Associazione Lirico Musicale Culturale "Beniamino Gigli jr"
Beniamino Gigli pediatra di Roma lancia un appello per aiutare giovani talenti e bambini bisognosi. Appello accompagnato in sottofondo dalla voce del nonno che troverete nel video alla fine di questo articolo. Ecco il suo invito ad unirci a lui per aiutare i più bisognosi:

 
beniamino-g-ass“Sono nato e cresciuto nella lirica. Ho ascoltato in casa mia dal vivo i più grandi cantanti di tutti i tempi. Sono Beniamino Gigli junior, nipote diretto del grande tenore. Sono un pediatra ospedaliero e da sempre amo la lirica. Ho fondato in onore a mio nonno un'associazione culturale no profit per aiutare giovani cantanti ad emergere e per raccogliere fondi da devolvere in beneficenza a bambini con gravi malattie. Per questo ho bisogno del vostro aiuto”

Sono amica e collega di Beniamino Gigli dai tempi dell’Università alla Sapienza di Roma. Dalla specializzazione in Pediatria. Poi abbiamo lavorato insieme per quasi vent’anni all’Ospedale “Nuovo” Regina Margherita di Roma-Centro in Trastevere. Nella "Divisione di Pediatria di Neonatologia". Le nostre strade lavorative si divisero il primo di settembre 1997. Quando la "Divisione", diventata nel tempo Unità Operativa Complessa di pediatria e di neonatologia, si dissolse al “Nuovo Regina Margherita per apparire al San Camillo. Smembrando tutto il personale.Una scelta, secondo me e secondo tanti altri, molto discutibile. L’azzeramento di una Divisione del  “Nuovo “Regina Margherita, peraltro molto qualificata nel Lazio, ha portato, insieme al trasferimento di altre Divisioni, quali la Chirurgia Generale e la Gastroenterologia, sempre al San Camillo di Roma, ad un crollo a picco di un gioiello di efficienza quale era questo antico ospedale nel cuore di Trastevere. Ospedale grande abbastanza per contenere tutto quello che era necessario per diagnosi e cure. Piccolo abbastanza per permettere la conoscenza diretta di tutti i medici e paramedici e questo portava ad una rete di amicizie che miglioravano i rapporti tra colleghi e  potenziavano l’assistenza al malato. Un ospedale a misura umana.

Ma c’erano ambizioni personali colluse con  scelte politiche che imposero la dissoluzione di queste Divisioni per “trasportarle” in un posto più “prestigioso”. L’elefantiaco immenso gigante  Ospedale San Camillo dell’Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini. Dove i rapporti professionali e umani passano attraverso editti dirigenziali e fax. E spesso si perdono nelle more dei passaggi…

L’equipe si sciolse. Chi di qua chi di là.  Io mi trasferii con il primario e un gruppo di neonatologi al San Camillo e Beniamino,  con un altro gruppo, andò andò al San Giacomo, antico e famoso ospedale nel cuore di Roma.  Ricco di storia. In questo ospedale anticamente denominato  “degli Incurabili”  lavorarono quelli che poi furono San Filippo Neri e San Camillo de Lellis.

Ma ancora una volta una scellerata decisione regionale, per compiacere qualcuno decide che questo monumento della Sanità, con una storia di quasi mille anni, efficiente, da poco ristrutturato con nuove sale operatorie e strumentazioni costati milioni di euro andava chiuso. E si chiuse nonostante movimenti di cittadini e operatori. Si vocifera che forse diventerà albergo o altro ancora, non ho poi seguito le sorti per nausea. Non ho voluto sapere in cosa si sia trasformato. Mi è bastato sapere che quell’ospedale fantastico è stato azzerato. Qualsiasi altra scelta non sarà mai all’altezza di quello che era stato.

I medici e gli infermieri che lì vi lavorano vengono sparpagliati per Roma. In vari ospedali e Asl. Le competenze specialistiche a volte vanno alle ortiche perché i nuovi alloggiamenti richiedono altro. Bisogna improvvisarsi.

