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Radiocivetta  pubblica questo articolo scritto dal Professore Riccardo Partinico e pubblicato sul suo giornale online quadrodiloggia.jpgwww.ilgazzettinodireggio.it  del mese di Febbraio 2008.  

simbologia033.gif Il vincolo di sangue della ’ndrangheta è come il vincolo fraterno della massoneria. Cambia il livello culturale degli associati, ma entrambe le organizzazioni perseguono lo stesso obiettivo: IL POTERE. Nata in Calabria nella seconda metà dell’Ottocento, fornita di un proprio codice d’onore e di regole sociali tramandate oralmente tra capo società e affiliati, segreta, riservata solo agli uomini, la ’ndrangheta si può ritenere sorella minore della massoneria.
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giuseppe garibaldi.jpgNel 1832, Giuseppe Garibaldi incontra Giuseppe Mazzini e stravolge la sua vita. Il marinaio, nato a Nizza il 4 luglio 1807, viene accolto in un’associazione politica segreta chiamata “Giovine Italia”. Come Giuseppe Mazzini ed altri autorevoli personaggi della storia dell’800, Giuseppe Garibaldi entra a far parte della massoneria italiana e viene elevato al grado di Gran Maestro. Il 19 agosto 1860, Giuseppe Garibaldi sbarca sulla spiaggia di Melito Porto Salvo per attaccare alle spalle i borbonici insediati a Reggio Calabria. Arruola tra le sue fila i criminali locali e, tra il 21 ed il 23 agosto, Giuseppe Garibaldi dopo una leggera resistenza dei borbonici, si impadronisce della città di Reggio Calabria. Poi, come a Marsala ed a Palermo, Giuseppe Garibaldi detta ai briganti di Reggio Calabria le regole sociali della massoneria e contribuisce alla trasformazione del brigantaggio in ’ndrangheta.

Tracce di massoneria, nella costituzione della ‘ndrangheta, si trovano anche in un documento “Compenetrazioni tra ‘ndrangheta e massoneria” - riportati alla pag. 118, del DOC. XXIII n. 42, trasmesso dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta, il 27 luglio 2000, al Presidente della Camera dei Deputati ed al Presidente della Camera del Senato. Sul documento è scritto che la ’ndrangheta ha istituito un nuovo livello organizzativo denominato “Santa” e “Santisti” sono denominati i suoi appartenenti. Il “Santista” deve giurare di “rinnegare la società di sgarro”, vale a dire la tradizionale struttura dell’onorata società, mentre le figure di riferimento a cui la Santa si richiama sono: Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini e Alfonso La Marmora, tutti accomunati dell’appartenenza alla massoneria. Questo livello della ’ndrangheta, detto anche Maggiore”, consente ai “santisti” di intrattenere rapporti con la Massoneria, con le Forze dell’Ordine e con i Servizi Segreti.

Diversamente da quanto riportato sul documento, la “Santa” è sempre esistita e nessuno degli appartenenti alla “Minore”, fino al 1985, ne era a conoscenza. Nel 1993, i primi collaboratori di giustizia, Giacomo Lauro (Alfa) e Filippo Barreca (Beta), hanno riferito quello che i capi storici della ’ndrangheta gli avevano voluto far credere, ovvero, che la “Santa” era un nuovo livello della ’ndrangheta. Il primo codice della ‘ndrangheta di cui si conosce l’esistenza è quello trovato a Nicastro (CZ) nel 1888. Nel 1896, i carabinieri trovano a Seminara (RC) un codice nel quale veniva riportata la formula per riconoscere quale carica ricopre uno ‘ndranghetista, la formula del giuramento, gli obblighi, i doveri ed i diritti degli affiliati.

La ‘ndrangheta del “Terzo Millennio” continua ad essere costituta da tre livelli. Del primo livello fanno parte picciotti, camorristi e sgarristi, incaricati dal secondo livello di compiere danneggiamenti, estorsioni ed omicidi. Il secondo livello comprende i capi delle diverse famiglie mafiose che ricevono “consigli” e “indicazioni” dal “Terzo livello” costituito da uomini politici, avvocati, magistrati, commercialisti ed imprenditori, tutti legati da vincoli massonici.

Per questo motivo la ‘ndrangheta è diventata invincibile. Tagliata una testa, che sia politica, massonica, ‘ndranghetista o imprenditoriale, subito ne rinasce un’altra. A Reggio Calabria, passeggiando sul Corso Garibaldi, la ‘ndrangheta si respira nell’aria: chi ne fa parte veramente, chi si atteggia per intimidire gli altri, chi la favorisce per avere lavoro, chi si rivolge per ottenere giustizia, chi è in società, chi è prestanome, chi scambia i voti elettorali con gli appalti. E’ un intreccio perverso che tutti conoscono, soprattutto quei personaggi che salgono sui palchi dell’antimafia, che lanciano proclami, ma che non puntano mai il dito su quelli che stanno a fianco a loro, in gran parte politici e massoni.

Ogni opera pubblica, ogni costruzione, ogni affare dove circola denaro, produce alla ‘ndrangheta una percentuale variabile squadracompasso.jpgdal 3 al 5%. La ndrangheta ha ramificazioni in tutto il mondo: Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Toscana, Umbria, Veneto, Emilia Romagna, Repubblica di S.Marino, Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Romania, Stati Uniti, Canada, Australia. Dove vive un calabrese può esserci ‘ndrangheta. Una recente informativa, che prospetta gli scenari delle nuove alleanze mafiose, redatta a tutela della sicurezza nazionale, conta 45 cosche nella provincia di Reggio Calabria, divise in tre mandamenti: Jonico, Centro e Tirrenico. Dopo l’ultima sanguinosa guerra di mafia, iniziata nell’ottobre del 1985 e conclusa, con oltre 600 morti, nel settembre 1991, la ‘ndrangheta, in provincia di Reggio Calabria, si è riorganizzata costituendo cosche solo con persone legate da vincoli parentali e stipulando alleanze con matrimoni incrociati. Ogni famiglia mafiosa ha il totale controllo dell’area compresa nel perimetro del proprio territorio ed il monopolio di ogni attività, lecita o illecita.
La gerarchia all’interno di ogni famiglia è regolata da un codice che prevede rituali di investitura, giuramento e promozione alla carica successiva. La massoneria, quella vera, dall’anno 2000, ha incrementato la costituzione di false logge massoniche. Così, a Reggio Calabria, tutti sono massoni e la massoneria, quella diretta dai “grandi vecchi”, è ritornata ad essere “invisibile”.

                                                                                                                                       Riccardo Partinico