è una fatalista e accetta tutto come un dono sceso dal cielo,  tipo la 106, perchè serve a temprare il vostro carattere e quindi giustamente lei dice: basta piagnistei ma inni alla gioia, oppure qualcuno sarà responsabile del degrado del posto in cui lei eroicamente ha deciso di vivere. E chi sono costoro? in genere non sono i preti, gli insegnanti, le casalinghe, ma penso siano sono i politici che hanno ricevuto un mandato popolare e giurato in campagna elettorale, ogni volta, che risolveranno TUTTO! Ed è in qualche modo vero.

I vostri politici attuali, non tutti ovviamente, ma la maggioranza, quelli poi che ci sono da sempre, di generazione in generazione, caste familiari,  che ogni tanto cambiano il giro di valzer ma ballano alla stessa musica, fanno tutto per le loro tasche… e quelle di amici e compari. E voi trotterellate alla loro musica. E lei non se la prende con nessuno. Ma con chi fa fanfara!

Io direi che sarebbe ora di finirla con la storia io sono una povera operaia e non posso fare nulla. Perché sono gli operai che hanno cambiato il corso della storia in Italia e nel mondo con la loro giusta rivolta alle vessazioni. Rischiando in proprio. Vedi i metalmeccanici. Vedi alla Fiat che ti hanno combinato.  

Altro che medici e avvocati. Questi ormai sono dei piccoli impiegati e sotto tiro di clienti avidi che sperano di campare utilizzando denunce per acchiapparsi i soldi delle assicurazioni.  Professionisti sotto ricatto senza possibilità di difesa. Siamo ad un razzismo al contrario. Come vede, cara Caterina, lei si lamenta e piange più egli altri ma si nasconde sotto il manto della povera donna semplice e inerme. E  incita alla gioa. Al fare. Ma non fa. Dice a me che “quanto è difficile trovarne uno malgrado si è tutti diplomati o laureati, ma dubito le interesserebbe! Se ognuno agisse di più e parlasse di meno, forse e sottolineo, forse, le cose magari andrebbero meglio…”. O lei non ha capito nulla del mio impegno per puntare i riflettori sul vostro mal vivere rischiando grosso perché tocco assetti consolidati con forti interessi e non vivo nemmeno lì o lei è in mala fede

Perché, gentile signora Caterina, per quanto mi riguarda, ribadisco, se le sue affermazioni riguardano me e il mio giornale e le mie parole, le rispondo che sto agendo più io e a rischio della mia pelle, che voi lì, che continuate a dire quanto sono povero e senza istruzione e non posso fare nulla. Ci sono più laureati in Calabria che in Lombardia. Quindi la finisca di dire agli altri smettetela di piangere e fare. Smetta lei di commiserarsi e faccia. Io  non la conosco ma non amo chi sotto il manto di vittima non ha il coraggio di responsabilizzare chi ha delle responsabilità precise, tipo pessime amministrazioni, e se la prende genericamente con chi è senza volto.

Lei non sarà un’intellettuale da salotto buono come dice, ma è una che dovrebbe cominciare a fare. Che sa usare il computer. La testa ce l’ha. La usi e trovi la sua soluzione. Anche quella di unirsi a chi denuncia facendo nomi e cognomi di chi vi amministra. Tanto per dirne una. E inizi lei a non piangere più e a fare. Come suggerisce lei stessa. Non devono fare gli altri per noi. E voi state lì. Non io. Io potrei sbattermene le balle di voi. Abito altrove. Ma la Calabria è la mia Terra e non sopporto di vederla offesa e vilipesa insieme ai suoi abitanti. Quelli onesti e operosi che tirano la carrretta nonostante in Calabria ci siano meravigliose risorse. Ma non per loro.
Cordialmente. eam