Intanto parallelamente al San Camillo la vita ospedaliera è alienante. Sempre di più. Struttura gigantesca. Non conosci i capi. I capi dei capi. Per avere informazioni usi degli intermediari che  talvolta sono oscuri ma potenti traffichini. L’avanzamento di carriera e i vari riconoscimenti secondo la regola della meritocrazia sono  procedure, spesso, troppo spesso sconosciute. Se hai  lo stomaco peloso  per portare la borsa al capo e fargli da "prestanome" o hai parenti e affini nella sanità universitaria o parallela, allora si aprono nuovi ambulatori specialistici, nuove figure professionali…

Ma se hai quella dignità e quel rispetto per te stesso necessari per continuare a vivere dando un senso al pudore allora conti il tempo che ti resta per agguantare quel misero obolo chiamato pensione e quella miseria chiamata buonuscita. Per il terrore che da un momento all’altro arrivi all’improvviso la mannaia e ti porti via tutto. Come quell’anno orribile del 1992 con il “salvatore della zecca” Amato. 

Appena arrivano i quarantanni  di contribuzione  ci dimettiamo. Contiamo i giorni come un condannato a quarantanni di carcere duro che scrive sul muro i giorni che gli restano per l’agognata libertà. E questa è giunta per Beniamino e per me e moltissimi altri colleghi me nel 2010. E così lui dall’Ospedale San Giovanni, un altro mostro immenso di cemento dove era stato sbattuto dopo l’aberrante chiusura del San Giacomo e io dal San Camillo, firmiamo le dimissioni all’ora x e riacquistiamo la libertà.

villa-borghese-400pxMa… noi siamo nati per lavorare. La nostra professione, costata fatica per acquisirla, sacrifici immensi nostri e delle nostre famiglie, già dall’età si diciotto anni quando ci siamo scritti in Medicina, non potevamo buttarla alle ortiche e insediarci su una panchina a Villa Borhese ad osservare le papere galleggiare sul laghetto e perderci in nostalgici ricordi… Sarebbe stata la nostra fine e quella dei nostri familiari che mancava poco ci cacciassero di casa per le continue lamentazioni tipo: "ma ora cosa faccio?" E il girovagare a vuoto alla ricerca di un qualcosa che non fosse il gioco a bridge o a burraco e l’uncinetto. E così siamo ritornati “nel giro”. Come liberi professionisti.

beniamino-gigli-tenoreBeniamino è il nipote del grande tenore Beniamino Gigli che intere generazioni hanno osannato e ancora osannano. I Grandi restano tali per sempre.  Era suo nonno. Il nonno del mio amico pediatra. Il mio amico che ama la lirica ha fondato un’associazione no profit di beneficenza per aiutare i bambini in difficoltà. In ricordo di suo nonno.

Perché oltre la medicina noi abbiamo altri interessi creativi. Beniamino la passione per la musica. Io per il giornalismo e la fotografia. E non abbiamo mai avuto la propensione per la compiacenza ad alcun potente. Siamo Persone libere e ricche di risorse. 

Al termine della visione dei videoclip non chiudete ma andate sui vari riquadri che vi si propongono. Cliccandoci sopra si apriranno altri spaccati della vita del grande tenore e potrete ascoltare alcune sue grandi interpretazioni liriche.  



Il brano che si ascolta in sottofondo nel video precedente è di Puccini "... e lucean le stelle - TOSCA"  cantato dal tenore Beniamino Gigli.  Ve lo facciamo riascoltare "senza interferenze":

Beniamino Gigli era Figlio spirituale di San Padre Pio di Pietralcina il quale amava molto la canzone "Mamma" e il grande tenore spesso gliela dedicava. Ve la riproponiamo nel video seguente:             

Per contattare direttamente il pediatra Beniamino Gigli fondatore dell'associazione questi sono i suoi riferimenti:
Indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Cellulare: +39.339-4358252
Tel. fisso: +39.06-6932926