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dsc00084-rid-insert_jpgNon senza emozione ho letto e pubblicato un commento giunto in calce all’articolo " Un Ferragosto di dolore e di lutto a Ferruzzano " dedicato al giovane professionista Giuseppe Sculli che ha lasciato questa vita terrena domenica scorsa agosto 14 agosto. Lo voglio pubblicare anche tra gli articoli perché è un atto d’amore della sorella Giuseppina, affettuosamente chiamata in famiglia“Picchio”, verso l’amatissimo fratello scomparso. Che l’esempio di vita semplice e vera di Giuseppe ci faccia riflettere sulle priorità da dare nel nostro vivere. I rapporti umani, la solidarietà, l’amore per la natura. Per questo mare infinito che ci fa volare lontano con la fantasia in un mondo surreale e ci da un senso di libertà.
Ernesta Adele Marando


A MIO FRATELLO GIUSEPPE (e alle mie figlie)
Quanti affanni e quante pene inutili, quanti affanni e quante pene per cose inutili e spesso ci dimentichiamo che il prezzo che dobbiamo pagare ci viene richiesto con un conto imposto senza regole, improvvisamente e ingiustamente.Mio fratello è nato settimino sopravvissuto alla nascita, non solo perché quella è stata la sua prima esperienza di apnea, ma perché voleva vivere.
Giuseppe amava la vita, divorava la vita.
Chiunque l’abbia conosciuto, ha conosciuto un amico sincero, un compagno di gioco e di vita leale, una guida ed un istruttore esperto ed attento, un fratello paziente e disponibile, un figlio speciale ed unico. Un figlio speciale ed unico.

Amava il mare, amava il suo mare, al punto da dedicargli tutto il suo tempo, le sue energie, le sue risorse, la sua vita. Mio fratello lavorava più di dieci ore al giorno, a lui non interessavano i bei vestiti, le belle macchine o i divertimenti, quello che guadagnava lo investiva nella sua passione.

Era un istruttore di apnea, un uomo di mare, non era possibile dissuaderlo dalla sua passione, convincerlo a rinunciare anche solo per un giorno. Non potevamo dissuaderlo. Aveva dalla sua motivazioni forti, inattaccabili, la passione per l’apnea, riuscire a mettere in pratica tutto quello per cui studiava e lavorava tanto, il bisogno del mare del senso di libertà e di compiutezza, bisogno del luogo più pulito, rilassante, rassicurante del mondo e lo stare sott’acqua gli dava infine la possibilità di sottrarsi alle critiche di tre sorelle, due nipoti e la mamma, e diceva: “ vado sott’acqua almeno li non vi sento”.

Dire che era speciale solo perché era nostro è poco. Giuseppe era speciale perché lui sapeva esattamente dove voleva stare e cosa voleva fare e lavorava tanto e sempre con energia, allegria e determinazione per poterci riuscire.

Quando arrivava qui dopo mesi di grigia Milano, lui sapeva di essere dove voleva stare, lui era al mare, lui era il mare, il vento, la luce e i suoni. Quel mare, quelle luci e quei suoni che lui riabbracciava con il pensiero ogni volta che era lontano da qui, ogni volta che doveva darsi la carica per lavorare.
Ieri sera il mare era bellissimo, la luna srotolata la sua coda sulle onde c’ha offerto la sua calma presenza. Non si può odiare questo mare, questa luna, queste albe anche solo perché Giuseppe le amava tanto da considerare il suo mare l’unico posto dove voler morire.
Alice, Chiara un posto speciale….
Alice e Chiara pensate che il posto speciale dove poter incontrare Giuseppe è proprio dentro di noi.
Non dimentichiamolo.

GRAZIE A TUTTI GRAZIE ERNESTA