Riprendiamo e rilanciamo un articolo pubblicato oggi su "larivieraonline.com"
Leggetelo e se vi convince, come convince noi della redazione di radiocivetta, domani andiamo a Gioiosa e manifestate per la vostra dignità e libertà negate. 

locride-rivolta"La nostra rivoluzione: cittadini della locride partecipate domani alle 11,30 sul ponte di Marina di Gioiosa. C'e' un paradiso che ci attende, si chiama Locride ed e' solo a pochi metri dalle nostre poltrone sfondate"
         
Alzatevi dai divani, lasciate le sedie, disconnettetevi dalla rete, uscite dai bar e mollate le panchine al sole nelle piazze. Voi che da troppo tempo avete rinunciato a essere uomini, trasformandovi in bocche e stomaci voraci, assumendo il ruolo di pecore da portare al pascolo. Smettetela di consolarvi dicendo che il mondo è cattivo, che siete brava gente e gli altri sono malfattori. Voi della Locride a cui Dio, o chi per esso, ha regalato un paradiso che la vostra ignavia ha contribuito a trasformare in un eterno purgatorio.

Finitela di piangere e attribuire agli altri la creazione dei vostri guai. Dove eravate mentre il malaffare prosperava? Cosa facevate quando vi rubavano ospedali, aeroporti, strade, giustizia, lavoro? Quando vi hanno tolto la dignità avete abbassato il capo. Siete sempre stati al gioco, fintanto che hanno provveduto a riempirvi la pancia. Godevate nel criticare tutto e tutti, spettegolando gioiosamente su questa o quella vergogna. La vergogna eravate voi. Voi che vi siete lasciati distruggere la vostra terra, il vostro ambiente, una civiltà millenaria. Si, voi che avete lasciato sempre agli altri il potere di decidere del vostro futuro e del vostro presente. Voi, accoccolati su comodi divani a pontificare sulla mafia, sulla mala politica, mala amministrazione, mala giustizia, mala sanità. Tutto era male e tutti erano colpevoli, fuori che voi. E i colpevoli eravate voi, la vostra inerzia, la vostra indifferenza. Avete riempito per anni valige cariche di speranze riportate indietro colme quasi sempre di delusioni. Avete lasciato incustodito il vostro mondo che si è trasformato nel posto disperato di adesso. E ora? Adesso i vostri figli si trovano a fare i conti con i problemi di sempre, con quelli che voi avete trascurato. Gli alibi sono finiti e i nodi, come era logico, sono arrivati al pettine. Il sistema economico e sociale è al collasso. Non potrà riempire più stomaci e bocche come una volta. Non può più illudere i nostri ragazzi a riempire le valige, perché non ci sono più posti in grado di sfruttare le loro braccia e i loro cervelli. E non ci possono più costringere i popoli a esodi biblici. C’è un mondo fuori dai salotti, il nostro mondo.

La Locride, un posto che ha il diritto di essere paradiso. Ci sono giovani generazioni che non possono più scontare colpe che non appartengono loro. C’è un insieme indistinto di persone che deve tornare a essere comunità, o diventarlo per la prima volta. C’è bisogno di appartenenza, di riconoscersi gli uni agli altri. O si ritrova la dignità o si muore. Non c’è più nulla da distruggere, ma ancora si può ricostruire. Si può ridare la speranza, possiamo ritrovare l’orgoglio. Non serve più recriminare, rivendicare strumentalmente, escludere e scindere in buoni e cattivi. Abbiamo un paradiso da ritrovare e anche i diavoli possono redimersi. Usciamo dal vicolo cieco nel quale ci siamo lasciati cacciare.

Smettiamola con le lacrime, con la critica, con l’antipolitica, con i pregiudizi. Riconosciamoci l’un l’altro come figli della stessa terra, di un posto che non è migliore degli altri, ma che è il nostro posto. La nostra casa comune che vuole andare nel futuro, che non cerca divisione ma unità. Unità che può esserci solo nella pari dignità e importanza, ma anche nelle pari responsabilità. Alzatevi dalle poltrone Locridei.

280px-mammola - panorama vallata del torbido copiaC’è un ponte a Gioiosa che unisce le due sponde di un fiume Torbido, metafora del nostro degrado. Quell’acqua nera siamo noi, adesso. Vogliamo diventare acqua pura, quella che un tempo sgorgava dalle viscere del nostro monte, che allora non era Aspro e si chiamava Lucente. La protesta infiamma il sud del mondo, brucia intorno a noi. L’inerzia nostra può portare solo danni. Può far si che siano, ancora una volta, gli altri a interpretare i nostri bisogni, può accadere che emergano i disagi di altri posti e non le problematiche della Locride. Se ciò accadesse sarebbe la definitiva sconfitta della nostra terra. Noi conosciamo ciò che ci serve, noi dobbiamo interpretare i nostri bisogni. E noi soltanto possiamo fare la nostra rivoluzione. Nessuno verrà a salvarci se non lo faremo da soli e nessuno può appropriarsi e strumentalizzare i nostri disagi. C’è un mondo fuori dalle nostre case.C’è un paradiso che ci attende, si chiama Locride ed è solo a pochi metri dalle nostre poltrone sfondate.  

Redazione de "larivieraonline"