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bove copia-grigioAlla fine dell’800 si  cominciò ad indagare sulla Calabria preistorica per opera del prof Giustiniano Nicolucci e poi agli inizi del 900 cominciò il lavoro più metodico di Domenico Topa che evidenziò tramite le raccolte private di oggetti risalenti a periodi remotissimi come tale regione d’Italia fosse stata abitata già nel Paleolitico in modo omogeneo. Vennero evidenziate numerose stazioni litiche e tra esse le più importanti risultarono quelle del territorio di Scalea, quale Torre Talao.

Una svolta determinante si ebbe nel 1961 quando si scoprì nel comune di Papasidero una grotta, quella del Romito, dove un artista del Paleolitico Inferiore rappresentò mirabilmente su un macigno un bos primigenius (bisonte).
La stessa grotta risultò frequentata anche nel Neolitico, a cui fanno riferimento delle coppie scheletriche umane, tra cui quella di un uomo alto 1 metro e 40 cm ,abbracciato ad una donna di appena 85 cm.
Il Paleolitico fu caratterizzato, per l’uomo, dalla raccolta, dalla caccia nelle foreste intatte e rigogliose e dalla pesca, in specchi d’acqua, ovunque presenti, mentre il periodo storico successivo,il neolitico, fu contrassegnato dalla nascita dell’agricoltura.
Le stazioni litiche divennero più numerose e l’uomo si servì di ceramiche che cuoceva direttamente sul fuoco e dell’ossidiana, vetro lavico che dava scaglie taglienti.
Di recente il prof. Robbe  dell’Università di Cambridge ha condotto un’indagine archeologica nella località Umbro, nel comune di Bova (R. C.), dove sono emerse eleganti ceramiche unghiate e in stile stentilleniano, che proiettano la civiltà che l’ha prodotte ad uno stadio ormai vicino alle civiltà protostoriche.