Né il Nabucco né la Cavalleria Rusticana ma il mondteatrocileao della “Taranta”

Reggio Calabria 31 Mtaranproject-tarantaarzo 2012. Non il tappeto rosso come si usa nelle grandi occasioni, ne’ lustrini e ne’ abito scuro da seratone di gala, eppure il teatro e’ tutto esaurito. Roba da non credere non accade spesso qui. Si fà il pienone con opere da cartellone prestigioso, da queste parti oramai sempre piu’ rari, e stasera non c’è nè il Nabucco, né la Cavalleria Rusticana , eppure un pienone di queste dimensioni davvero non lo si vedeva da tempo. A sipario chiuso appare la presentatrice in abito lungo intubata fino ai piedi in contrasto evidente con ciò che profferisce citando le gesta intorno al mondo del “tarantellaro” di Gozza, lei parla di tarantella con un’eleganza sublime, incredibile.

tarantellaLa danza popolare ha conquistato anche i palati più raffinati ed il popolo della “taranta” si e’ mescolato in platea e perfino sulle logge, volti più o meno noti incontrati qua e la in tre anni di piazze d’Italia, “scalmanati” dal cuore tarantato, da sempre lasciatosi mordere dalla tarantola, ora li vedi lì seduti composti accanto a signore dalla chioma appena stirata per la serata di gala, e signori misurati perfino nel tossire per affievolire il rumore fastidioso prodotto. Colpetti brevi, tossiti sul fazzoletto ricamato, per non disturbare il concerto ormai imminente. Si guardano vicendevolmente, i vari spettatori, anche con diffidenza. Stili di vita profondamente diversi, seduti oggi fianco a fianco. La simpatica ed elegante presentatrice prende la via buia del retropalco, partono le note della chitarra di Andrea Simonetta. Il sipario di apre, un silenzio tombale cala su platea e palchi. Sensazione strana, il popolo della taranta si sara’ adeguato all’ambiente meritevole di rispetto per il prestigio che ha. Con consumata maestria Mimmo, Cosimo e Giovanna affrontano la scena con il primo pezzo, “Felicissimu Voscu” ed aggiungiamo noi, felicissima sera Tarant Project. L’inizio inconsueto a tre voci dà già l’idea della serata diversa dal solito.

otello-profazioE’ un susseguirsi di emozioni inspiegabili. Il concerto scivola via in un batter d’occhio e come le cose belle e rare finisce subito passando tra rivisitazioni di pezzi importanti come “Corvu Nigru” e “Spagna” insieme ad Otello Profazio ed ad altre novità che abbiamo avuto modo tutti di apprezzare. Queste saranno sicuramente le nuove ballate collettive di piazza. Un momento davvero unico per suggestione si ha quando Mimmo intona la “nuova” Castrum vetus”, inno alla sua Caulonia, alla antica Castelvetere. Allora Giovanna appare trasformata in Dea greca con movenze da vera danzatrice professionista quale ella è. L’alone di luce che i ragazzi di Filippo Montalto hanno sapientemente disegnato sulla sagoma della Scarfo’, esprime un richiamo forte al passato ed ai nostri padri. I versi di Mimmo ripercorrono un pezzo di storia di Caulonia. Versi che appaiono già come una pietra miliare per il suo repertorio destinato dunque al sicuro successo. C’è il tempo per affascinare e stregare il popolo della taranta che finora ha assistito silente alla performance dei Tarant Project che prima con “Santu Roccu” e poi con “Stilla chjiara” mordono a dovere i tarantati e si balla ai lati della platea e perfino sulle logge. Ballano anche i signori di prima, quelli vestiti a puntino per il gala. Si dimenano con sobrie movenze sulle loro sedie. 31 marzo 2012 il teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria “profanato” dalla taranta. 

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